Arto inferiore

La rieducazione motoria dell’arto inferiore è un approccio terapeutico mirato al recupero delle funzioni motorie di anca, ginocchio, caviglia e piede. Attraverso un programma personalizzato di esercizi terapeutici, guidato online da professionisti qualificati, l’obiettivo è ripristinare la mobilità, migliorare la forza muscolare, ottimizzare la stabilità articolare e ridurre il dolore, permettendoti di tornare a muoverti con sicurezza e senza limitazioni.

Che si tratti di un trauma, intervento chirurgico o dolore cronico dovuto a sovraccarico o postura scorrettaRi-Hubti aiuta a recuperare la funzionalità dell’arto inferiore e a svolgere le tue attività quotidiane in modo più fluido e naturale.

Anca

L’anca è una delle articolazioni più importanti del corpo, responsabile di supportare il peso e permettere i movimenti delle gambe. È un’articolazione a sfera formata dalla testa del femore, che si inserisce nella cavità dell’acetabolo del bacino, garantendo stabilità e mobilità.

Grazie alla sua struttura, l’anca consente movimenti come flessione, estensione, abduzione, adduzione e rotazione, permettendoci di camminare, correre, saltare e piegarci. Il corretto funzionamento di questa articolazione dipende dalla sinergia tra ossa, muscoli, tendini e legamenti, che lavorano insieme per garantire forza e stabilità nei movimenti quotidiani.

Ecco un elenco delle principali patologie muscolo-scheletriche dell’anca che possono trarre beneficio dall’esercizio terapeutico:

Che cos’è?

La coxartrosi, o artrosi dell’anca, è una patologia degenerativa caratterizzata dalla progressiva usura della cartilagine articolare che riveste la testa del femore e l’acetabolo. Con il deterioramento della cartilagine, le ossa iniziano a sfregare tra loro, provocando dolore, rigidità e limitazione dei movimenti. Se non trattata, la coxartrosi può compromettere la qualità della vita, rendendo difficoltose anche le attività quotidiane.

Perché si sviluppa?

L’artrosi dell’anca è legata a diversi fattori. L’invecchiamento è una delle cause principali, poiché la cartilagine si consuma naturalmente con il tempo. Tuttavia, può insorgere anche prima a causa di condizioni come displasia dell’anca, traumi, sovraccarico articolare o malattie infiammatorie. Fattori come obesità, squilibri posturali e attività lavorative o sportive intense possono accelerare il processo degenerativo.

Quali sono i sintomi?

Il primo segnale della coxartrosi è spesso un dolore all’inguine o alla parte laterale della coscia, che può irradiarsi fino al ginocchio. Con il tempo, il dolore peggiora durante attività semplici come camminare o salire le scale. Si può avvertire rigidità articolare, specialmente al mattino o dopo essere stati seduti a lungo. Nei casi avanzati, la mobilità si riduce, rendendo difficoltosi movimenti come piegarsi, accovacciarsi o ruotare la gamba.

Come si cura?

Il trattamento della coxartrosi si concentra su tre aspetti fondamentali: mantenere la mobilità dell’anca, ridurre il dolore e rafforzare la muscolatura per migliorare la stabilità articolare.

L’esercizio terapeutico è una delle soluzioni più efficaci: movimenti mirati possono migliorare la funzionalità dell’anca, ridurre la rigidità e prevenire il peggioramento della patologia.

Ri-Hub offre un programma personalizzato di esercizi per rinforzare i muscoli stabilizzatori e alleggerire il carico articolare, permettendoti di muoverti meglio e con meno dolore.

Modificare alcune abitudini quotidiane è altrettanto importante: perdere peso, evitare posture scorrette e ridurre lo stress articolare con attività a basso impatto, come il nuoto o la bicicletta, possono rallentare la progressione della coxartrosi.

Nei casi più avanzati, il medico potrebbe consigliare antinfiammatori o infiltrazioni, mentre la chirurgia (protesi d’anca) è riservata alle situazioni in cui il dolore e la limitazione funzionale compromettono gravemente la qualità della vita.

Riabilitazione con Ri-Hub

Dopo un intervento chirurgico o nelle fasi più avanzate della patologia, un percorso riabilitativo è essenziale per recuperare la mobilità e la forza dell’anca.

Ri-Hub ti accompagna con un programma di esercizi progressivi, pensato per ridurre il dolore, migliorare la stabilità dell’articolazione e ripristinare la tua autonomia nei movimenti. Con un approccio guidato e personalizzato, puoi tornare a svolgere le tue attività quotidiane con maggiore libertà e senza fastidi.

Che cos’è?

Il conflitto femoro-acetabolare (FAI) è una condizione in cui la testa del femore e il bordo dell’acetabolo entrano in contatto anomalo durante i movimenti dell’anca. Questo attrito eccessivo può causare dolore, rigidità e danni alla cartilagine o al labbro acetabolare, aumentando il rischio di artrosi precoce se non trattato.

Perché si sviluppa?

Il FAI è spesso dovuto a malformazioni ossee che alterano il normale movimento dell’anca. Esistono tre tipi principali di conflitto:

  • Cam: La testa del femore ha una forma irregolare e non si adatta perfettamente all’acetabolo.
  • Pincer (a pinza): L’acetabolo è troppo profondo e comprime la testa del femore.
  • Misto: Una combinazione delle due alterazioni.

 

Fattori di rischio includono sport ad alto impatto (calcio, danza, arti marziali), traumi pregressi, squilibri muscolari e rigidità articolare, che possono peggiorare la sintomatologia.

Quali sono i sintomi?

Il sintomo principale è un dolore all’inguine o alla parte anteriore e laterale dell’anca, che peggiora con movimenti come piegarsi, accovacciarsi o stare seduti a lungo. Alcuni pazienti avvertono rigidità, scricchiolii o blocchi articolari, con una progressiva riduzione della mobilità.

Come si cura?

Il trattamento del FAI ha tre obiettivi principali: ridurre il dolore, migliorare la mobilità e prevenire il deterioramento dell’articolazione.

L’esercizio terapeutico è il primo approccio per correggere squilibri muscolari, migliorare la stabilità dell’anca e ridurre lo stress articolareRi-Hub offre un programma personalizzato per ripristinare il corretto movimento dell’anca e prevenire il peggioramento della condizione.

Anche le abitudini quotidiane devono essere modificate: evitare movimenti che accentuano il conflitto, come le flessioni profonde dell’anca, e adottare strategie per ridurre il sovraccarico articolare.

Se il dolore persiste, il medico può valutare l’uso di antinfiammatori o infiltrazioni, mentre la chirurgia artroscopica viene considerata solo nei casi in cui il conflitto limita gravemente la qualità della vita.

Riabilitazione con Ri-Hub

Dopo un intervento chirurgico o nelle fasi avanzate della patologia, è fondamentale un percorso riabilitativo per ripristinare la funzionalità dell’anca e prevenire ricadute.

Ri-Hub propone un programma di esercizi progressivi per migliorare la mobilità, rinforzare i muscoli stabilizzatori e correggere i movimenti dell’anca, permettendoti di tornare alle tue attività quotidiane senza dolore e con maggiore sicurezza.

Che cos’è?

La borsite trocanterica è un’infiammazione della borsa trocanterica, una piccola sacca di liquido situata tra il grande trocantere (la sporgenza ossea laterale del femore) e i tendini dei muscoli glutei. Questa condizione provoca dolore laterale all’anca, che può irradiarsi lungo la coscia e peggiorare con determinati movimenti o posizioni.

Perché si sviluppa?

La borsite trocanterica può essere causata da diversi fattori, tra cui:

  • Sovraccarico funzionale, dovuto a corsa, camminate prolungate o salire le scale frequentemente.
  • Squilibri muscolari, che alterano la biomeccanica dell’anca e aumentano lo stress sulla borsa.
  • Postura scorretta o disallineamenti biomeccanici, che sovraccaricano l’articolazione.
  • Traumi diretti o interventi chirurgici all’anca, che possono infiammare i tessuti circostanti.
  • Presenza di tendinopatie associate, come la tendinite del medio e piccolo gluteo.

 

Quali sono i sintomi?

Il sintomo più comune è un dolore laterale all’anca, che può diventare più intenso camminando, salendo le scale o dormendo sul fianco colpito. Nei casi più gravi, si possono avvertire anche rigidità, gonfiore e una sensazione di attritodurante i movimenti dell’anca.

Come si cura?

Il trattamento della borsite trocanterica si basa su tre obiettivi principali: ridurre il dolore, migliorare la mobilità e correggere gli squilibri muscolari per evitare ricadute.

L’esercizio terapeutico è essenziale per riequilibrare la muscolatura e migliorare la stabilità dell’anca. Ri-Hub propone un programma di esercizi mirati per rafforzare i muscoli glutei e ridurre il sovraccarico sulla borsa infiammata.

Anche le abitudini quotidiane devono essere riviste: evitare posizioni che aumentano il dolore, migliorare la postura e ridurre il carico articolare.

Nei casi più acuti, possono essere utili trattamenti manuali per ridurre la tensione muscolare e migliorare la mobilità prima di iniziare gli esercizi attivi. Se il dolore persiste, il medico può valutare l’uso di antinfiammatori o infiltrazioni locali, mentre la chirurgia è raramente necessaria.

Riabilitazione con Ri-Hub

Dopo un trattamento conservativo o un intervento, è fondamentale un percorso riabilitativo per ripristinare la funzionalità dell’anca e prevenire recidive.

Ri-Hub ti aiuta con un programma progressivo di esercizi per migliorare la mobilità, rinforzare i muscoli stabilizzatori dell’anca e ridurre il rischio di nuove infiammazioni, permettendoti di tornare alle tue attività quotidiane senza dolore.

Che cos’è?

La tendinite del medio e piccolo gluteo è un’infiammazione dei tendini di questi muscoli, situati nella parte laterale dell’anca. Il loro ruolo principale è stabilizzare il bacino e controllare i movimenti dell’anca durante la camminata. Quando i tendini si infiammano o si indeboliscono, possono causare dolore laterale all’anca e difficoltà nei movimenti, spesso confusi con la borsite trocanterica.

Perché si sviluppa?

Questa condizione è spesso causata da un sovraccarico funzionale o da squilibri muscolari. Tra i fattori di rischio troviamo:

  • Movimenti ripetitivi e sovraccarico dell’anca, tipici della corsa o di sport come il ciclismo.
  • Debolezza dei muscoli glutei, che porta a una maggiore sollecitazione dei tendini.
  • Postura scorretta o disallineamenti biomeccanici, come il valgismo del ginocchio.
  • Traumi o microtraumi ripetuti, che causano infiammazione tendinea nel tempo.

 

Quali sono i sintomi?

Il sintomo più comune è un dolore laterale all’anca, che peggiora con attività come camminare, salire le scale o dormire sul fianco colpito. Alcuni pazienti avvertono anche rigidità e affaticamento muscolare, con una progressiva limitazione della mobilità.

Come si cura?

Il trattamento della tendinite del medio e piccolo gluteo si concentra su tre aspetti fondamentali: ridurre il dolore, migliorare la stabilità dell’anca e riequilibrare la muscolatura.

L’esercizio terapeutico è il pilastro del recupero: il rinforzo mirato dei glutei aiuta a scaricare i tendini e a ripristinare il corretto equilibrio muscolareRi-Hub propone un programma specifico di esercizi per migliorare la funzionalità dell’anca e prevenire il ritorno dei sintomi.

Anche la correzione della postura e dei movimenti quotidiani è essenziale per evitare che il tendine continui a essere sollecitato in modo errato. Strategie come migliorare l’appoggio del piede e il controllo del bacino possono ridurre il carico sui tendini.

In alcuni casi, possono essere utili trattamenti manuali per alleviare la tensione muscolare e facilitare il recupero prima di iniziare gli esercizi attivi. Nei casi più gravi, il medico può valutare l’uso di antinfiammatori o infiltrazioni, mentre l’intervento chirurgico è molto raro e riservato a rotture tendinee severe.

Riabilitazione con Ri-Hub

Dopo la fase acuta o un eventuale intervento, è essenziale un percorso riabilitativo per

ripristinare la funzionalità dell’anca e prevenire recidive.

Con Ri-Hub, potrai seguire un programma di esercizi progressivi per rinforzare i muscoli stabilizzatori, migliorare la biomeccanica dell’anca e ridurre lo stress sui tendini, garantendo un recupero sicuro ed efficace.

Che cos’è?

La sindrome del piriforme è una condizione in cui il muscolo piriforme, situato in profondità nella regione glutea, si irrigidisce o si infiamma, comprimendo il nervo sciatico. Questo può causare dolore nella zona glutea, formicolio e irradiazione lungo la gamba, sintomi spesso confusi con una sciatalgia di origine vertebrale.

Perché si sviluppa?

Questa condizione può essere causata da diversi fattori: tensione muscolare eccessiva, traumi diretti, posture scorrette o sovraccarico funzionale. Sport come corsa, ciclismo o allenamenti intensi per i glutei possono sollecitare troppo il muscolo piriforme, portando all’infiammazione e alla compressione del nervo sciatico. Anche uno stile di vita sedentarioperiodi prolungati in posizione seduta possono contribuire allo sviluppo del problema.

Quali sono i sintomi?

Il sintomo principale è un dolore profondo nella zona glutea, che può estendersi lungo la parte posteriore della coscia fino al ginocchio. Spesso il fastidio aumenta dopo lunghi periodi seduti, durante la camminata o dopo sforzi fisici. Alcune persone sperimentano anche formicolio o intorpidimento nella gamba, simili a quelli della sciatica.

Come si cura?

Il trattamento della sindrome del piriforme si concentra su tre aspetti fondamentali: rilassare il muscolo, correggere i movimenti e migliorare la stabilità dell’anca.

Gli esercizi terapeutici sono il cuore della riabilitazione: allungare il muscolo piriforme e rinforzare i muscoli stabilizzatori dell’anca aiuta a ridurre la compressione sul nervo sciatico e migliorare il controllo motorioRi-Hubpropone un programma mirato per recuperare la mobilità e prevenire recidive in sicurezza.

Anche le abitudini quotidiane giocano un ruolo chiave: evitare di stare seduti troppo a lungo, cambiare posizione frequentemente e correggere la postura aiuta a ridurre lo stress sul muscolo piriforme e prevenire il peggioramento dei sintomi.

In alcuni casi, possono essere utili trattamenti manuali eseguiti da un fisioterapista per ridurre la tensione e migliorare la mobilità prima di iniziare gli esercizi attivi. Nei casi più resistenti, il medico potrebbe valutare l’uso di antinfiammatori o infiltrazioni, mentre la chirurgia rimane un’opzione molto rara e riservata a condizioni gravi.

Riabilitazione con Ri-Hub

Per recuperare al meglio è essenziale un percorso riabilitativo strutturato. Ri-Hub ti accompagna con un programma di esercizi progressivi per migliorare la flessibilità del piriforme, rafforzare i muscoli stabilizzatori dell’anca e ridurre il rischio di recidive, permettendoti di tornare alle tue attività quotidiane senza dolore.

Grazie a Ri-Hub, puoi affrontare la riabilitazione in modo sicuro e personalizzato, recuperando il benessere e la libertà di movimento.

Che cos’è?

La pubalgia, o sindrome retto-adduttoria, è una condizione dolorosa che colpisce la regione pubica e l’interno coscia, spesso causata da un’infiammazione o sovraccarico dei muscoli adduttori e del retto dell’addome. Questo problema è frequente negli sportivi, soprattutto in chi pratica calcio, corsa e attività che richiedono scatti, cambi di direzione o movimenti ripetitivi dell’anca.

Perché si sviluppa?

La pubalgia si manifesta quando i muscoli e i tendini che si inseriscono sul pube sono eccessivamente sollecitati o squilibrati. Le cause principali includono:

  • Sovraccarico funzionale, tipico di sport che prevedono movimenti esplosivi e continui cambi di direzione.
  • Squilibri muscolari tra addominali e adduttori, che creano tensioni anomale sulla zona pubica.
  • Rigidità dell’anca e della colonna lombare, che costringe i muscoli a lavorare in modo non corretto.
  • Postura e biomeccanica alterata, come un appoggio scorretto del piede o una debolezza del core.

 

Quali sono i sintomi?

Il sintomo principale è un dolore profondo nella zona pubica, che può irradiarsi verso gli adduttori, l’inguine e la parte bassa dell’addome. Spesso il fastidio aumenta con scatti, cambi di direzione o semplicemente con camminate prolungate. Nei casi più gravi, anche alzarsi dal letto o salire le scale può diventare doloroso.

Come si cura?

Il trattamento della pubalgia si basa su tre obiettivi chiave: ridurre l’infiammazione, riequilibrare la muscolatura e migliorare la mobilità dell’anca e del bacino.

L’esercizio terapeutico è il fulcro della riabilitazione: il rinforzo dei muscoli addominali e adduttori, unito ad un lavoro sulla mobilità dell’anca, aiuta a scaricare le tensioni e ristabilire il giusto equilibrio muscolareRi-Hub offre un programma personalizzato per recuperare in sicurezza, prevenendo il rischio di recidive.

Anche le abitudini posturali e biomeccaniche devono essere corrette: migliorare l’appoggio del piede, potenziare il core e lavorare sulla flessibilità dell’anca può ridurre lo stress sulla zona pubica.

Nei casi più acuti, possono essere utili trattamenti manuali per alleviare la tensione muscolare prima di iniziare gli esercizi attivi. In presenza di infiammazione severa, il medico può valutare l’uso di antinfiammatori o infiltrazioni, mentre la chirurgia è indicata solo nei rari casi in cui si sviluppano lesioni tendinee gravi.

Riabilitazione con Ri-Hub

Dopo la fase acuta o un eventuale intervento, è essenziale un percorso riabilitativo per ripristinare la forza e la stabilità del bacino.

Con Ri-Hub, potrai seguire un programma di esercizi progressivi per riequilibrare la muscolatura addominale e degli adduttori, migliorare la mobilità dell’anca e prevenire nuove infiammazioni, garantendo un recupero efficace e duraturo.

Che cos’è?

La lesione del labbro acetabolare è un danno a livello del labbro cartilagineo che circonda l’acetabolo dell’anca. Questo tessuto ha la funzione di stabilizzare la testa del femore, migliorare la distribuzione del carico e garantire un movimento fluido dell’articolazione. Quando si lesiona, può causare dolore, instabilità e limitazione nei movimenti, compromettendo la funzionalità dell’anca.

Perché si sviluppa?

Le lesioni del labbro acetabolare possono derivare da diversi fattori, tra cui:

  • Movimenti ripetitivi e sovraccarico dell’anca, tipici di sport come calcio, danza e arti marziali.
  • Conflitto femoro-acetabolare (FAI), che provoca un’anomala compressione del labbro durante i movimenti.
  • Traumi o infortuni diretti, come cadute o torsioni improvvise dell’anca.
  • Displasia dell’anca, che altera la biomeccanica articolare e aumenta il rischio di lesione.
  • Degenerazione progressiva, spesso associata a usura cartilaginea e artrosi precoce.

 

Quali sono i sintomi?

Il sintomo principale è un dolore profondo all’inguine o nella parte laterale dell’anca, che può peggiorare con attività come correre, piegarsi o stare seduti a lungo. Alcuni pazienti riferiscono anche sensazione di scatto o blocco articolare, rigidità e una progressiva limitazione della mobilità.

Come si cura?

Il trattamento di una lesione del labbro acetabolare si concentra su tre aspetti chiave: ridurre il dolore, migliorare la mobilità e prevenire il peggioramento della lesione.

L’esercizio terapeutico è fondamentale per riequilibrare la muscolatura dell’anca e migliorare il controllo motorio, evitando sovraccarichi sulla struttura lesionata. Ri-Hub propone un programma specifico di esercizi per rinforzare i muscoli stabilizzatori e ottimizzare la biomeccanica dell’anca.

È importante anche modificare alcune abitudini quotidiane: evitare movimenti che accentuano il dolore, migliorare la postura e ridurre il carico articolare può aiutare a gestire meglio la condizione.

In alcuni casi, possono essere utili trattamenti manuali per alleviare tensioni muscolari e migliorare la mobilità prima di iniziare gli esercizi attivi. Se la lesione è grave e compromette la funzionalità dell’anca, il medico può valutare antinfiammatori, infiltrazioni o un intervento chirurgico in artroscopia per riparare il labbro danneggiato.

Riabilitazione con Ri-Hub

Dopo un trattamento conservativo o un intervento chirurgico, un percorso riabilitativo è essenziale per ripristinare la stabilità e la forza dell’anca.

Con Ri-Hub, potrai seguire un programma di esercizi progressivi per migliorare il controllo motorio, ridurre il dolore e prevenire il rischio di nuove lesioni, permettendoti di tornare alle tue attività quotidiane in modo sicuro ed efficace.

Che cos’è?

La frattura dell’anca è una lesione che coinvolge il femore nella sua porzione prossimale, solitamente a livello del collo del femore, della testa femorale o del trocantere. È una delle fratture più comuni negli anziani a causa dell’osteoporosi, ma può verificarsi anche nei giovani a seguito di traumi ad alta energia, come incidenti stradali o cadute.

Perché si sviluppa?

Le fratture dell’anca possono avere diverse cause:

  • Osteoporosi e fragilità ossea, che aumentano il rischio di frattura anche con traumi minimi.
  • Cadute accidentali, tipiche negli anziani o in chi ha problemi di equilibrio.
  • Traumi ad alta energia, come incidenti sportivi o stradali nei soggetti più giovani.
  • Patologie metaboliche o tumorali, che possono indebolire l’osso e favorire la frattura.

 

Quali sono i sintomi?

La frattura dell’anca si manifesta con dolore intenso nella zona inguinale o laterale dell’anca, incapacità di camminare e, nei casi più gravi, una evidente deformità dell’arto, che può apparire ruotato o accorciato.

Come si cura?

Il trattamento delle fratture dell’anca si basa su stabilizzazione chirurgica e riabilitazione mirata. L’obiettivo principale è ripristinare la funzionalità dell’arto e prevenire complicazioni come rigidità e perdita di massa muscolare.

L’intervento chirurgico può variare a seconda del tipo di frattura:

  • Osteosintesi con viti, placche o chiodi per fratture scomposte nei giovani.
  • Protesi totale o parziale d’anca nei casi più gravi o negli anziani, per sostituire l’articolazione danneggiata.

Dopo l’intervento, è fondamentale iniziare un percorso riabilitativo per recuperare forza, stabilità e capacità di deambulazione.

Riabilitazione con Ri-Hub

Nella prima fase post-operatoria, è necessario un trattamento in presenza per ridurre la rigidità, mobilizzare l’articolazione e trattare la cicatrice chirurgica. Una volta superata questa fase iniziale, Ri-Hub diventa lo strumento ideale per completare il recupero attraverso un programma personalizzato di esercizi progressivi per il rinforzo muscolare e la rieducazione al movimento.

Grazie a Ri-Hub, potrai seguire un percorso riabilitativo sicuro ed efficace per migliorare il controllo motorio, prevenire la perdita di mobilità e recuperare la tua autonomia, permettendoti di tornare alle tue attività quotidiane con maggiore sicurezza.

Che cos’è?

La displasia dell’anca è una condizione in cui l’acetabolo non copre completamente la testa del femore, rendendo l’articolazione instabile e predisposta a dolore, instabilità, usura precoce e artrosi. Sebbene sia spesso una patologia congenita, in alcuni casi può manifestarsi o aggravarsi in età adulta a causa di fattori biomeccanici o traumi ripetuti.

Perché si sviluppa?

La displasia dell’anca può essere presente fin dalla nascita, ma può rimanere asintomatica per anni. Alcuni fattori che ne favoriscono lo sviluppo o il peggioramento in età adulta includono:

  • Malformazioni congenite non trattate nell’infanzia, che portano a una progressiva instabilità articolare.
  • Microtraumi ripetuti o attività sportive intense, che accelerano il consumo della cartilagine.
  • Squilibri muscolari e alterazioni posturali, che sovraccaricano l’articolazione.
  • Sovraccarico articolare dovuto a obesità o lavori fisicamente impegnativi.

 

Quali sono i sintomi?

Il sintomo più comune è un dolore all’inguine o alla parte laterale dell’anca, che peggiora con sforzi o lunghe camminate. Altri segnali includono rigidità articolare, sensazione di instabilità e difficoltà nei movimenti come accovacciarsi o ruotare la gamba. Nei casi più avanzati, la displasia può portare ad artrosi precoce e limitare seriamente la mobilità.

Come si cura?

Il trattamento della displasia dell’anca si basa su tre obiettivi fondamentali: ridurre il dolore, migliorare la stabilità articolare e prevenire il deterioramento della cartilagine.

L’esercizio terapeutico è essenziale per rinforzare i muscoli stabilizzatori dell’anca e migliorare il controllo del movimento, riducendo lo stress articolare. Ri-Hub offre un programma personalizzato per aiutarti a migliorare la funzionalità dell’anca e prevenire il peggioramento della condizione.

Anche le abitudini quotidiane vanno modificate: evitare movimenti eccessivamente stressanti per l’anca, mantenere un buon peso corporeo e correggere eventuali alterazioni posturali aiuta a ridurre il carico articolare.

Nei casi più gravi, il medico può valutare trattamenti farmacologici o infiltrazioni, mentre la chirurgia può essere necessaria se l’instabilità è severa. Gli interventi più comuni sono la osteotomia per riallineare l’anca o la protesi d’anca nei casi di artrosi avanzata.

Riabilitazione con Ri-Hub

Dopo un trattamento conservativo o un intervento chirurgico, la riabilitazione è fondamentale per ripristinare la mobilità e rafforzare l’anca.

Con Ri-Hub, potrai seguire un percorso di esercizi progressivi per migliorare la stabilità dell’articolazione, ottimizzare la biomeccanica del movimento e prevenire sovraccarichi, permettendoti di tornare alle tue attività quotidiane in sicurezza e senza dolore.

Ginocchio

Il ginocchio è l’articolazione più grande e complessa del corpo umano, fondamentale per il movimento e la stabilità durante la camminata, la corsa e i cambi di direzione. È composto da femore, tibia e rotula, con cartilagini (tra cui i due menischi), che attutiscono gli impatti e legamenti che garantiscono stabilità. Il corretto funzionamento del ginocchio dipende dall’equilibrio tra muscoli, tendini e strutture articolari, che lavorano insieme per permettere movimenti fluidi e proteggere l’articolazione da sovraccarichi e infortuni.

A causa della sua struttura e delle forti sollecitazioni a cui è sottoposto, il ginocchio è soggetto a diverse patologie che possono limitare la mobilità e causare dolore. Un percorso riabilitativo mirato, basato su esercizi terapeutici specifici, è essenziale per migliorare la funzionalità del ginocchio e prevenire il peggioramento di molte condizioni.

Ecco un elenco delle principali patologie muscolo-scheletriche del ginocchio che possono trarre beneficio dall’esercizio terapeutico:

Che cos’è?

La gonartrosi, o artrosi del ginocchio, è una patologia degenerativa in cui la cartilagine articolare si consuma progressivamente, causando dolore, rigidità e difficoltà nei movimenti. Con il tempo, la riduzione dello spazio articolare e l’attrito tra le ossa portano a un’infiammazione cronica e a una possibile deformazione dell’articolazione. La gonartrosi può colpire uno o entrambi i ginocchi e, se non gestita adeguatamente, può limitare seriamente la mobilità.

Perché si sviluppa?

L’usura della cartilagine può essere accelerata da fattori legati all’età, a sovraccarichi articolari o a traumi. L’artrosi del ginocchio è più frequente in persone che hanno avuto infortuni pregressi, squilibri biomeccanici, obesità o che praticano attività lavorative o sportive intense. Anche una predisposizione genetica e alcune malattie infiammatorie possono contribuire alla sua insorgenza.

Quali sono i sintomi?

Il sintomo principale è il dolore al ginocchio, che inizialmente compare sotto sforzo (camminate lunghe, salire le scale) e, con il tempo, può presentarsi anche a riposo. Altri segnali tipici sono rigidità articolare al mattino o dopo lunghi periodi di inattività, difficoltà nei movimenti e nei casi più avanzati gonfiore, scricchiolii e una sensazione di blocconell’articolazione.

Come si cura?

Il trattamento della gonartrosi si concentra su tre aspetti principali: ridurre il dolore, migliorare la stabilità del ginocchio e preservare la mobilità articolare.

L’esercizio terapeutico è una delle soluzioni più efficaci per rallentare la progressione della patologia. Un lavoro mirato sul rinforzo muscolare e sulla mobilità aiuta a scaricare il carico dall’articolazione e migliorare la funzionalità del ginocchioRi-Hub propone un programma personalizzato per mantenere attivo il ginocchio, riducendo il dolore e migliorando la qualità della vita.

Anche le abitudini quotidiane vanno adattate: il controllo del peso riduce il sovraccarico articolare, mentre l’attività fisica a basso impatto (come il nuoto o la bici) mantiene il ginocchio in movimento senza stressarlo eccessivamente.

In alcuni casi, possono essere utili trattamenti manuali e terapie farmacologiche, come antinfiammatori o infiltrazioni, per alleviare il dolore e migliorare la lubrificazione articolare. Nei casi avanzati, se il dolore e la limitazione funzionale diventano invalidanti, può essere indicato un intervento di protesi al ginocchio.

Riabilitazione con Ri-Hub

Dopo un trattamento conservativo o un intervento chirurgico, è essenziale un percorso riabilitativo per ripristinare la mobilità e la stabilità del ginocchio.

Con Ri-Hub, potrai seguire un programma di esercizi progressivi per rinforzare i muscoli che sostengono il ginocchio, migliorare il controllo del movimento e prevenire peggioramenti della patologia, permettendoti di tornare alle tue attività quotidiane con maggiore sicurezza e libertà.

Che cos’è?

La lesione del legamento crociato anteriore (LCA) è uno degli infortuni più comuni al ginocchio, soprattutto negli sportivi. Il LCA è un legamento fondamentale per la stabilità del ginocchio, poiché impedisce movimenti eccessivi della tibia rispetto al femore. Quando si rompe, il ginocchio diventa instabile e meno controllato, rendendo difficili attività come camminare, correre o cambiare direzione rapidamente.

Perché si sviluppa?

La lesione del LCA avviene principalmente a causa di movimenti bruschi o traumi diretti. I principali fattori di rischio includono:

  • Cambi di direzione improvvisi, tipici di sport come calcio, basket o sci.
  • Atterraggi errati dopo un salto, che sovraccaricano il ginocchio.
  • Traumi diretti, come contrasti sportivi o incidenti stradali.
  • Squilibri muscolari e scarsa propriocezione, che rendono il ginocchio più vulnerabile agli infortuni.

 

Quali sono i sintomi?

Subito dopo la lesione, si avverte spesso un rumore di “scatto” o di “crack” nel ginocchio, seguito da un dolore acuto e gonfiore nelle ore successive. Il ginocchio può dare una sensazione di instabilità, soprattutto nei movimenti che richiedono cambi di direzione o appoggi monopodalici. Nei casi più gravi, si può avvertire anche un blocco articolare dovuto a lesioni associate ai menischi.

Come si cura?

Il trattamento della lesione del LCA dipende da diversi fattori, come l’età, il livello di attività fisica e la gravità dell’instabilità. L’obiettivo principale è ripristinare la stabilità del ginocchio e prevenire danni secondari.

L’esercizio terapeutico è essenziale sia in chi sceglie il trattamento conservativo, sia nel percorso post-operatorio dopo una ricostruzione del LCA. Un programma mirato aiuta a rinforzare i muscoli stabilizzatori e a migliorare il controllo del movimento, riducendo il rischio di recidive. Ri-Hub offre un percorso riabilitativo progressivo per il recupero della stabilità e della funzionalità del ginocchio.

Modificare alcune abitudini quotidiane è altrettanto importante: evitare movimenti rischiosi e lavorare sulla propriocezione aiuta a proteggere il ginocchio e prevenire nuovi infortuni.

In molti casi, specialmente negli sportivi o nei soggetti giovani, si opta per la chirurgia di ricostruzione del LCA. Dopo l’intervento, il percorso riabilitativo è fondamentale per recuperare la mobilità, la forza e la stabilità dell’articolazione.

Riabilitazione con Ri-Hub

Dopo una lesione o un intervento chirurgico, è indispensabile un percorso riabilitativo per recuperare la stabilità e la funzionalità del ginocchio.

Con Ri-Hub, potrai seguire un programma di esercizi progressivi per rinforzare la muscolatura, migliorare la propriocezione e tornare alle tue attività quotidiane e sportive in sicurezza, riducendo il rischio di nuove lesioni.

Che cos’è?

La lesione del legamento crociato posteriore (LCP) è un infortunio meno comune rispetto a quello del legamento crociato anteriore (LCA), ma può comunque compromettere la stabilità del ginocchio. Il LCP ha il compito di evitare che la tibia si sposti eccessivamente all’indietro rispetto al femore, stabilizzando l’articolazione nei movimenti di flessione ed estensione. Quando si lesiona, il ginocchio può risultare meno stabile e meno controllato, con difficoltà nei movimenti e nella distribuzione del carico.

Perché si sviluppa?

La lesione del LCP avviene principalmente a causa di traumi diretti o iperflessioni del ginocchio. Le cause più comuni includono:

  • Impatto diretto sulla parte anteriore della tibia, tipico negli incidenti stradali (quando il ginocchio urta il cruscotto).
  • Cadute sulle ginocchia con il piede puntato a terra, come nel calcio o nel rugby.
  • Iperflessione forzata del ginocchio, che sovraccarica il legamento.
  • Iperestensione eccessiva, spesso associata a traumi sportivi ad alta velocità.

 

Quali sono i sintomi?

A differenza della lesione del LCA, la rottura del LCP è spesso meno dolorosa e meno evidente. I sintomi possono includere:

  • Dolore e gonfiore nella parte posteriore del ginocchio, che peggiorano con lo sforzo.
  • Sensazione di instabilità, soprattutto quando si cammina su superfici irregolari o si scendono le scale.
  • Rigidità e difficoltà nell’estensione completa del ginocchio.
  • Debolezza muscolare, che può portare a una ridotta efficienza nei movimenti sportivi.

Come si cura?

Il trattamento della lesione del LCP si concentra su tre aspetti fondamentali: recuperare la stabilità del ginocchio, ridurre il dolore e migliorare la forza muscolare per compensare la perdita di stabilità legamentosa.

L’esercizio terapeutico è il trattamento principale nella maggior parte dei casi. Il potenziamento dei muscoli posteriori della coscia (ischiocrurali) e del quadricipite aiuta a stabilizzare il ginocchio e ridurre l’instabilitàRi-Hub propone un programma di esercizi mirati per migliorare la funzionalità dell’articolazione e prevenire sovraccarichi.

Anche la correzione delle abitudini quotidiane è fondamentale: evitare movimenti che sovraccaricano il ginocchio e migliorare la biomeccanica del cammino riduce il rischio di peggioramento.

La chirurgia per la ricostruzione del LCP è meno comune rispetto a quella del LCA e viene considerata solo nei casi più gravi, come lesioni complete associate a danni ad altri legamenti o instabilità marcata che compromette la qualità della vita.

Riabilitazione con Ri-Hub

Dopo una lesione o un intervento chirurgico, un percorso riabilitativo mirato è essenziale per ripristinare la stabilità e la funzionalità del ginocchio.

Con Ri-Hub, potrai seguire un programma di esercizi progressivi per rinforzare la muscolatura stabilizzatrice, migliorare il controllo motorio e tornare alle tue attività quotidiane in sicurezza, prevenendo il rischio di nuove lesioni.

Che cos’è?

La lesione dei menischi è un infortunio che coinvolge le strutture cartilaginee del ginocchio, i menischi mediale e laterale, che hanno il compito di assorbire gli impatti e stabilizzare l’articolazione. Quando un menisco si danneggia, il ginocchio può diventare doloroso, rigido e instabile, limitando la capacità di svolgere attività quotidiane e sportive. Le lesioni meniscali possono essere di natura traumatica, più frequenti nei giovani sportivi, oppure degenerative, tipiche dell’invecchiamento e dell’usura progressiva della cartilagine.

Perché si sviluppa?

Le lesioni del menisco possono verificarsi per movimenti improvvisi e torsioni eccessive del ginocchio, come accade negli sport che prevedono cambi di direzione rapidi, salti o atterraggi bruschi, come calcio, basket e sci. Anche traumi diretti, come cadute o colpi al ginocchio, possono causare danni meniscali. Nelle persone più anziane, la cartilagine tende a degenerare naturalmente, rendendo il menisco più fragile e suscettibile a lesioni anche con movimenti banali, come accovacciarsi o salire le scale.

Quali sono i sintomi?

Il primo segnale di una lesione meniscale è spesso un dolore localizzato al ginocchio, che si manifesta durante i movimenti o quando si carica peso sull’arto colpito. Molti pazienti riferiscono una sensazione di blocco articolare o di scatto, causata da frammenti di menisco lesionato che interferiscono con il normale movimento. Nei casi più avanzati, il ginocchio può diventare gonfio e rigido, limitando la capacità di piegarlo o estenderlo completamente.

Come si cura?

Il trattamento per una lesione del menisco dipende dall’età, dal livello di attività fisica e dalla gravità della lesione. L’obiettivo principale è ridurre il dolore, ripristinare la stabilità del ginocchio e prevenire complicazioni come l’artrosi.

L’esercizio terapeutico è spesso la prima opzione nei casi meno gravi, aiutando a rinforzare i muscoli stabilizzatori del ginocchio e migliorare la mobilità senza intervento chirurgico. Un buon equilibrio muscolare riduce il carico sul menisco e favorisce il recupero della funzionalità articolare. Ri-Hub propone un programma di esercizi personalizzato per ottimizzare il recupero e prevenire il peggioramento della lesione.

Se la lesione è più ampia e provoca dolore persistente o blocco articolare, il medico può consigliare un intervento chirurgico in artroscopia, che può prevedere la riparazione del menisco o la rimozione della parte danneggiata.

Riabilitazione con Ri-Hub

Dopo un trattamento conservativo o un intervento chirurgico, è fondamentale seguire un percorso riabilitativo per ripristinare la forza, la stabilità e la funzionalità del ginocchio.

Con Ri-Hub, potrai seguire un programma di esercizi progressivi per rinforzare la muscolatura, migliorare la mobilità e tornare alle tue attività quotidiane senza dolore, riducendo il rischio di nuove lesioni e prevenendo il peggioramento della condizione.

Che cos’è?

La tendinite rotulea, conosciuta anche come ginocchio del saltatore, è un’infiammazione del tendine rotuleo, la struttura che collega la rotula alla tibia e che ha un ruolo chiave nella stabilità del ginocchio e nei movimenti di estensione della gamba. Questa condizione è comune negli atleti e nelle persone che svolgono attività che prevedono salti ripetuti o sforzi intensi del ginocchio. Se non trattata adeguatamente, la tendinite rotulea può peggiorare e portare a una degenerazione del tendine.

Perché si sviluppa?

La causa principale della tendinite rotulea è il sovraccarico funzionale del tendine, che subisce microtraumi ripetutisenza avere il tempo di recuperare. Sport come basket, pallavolo, atletica leggera e calcio espongono il tendine a continue sollecitazioni, aumentando il rischio di infiammazione. Anche fattori come squilibri muscolari, rigidità dei quadricipiti e postura errata possono contribuire allo sviluppo della patologia, così come un uso eccessivo del ginocchio in attività lavorative o ricreative.

Quali sono i sintomi?

Il sintomo principale è un dolore localizzato nella parte anteriore del ginocchio, appena sotto la rotula. All’inizio, il fastidio si manifesta solo dopo l’attività fisica, ma con il tempo può comparire anche durante movimenti semplici come camminare, salire le scale o stare seduti a lungo con il ginocchio piegato. Nei casi più gravi, il tendine può risultare gonfio, ispessito e più sensibile alla palpazione, con una ridotta capacità di estendere il ginocchio senza dolore.

Come si cura?

Il trattamento della tendinite rotulea si basa su tre obiettivi principali: ridurre l’infiammazione, migliorare l’elasticità e la resistenza del tendine e correggere eventuali squilibri muscolari.

L’esercizio terapeutico è fondamentale per riequilibrare le tensioni muscolari e rinforzare il quadricipite e i muscoli stabilizzatori del ginocchio. Movimenti controllati e progressivi aiutano a ridurre il carico sul tendine e migliorare la sua capacità di resistenza agli sforziRi-Hub offre un programma di esercizi personalizzato per gestire il dolore e recuperare la funzionalità del ginocchio in modo efficace.

Anche le abitudini quotidiane vanno adattate: ridurre temporaneamente le attività che sovraccaricano il tendine, migliorare la mobilità della catena muscolare posteriore e adottare strategie per distribuire meglio il carico sulle articolazioni può accelerare il recupero.

Nei casi più avanzati, possono essere utili trattamenti manuali per rilassare le tensioni muscolari e, se necessario, il medico può valutare l’uso di terapie farmacologiche o infiltrative per ridurre l’infiammazione. La chirurgia è rara e viene considerata solo in presenza di danni tendinei gravi che non rispondono al trattamento conservativo.

Riabilitazione con Ri-Hub

Dopo la fase acuta o un eventuale intervento, è fondamentale seguire un percorso riabilitativo per ripristinare la resistenza del tendine e prevenire recidive.

Con Ri-Hub, potrai seguire un programma di esercizi mirati per rinforzare i muscoli del ginocchio, migliorare la biomeccanica del movimento e ridurre lo stress sul tendine, permettendoti di tornare alle tue attività quotidiane e sportive in sicurezza.

Che cos’è?

La sindrome femoro-rotulea, è una condizione caratterizzata da un dolore localizzato nella parte anteriore del ginocchio, attorno o dietro la rotula. Questa problematica è causata da un malallineamento o un sovraccarico dell’articolazione femoro-rotulea, che porta a un’irritazione della cartilagine e delle strutture circostanti. È una delle cause più comuni di dolore al ginocchio, soprattutto negli sportivi e nelle persone che svolgono attività che comportano piegamenti ripetuti del ginocchio.

Perché si sviluppa?

Il dolore femoro-rotuleo può essere causato da diversi fattori, tra cui squilibri muscolari, postura errata e sovraccarico dell’articolazione. Una debolezza dei muscoli stabilizzatori dell’anca e del ginocchio, associata a una scarsa mobilità o a un’eccessiva rigidità del quadricipite e della catena posteriore, può portare a una distribuzione errata delle forze sulla rotula, aumentando lo stress sulla cartilagine. Anche attività ad alto impatto, come corsa, ciclismo o squat eseguiti con tecnica scorretta, possono favorire l’insorgenza del problema.

Quali sono i sintomi?

Il sintomo principale è un dolore diffuso nella parte anteriore del ginocchio, che peggiora con attività come salire e scendere le scale, stare seduti a lungo con il ginocchio piegato o accovacciarsi. Alcune persone riferiscono anche una sensazione di instabilità o cedimento del ginocchio, oltre a scricchiolii o crepitii durante i movimenti.

Come si cura?

Il trattamento della sindrome femoro-rotulea si concentra su tre obiettivi fondamentali: ridurre il dolore, migliorare l’allineamento della rotula e riequilibrare la muscolatura dell’arto inferiore.

L’esercizio terapeutico è il punto chiave della riabilitazione: il rinforzo mirato dei muscoli quadricipite, glutei e coreaiuta a migliorare la stabilità del ginocchio e a ridurre lo stress sulla rotula. Inoltre, esercizi di mobilità e stretching per la catena posteriore e il quadricipite favoriscono una migliore distribuzione delle forze sull’articolazione. Ri-Hub offre un programma di esercizi personalizzato per correggere gli squilibri muscolari e ridurre il dolore in modo efficace e progressivo.

Anche le abitudini quotidiane giocano un ruolo fondamentale: correggere la postura, migliorare l’appoggio del piede e ridurre i carichi eccessivi sul ginocchio aiuta a prevenire peggioramenti. Nei casi più acuti, il medico può valutare l’uso di trattamenti manuali o terapie farmacologiche per ridurre temporaneamente il dolore.

La chirurgia è raramente necessaria e viene considerata solo nei casi in cui la sindrome femoro-rotulea sia associata a malformazioni anatomiche gravi che causano un disallineamento permanente della rotula.

Riabilitazione con Ri-Hub

Dopo la fase acuta o in seguito a un intervento chirurgico, è essenziale un percorso riabilitativo per ripristinare il corretto allineamento della rotula e prevenire recidive.

Con Ri-Hub, potrai seguire un programma progressivo di esercizi per rinforzare i muscoli stabilizzatori del ginocchio, migliorare la biomeccanica del movimento e tornare alle tue attività quotidiane senza dolore e con maggiore sicurezza.

Che cos’è?

La condropatia rotulea è una condizione degenerativa caratterizzata dal danneggiamento della cartilagine della rotula, che porta a dolore e infiammazione nell’articolazione femoro-rotulea. Con il tempo, l’usura della cartilagine può compromettere la normale scorrevolezza della rotula sul femore, causando dolore nella parte anteriore del ginocchio e limitazione nei movimenti. Questa patologia è comune nei giovani sportivi, ma può colpire anche persone sedentarie, soprattutto in presenza di squilibri muscolari o alterazioni posturali.

Perché si sviluppa?

La condropatia rotulea è spesso il risultato di un sovraccarico funzionale dell’articolazione, che può derivare da movimenti ripetitivi, microtraumi o anomalie nell’allineamento della rotula. La debolezza del quadricipite, una postura scorretta e una biomeccanica alterata del ginocchio possono aumentare il rischio di usura della cartilagine. Anche attività come corsa, squat eseguiti in modo scorretto o lunghi periodi in posizione seduta possono favorire lo sviluppo della patologia.

Quali sono i sintomi?

Il sintomo principale è un dolore anteriore al ginocchio, che si intensifica con movimenti come salire o scendere le scale, inginocchiarsi o stare seduti a lungo con il ginocchio piegato. Alcune persone riferiscono scricchiolii o una sensazione di attrito dietro la rotula, segno dell’irritazione cartilaginea. Nei casi più avanzati, il ginocchio può diventare rigido e gonfio, con una riduzione della capacità di movimento.

Come si cura?

Il trattamento della condropatia rotulea si concentra su tre aspetti principali: ridurre il dolore, migliorare l’allineamento della rotula e rafforzare la muscolatura per proteggere l’articolazione.

L’esercizio terapeutico è essenziale per correggere gli squilibri muscolari e migliorare la stabilità del ginocchio. Il rinforzo del quadricipite e dei muscoli stabilizzatori dell’anca aiuta a ridurre il carico sulla rotula, mentre esercizi di mobilità e stretching favoriscono un miglior allineamento articolare. Ri-Hub propone un programma di esercizi personalizzato per migliorare la biomeccanica del ginocchio e prevenire il peggioramento della patologia.

Anche le abitudini quotidiane devono essere modificate: ridurre i movimenti che sovraccaricano la rotula, migliorare la postura e controllare il peso corporeo può aiutare a ridurre lo stress articolare. In alcuni casi, il medico può valutare l’uso di trattamenti manuali, antinfiammatori o infiltrazioni per alleviare temporaneamente il dolore. Nei casi più gravi, quando la cartilagine è gravemente compromessa, può essere necessario un intervento chirurgico.

Riabilitazione con Ri-Hub

Dopo un trattamento conservativo o un intervento chirurgico, è fondamentale un percorso riabilitativo per ripristinare la funzionalità del ginocchio e prevenire recidive.

Con Ri-Hub, potrai seguire un programma di esercizi progressivi per rinforzare i muscoli stabilizzatori, migliorare la mobilità e ridurre il dolore, permettendoti di tornare alle tue attività quotidiane senza limitazioni.

Che cos’è?

La sindrome della bandelletta ileotibiale, nota anche come ginocchio del corridore, è un’infiammazione causata dall’eccessivo sfregamento della bandelletta ileotibiale contro il condilo laterale del femore, nella parte esterna del ginocchio. Questo attrito ripetuto provoca dolore e irritazione, rendendo difficile la pratica sportiva e alcune attività quotidiane.

Perché si sviluppa?

Questa sindrome è comune nei runner, ciclisti ed escursionisti, ma può colpire chiunque pratichi attività che prevedono movimenti ripetitivi del ginocchio. Il problema si verifica spesso a causa di squilibri muscolari, biomeccanica alterata o sovraccarico funzionale. Fattori come debolezza dei muscoli glutei, rigidità della bandelletta ileotibiale e una postura errata possono favorire l’infiammazione. Anche l’uso di scarpe non adatte, terreni inclinati o un aumento eccessivo del volume di allenamento possono aggravare la condizione.

Quali sono i sintomi?

Il sintomo principale è un dolore localizzato sulla parte esterna del ginocchio, che inizialmente compare solo dopo un certo chilometraggio nella corsa o dopo prolungata attività fisica. Nei casi più avanzati, il dolore può manifestarsi anche camminando, salendo le scale o piegando il ginocchio. Alcuni pazienti avvertono anche una sensazione di tensione laterale o un leggero gonfiore nella zona colpita.

Come si cura?

Il trattamento della sindrome della bandelletta ileotibiale si concentra su tre obiettivi principali: ridurre l’infiammazione, migliorare la flessibilità della bandelletta e correggere gli squilibri muscolari per evitare ricadute.

L’esercizio terapeutico è essenziale per rinforzare i muscoli glutei e stabilizzatori del bacino, riducendo lo stress sulla bandelletta ileotibiale e migliorando il controllo del movimento. Un corretto lavoro di mobilità e stretching aiuta a diminuire la tensione sulla fascia laterale del ginocchio. Ri-Hub propone un programma di esercizi specifici per ristabilire il corretto equilibrio muscolare e prevenire nuovi episodi di infiammazione.

Anche le abitudini quotidiane vanno adattate: ridurre temporaneamente l’attività che causa dolore, correggere la postura durante la corsa e valutare il tipo di calzature aiuta a proteggere il ginocchio. Nei casi più acuti, il medico può consigliare trattamenti manuali per ridurre la tensione muscolare o terapie antinfiammatorie per alleviare il dolore.

La chirurgia è raramente necessaria e viene presa in considerazione solo in situazioni di infiammazione cronica che non risponde a nessun trattamento conservativo.

Riabilitazione con Ri-Hub

Dopo la fase acuta o un eventuale intervento chirurgico, è fondamentale un percorso riabilitativo per ristabilire il corretto movimento e prevenire recidive.

Con Ri-Hub, potrai seguire un programma progressivo di esercizi per migliorare la stabilità dell’anca, riequilibrare le tensioni muscolari e ridurre il rischio di infiammazione, permettendoti di tornare alle tue attività senza dolore e in sicurezza.

Che cos’è?

La borsite del ginocchio è un’infiammazione di una o più borse sierose, piccole sacche piene di liquido che hanno la funzione di ridurre l’attrito tra tendini, muscoli e ossa. Quando una borsa si infiamma, il ginocchio può diventare doloroso, gonfio e rigido, rendendo difficoltosi i movimenti quotidiani. Esistono diverse forme di borsite, a seconda della borsa colpita, tra cui la borsite pre-rotulea, la borsite infrapatellare e la borsite della zampa d’oca.

Perché si sviluppa?

La borsite del ginocchio può essere causata da traumi diretti, sovraccarico articolare o infezioni. Movimenti ripetitivi, come inginocchiarsi frequentemente (ad esempio nei lavori manuali o in alcuni sport), possono irritare la borsa e provocare l’infiammazione. Anche condizioni come l’artrite, la gotta o infezioni batteriche possono aumentare il rischio di sviluppare una borsite.

Quali sono i sintomi?

Il sintomo principale è il gonfiore localizzato nella zona del ginocchio, spesso accompagnato da dolore e rigidità. In alcuni casi, la pelle sopra la borsa infiammata può apparire arrossata e calda al tatto, segno di un processo infiammatorio attivo. Se la borsite è di origine infettiva, possono comparire febbre e sintomi sistemici.

Come si cura?

Il trattamento della borsite del ginocchio ha tre obiettivi principali: ridurre l’infiammazione, migliorare la mobilità e prevenire ricadute.

L’esercizio terapeutico è utile per migliorare la funzionalità del ginocchio e rinforzare i muscoli circostanti, in modo da ridurre il rischio di sovraccarico sulla borsa infiammata. Un programma mirato di esercizi aiuta a mantenere il movimento senza aggravare i sintomiRi-Hub propone un percorso riabilitativo personalizzato per affrontare la borsite in sicurezza e prevenire nuove infiammazioni.

Anche le abitudini quotidiane giocano un ruolo importante: evitare pressioni eccessive sul ginocchio, usare ginocchiere protettive se necessario e alternare momenti di movimento con il riposo può favorire la guarigione. Nei casi più acuti, il medico può valutare l’utilizzo di antinfiammatori o infiltrazioni, mentre in presenza di un’infezione può essere necessaria una terapia antibiotica.

La chirurgia è rara e viene presa in considerazione solo nei casi cronici in cui la borsite non risponde a nessun trattamento conservativo.

Riabilitazione con Ri-Hub

Dopo la fase acuta o un eventuale trattamento invasivo, un percorso riabilitativo mirato è essenziale per ripristinare la mobilità e prevenire ricadute.

Con Ri-Hub, potrai seguire un programma di esercizi progressivi per migliorare la stabilità e la flessibilità del ginocchio, ridurre il dolore e tornare alle tue attività quotidiane in sicurezza, evitando il rischio di nuove infiammazioni.

Che cos’è?

Le fratture del ginocchio sono lesioni che coinvolgono una o più ossa dell’articolazione, come il femore distale, la tibia prossimale o la rotula. Queste fratture possono compromettere la stabilità e la funzionalità del ginocchio, rendendo necessario un percorso di riabilitazione per recuperare la mobilità e la forza muscolare.

Perché si sviluppano?

Le fratture del ginocchio sono solitamente causate da traumi ad alta energia, come incidenti stradali, cadute da altezze elevate o impatti diretti durante attività sportive. Nei soggetti anziani con osteoporosi, anche traumi di lieve entità possono provocare una frattura. In alcuni casi, fratture da stress possono svilupparsi gradualmente a causa di microtraumi ripetuti e sovraccarico funzionale.

Quali sono i sintomi?

Dopo una frattura, il ginocchio appare gonfio, dolorante e instabile, con una ridotta capacità di movimento e, nei casi più gravi, una deformità evidente. Il dolore è intenso e aumenta con qualsiasi tentativo di carico sull’arto. Nei casi di frattura della rotula, può essere difficile estendere il ginocchio.

Come si curano?

Il trattamento delle fratture del ginocchio dipende dal tipo di lesione e dal grado di scomposizione. In alcuni casi, quando la frattura è stabile, il medico può optare per un trattamento conservativo, con l’uso di un tutore o un gesso per immobilizzare l’articolazione. Tuttavia, nelle fratture più complesse o scomposte, è necessario un intervento chirurgico per ripristinare la corretta anatomia dell’articolazione e garantire una guarigione ottimale.

Riabilitazione con Ri-Hub

Il percorso riabilitativo dopo una frattura del ginocchio deve essere personalizzato in base alla condizione del paziente e al tipo di trattamento seguito. In alcuni casi, può essere utile iniziare con trattamenti manuali in presenza, per ridurre le tensioni muscolari, migliorare la mobilità articolare e lavorare sulla cicatrice chirurgica, se presente. In altri casi, invece, si può procedere direttamente con un programma di esercizi terapeutici mirati, senza la necessità di trattamenti a lettino.

Con Ri-Hub, hai a disposizione un percorso di recupero graduale ed efficace, che ti permette di recuperare forza, stabilità e controllo del movimento in sicurezza, adattando gli esercizi alla tua fase di guarigione. L’obiettivo è aiutarti a riprendere le tue attività quotidiane in modo progressivo e senza rischi di sovraccarico, garantendo un recupero completo e duraturo.

Caviglia e Piede

La caviglia e il piede sono strutture fondamentali per la mobilità e la stabilità del corpo, poiché assorbono gli impatti, permettono la locomozione e garantiscono l’equilibrio. La caviglia è un’articolazione complessa formata da tibia, perone e astragalo, mentre il piede è composto da numerose ossa, muscoli e legamenti che lavorano insieme per supportare il peso corporeo e adattarsi alle superfici di appoggio.

A causa delle forti sollecitazioni a cui sono sottoposti, caviglia e piede sono particolarmente vulnerabili a infortuni, sovraccarichi e condizioni degenerative. Distorsioni, tendiniti, fratture e alterazioni posturali possono compromettere la funzionalità di queste strutture, causando dolore, instabilità e difficoltà nel camminare o praticare sport.

Un percorso di rieducazione motoria e di esercizi terapeutici mirati è fondamentale per recuperare la forza, la mobilità e la stabilità, riducendo il rischio di recidive e migliorando la qualità della vita.

Ecco un elenco delle principali patologie muscolo-scheletriche di caviglia e piede che possono trarre beneficio dall’esercizio terapeutico:

Che cos’è?

La distorsione della caviglia è una delle lesioni più comuni dell’arto inferiore e si verifica quando i legamenti della caviglia si stirano o si lesionano a causa di un movimento brusco o di un appoggio scorretto del piede. Questa condizione può causare dolore, gonfiore e difficoltà nel camminare, con un rischio maggiore di instabilità se non viene trattata correttamente.

Perché si sviluppa?

La distorsione della caviglia avviene solitamente per un movimento improvviso e brusco, come una torsione eccessiva del piede verso l’interno (inversione) o verso l’esterno (eversione). Questo può accadere durante attività sportive, camminando su superfici irregolari o semplicemente mettendo male il piede a terra. Chi ha muscoli deboli, scarso equilibrio o precedenti distorsioni ha un rischio maggiore di infortunarsi nuovamente.

Quali sono i sintomi?

I sintomi variano in base alla gravità della distorsione. In una forma lieve si avverte un dolore moderato con leggero gonfiore, mentre nei casi più gravi possono comparire gonfiore importante, lividi e difficoltà a camminare. Alcuni pazienti riferiscono anche una sensazione di instabilità della caviglia, che può persistere se la lesione non viene trattata adeguatamente.

Come si cura?

Il trattamento della distorsione della caviglia ha tre obiettivi principali: ridurre il dolore e il gonfiore, recuperare la mobilità articolare e prevenire l’instabilità cronica.

L’esercizio terapeutico è essenziale per ripristinare la stabilità e la forza della caviglia. Inizialmente, esercizi di mobilizzazione aiutano a mantenere il movimento senza stressare i legamenti lesionati, mentre il rinforzo dei muscoli stabilizzatori aiuta a proteggere l’articolazione da nuove distorsioniRi-Hub offre un percorso riabilitativo personalizzato per recuperare la funzionalità della caviglia in sicurezza e prevenire ricadute.

Anche le abitudini quotidiane giocano un ruolo chiave: ridurre il carico nelle prime fasi, usare calzature adeguate e migliorare la propriocezione con esercizi specifici sono strategie fondamentali per una ripresa ottimale. Nei casi più severi, si può consigliare l’uso di tutori o bendaggi per stabilizzare la caviglia e, in situazioni estreme, un intervento chirurgico se i legamenti risultano completamente lesionati.

Riabilitazione con Ri-Hub

Con Ri-Hub, potrai seguire un programma di esercizi progressivi per rafforzare i muscoli stabilizzatori, migliorare l’equilibrio e il controllo motorio e prevenire nuovi infortuni, permettendoti di riprendere le tue attività quotidiane e sportive senza paura di ulteriori cedimenti.

In alcuni casi, può essere utile affiancare ai nostri esercizi dei trattamenti manuali con un fisioterapista, per ridurre eventuali tensioni muscolari, migliorare la mobilità e favorire un recupero più completo. Tuttavia, il percorso attivo resta il punto centrale per recuperare la stabilità della caviglia in modo efficace e duraturo.

Che cos’è?

L’instabilità cronica di caviglia è una condizione caratterizzata da cedimenti frequenti e sensazione di insicurezza nell’appoggio del piede, spesso conseguenza di distorsioni ripetute o mal trattate. Questo problema può limitare la capacità di svolgere attività quotidiane e sportive, aumentando il rischio di nuovi infortuni.

Perché si sviluppa?

L’instabilità cronica della caviglia si sviluppa principalmente a seguito di distorsioni recidivanti, che portano a un indebolimento dei legamenti e a un deficit di controllo neuromuscolare. Se dopo una distorsione non viene effettuata una riabilitazione adeguata, la caviglia può rimanere instabile, con un maggior rischio di nuovi episodi. Fattori come muscoli deboli, scarsa propriocezione e lassità legamentosa congenita possono aumentare la probabilità di sviluppare questa condizione.

Quali sono i sintomi?

Le persone con instabilità cronica di caviglia spesso riferiscono una sensazione di cedimento o debolezza, specialmente su superfici irregolari o durante movimenti improvvisi. Possono avvertire dolore, gonfiore intermittente e rigidità dopo un’attività intensa. Nei casi più avanzati, si possono verificare distorsioni frequenti anche con movimenti minimi, compromettendo la sicurezza nei movimenti.

Come si cura?

Il trattamento dell’instabilità cronica di caviglia si concentra su tre obiettivi principali: rinforzare i muscoli stabilizzatori, migliorare l’equilibrio e la propriocezione e ridurre il rischio di nuove distorsioni.

L’esercizio terapeutico è il pilastro fondamentale della riabilitazione. Un programma mirato aiuta a rinforzare i muscoli della caviglia, migliorare il controllo neuromuscolare e ridurre il rischio di ulteriori infortuniRi-Hub propone un percorso personalizzato di esercizi per migliorare la stabilità articolare e recuperare una maggiore sicurezza nei movimenti.

Anche le abitudini quotidiane devono essere adattate: l’uso di calzature adeguate e strategie per migliorare l’appoggio del piede può ridurre il rischio di cedimenti improvvisi. Nei casi più severi, quando la lassità dei legamenti è troppo marcata e compromette la funzionalità della caviglia, il medico può valutare un trattamento chirurgico per ripristinare la stabilità articolare.

Riabilitazione con Ri-Hub

Con Ri-Hub, potrai seguire un programma di esercizi progressivi per rafforzare i muscoli stabilizzatori, migliorare l’equilibrio e il controllo motorio e prevenire nuovi infortuni, permettendoti di riprendere le tue attività quotidiane e sportive senza paura di ulteriori cedimenti.

In alcuni casi, può essere utile affiancare ai nostri esercizi dei trattamenti manuali con un fisioterapista, per ridurre eventuali tensioni muscolari, migliorare la mobilità e favorire un recupero più completo. Tuttavia, il percorso attivo resta il punto centrale per recuperare la stabilità della caviglia in modo efficace e duraturo.

Che cos’è?

La tendinite achillea è un’infiammazione del tendine d’Achille, la struttura che collega i muscoli del polpaccio al tallone. Questa condizione provoca dolore, rigidità e gonfiore nella parte posteriore della caviglia, rendendo difficoltosi i movimenti come camminare, correre o stare in punta di piedi. Se non trattata adeguatamente, può evolvere in una degenerazione del tendine (tendinosi) o in una rottura parziale o totale.

Perché si sviluppa?

La tendinite achillea si sviluppa principalmente a causa di sovraccarico e microtraumi ripetuti, spesso dovuti ad attività sportive come corsa, calcio o basket. Un aumento improvviso dell’intensità dell’allenamento, l’uso di calzature inadeguate o una scarsa mobilità della caviglia possono favorire l’infiammazione. Anche fattori come piedi piatti, squilibri muscolari o rigidità del polpaccio aumentano il rischio di tendinite.

Quali sono i sintomi?

Il dolore compare nella parte posteriore della caviglia, vicino all’inserzione del tendine sul calcagno o lungo il tendine stesso. Inizialmente, il fastidio si manifesta solo dopo l’attività fisica, ma con il tempo può diventare persistente anche a riposo. Altri sintomi comuni sono gonfiore, rigidità mattutina e difficoltà nel camminare o stare in punta di piedi. Nei casi più avanzati, si può avvertire un ispessimento del tendine o dei piccoli noduli palpabili lungo la sua lunghezza.

Come si cura?

Il trattamento della tendinite achillea ha tre obiettivi principali: ridurre l’infiammazione, migliorare l’elasticità del tendine e rinforzare la muscolatura per prevenire ricadute.

L’esercizio terapeutico è fondamentale per il recupero, poiché movimenti mirati aiutano a ridurre il carico sul tendine, migliorare la flessibilità e potenziare i muscoli del polpaccioRi-Hub propone un programma di esercizi specifici per favorire la guarigione e migliorare la resistenza del tendine, riducendo il rischio di nuove infiammazioni.

Anche le abitudini quotidiane vanno modificate: evitare salti e scatti improvvisi, migliorare la mobilità della caviglia e utilizzare calzature adeguate aiuta a proteggere il tendine. Nei casi più gravi, possono essere utili terapie manuali o trattamenti antinfiammatori, mentre la chirurgia viene considerata solo in presenza di lesioni gravi o degenerazioni avanzate del tendine.

Riabilitazione con Ri-Hub

Con Ri-Hub, potrai seguire un programma di esercizi progressivi per rinforzare i muscoli del polpaccio, migliorare la biomeccanica della caviglia e favorire la guarigione del tendine, permettendoti di tornare alle tue attività quotidiane e sportive in sicurezza.

In alcuni casi, può essere utile affiancare ai nostri esercizi dei trattamenti manuali con un fisioterapista, per lavorare sulla mobilità della caviglia, ridurre le tensioni muscolari e migliorare la vascolarizzazione del tendine. Tuttavia, il percorso attivo resta il punto centrale per recuperare in modo efficace e duraturo.

Che cos’è?

La fascite plantare è un’infiammazione della fascia plantare, una struttura fibrosa che si estende dal tallone fino alle dita e che ha il compito di sostenere l’arco del piede e assorbire gli impatti durante la camminata. Questa condizione provoca dolore acuto sotto il tallone, specialmente al risveglio o dopo lunghi periodi di inattività, e può rendere difficoltoso camminare o praticare attività sportive.

Perché si sviluppa?

La fascite plantare è causata da un sovraccarico della fascia, che porta a microlesioni e infiammazione. Fattori di rischio includono attività ad alto impatto (corsa, salti), piede piatto o piede cavoscarpe inadeguatesquilibri muscolari e rigidità del polpaccio. Anche l’aumento di peso o lunghi periodi in piedi possono favorire la comparsa del disturbo.

Quali sono i sintomi?

Il sintomo più comune è un dolore acuto sotto il tallone, che si manifesta principalmente al mattino appena ci si alza dal letto o dopo lunghi periodi di riposo. Il fastidio tende a diminuire con il movimento, ma può peggiorare dopo attività prolungate o intensi sforzi fisici. Nei casi avanzati, il dolore può diventare costante e influenzare la qualità della vita.

Come si cura?

Il trattamento della fascite plantare ha tre obiettivi principali: ridurre l’infiammazione, migliorare l’elasticità della fascia e rinforzare la muscolatura del piede e del polpaccio.

L’esercizio terapeutico è fondamentale per migliorare la flessibilità e la resistenza della fascia plantare. Ri-Hub propone un programma di esercizi specifici per allungare e rafforzare i muscoli del piede e del polpaccio, migliorando la distribuzione del carico e prevenendo il peggioramento della condizione.

Anche le abitudini quotidiane devono essere modificate: usare scarpe adeguate, evitare camminate prolungate su superfici dure e migliorare la mobilità della caviglia sono strategie fondamentali per ridurre lo stress sulla fascia. Nei casi più resistenti, il medico può consigliare trattamenti manuali, terapia antinfiammatoria o, in situazioni estreme, infiltrazioni per alleviare il dolore. La chirurgia è rara e viene considerata solo nei casi più gravi.

Riabilitazione con Ri-Hub

Con Ri-Hub, potrai seguire un programma di esercizi progressivi per migliorare la mobilità del piede, ridurre la tensione sulla fascia plantare e rafforzare i muscoli coinvolti, permettendoti di tornare a camminare senza dolore.

In alcuni casi, può essere utile affiancare ai nostri esercizi dei trattamenti manuali con un fisioterapista, per lavorare sulla mobilità della fascia plantare e ridurre eventuali tensioni muscolari. Tuttavia, il percorso attivo resta il punto centrale per un recupero efficace e duraturo.

Che cos’è?

L’alluce valgo è una deformità del piede caratterizzata dalla deviazione laterale del primo dito (alluce) verso le altre dita, con la formazione di una sporgenza ossea nella parte interna del piede. Questa condizione può causare dolore, infiammazione e difficoltà nell’appoggio del piede, rendendo scomodo l’uso delle calzature e compromettendo la corretta biomeccanica del cammino.

Perché si sviluppa?

L’alluce valgo è spesso il risultato di fattori genetici, alterazioni posturali e utilizzo di calzature non adeguate. Scarpe troppo strette o con tacchi alti favoriscono la deviazione del dito, ma anche piedi piatti, iperlassità legamentosa e squilibri muscolari possono contribuire alla progressione della deformità. Nei casi più avanzati, l’alluce valgo può essere associato ad altre problematiche del piede, come metatarsalgia, dita a martello e borsiti.

Quali sono i sintomi?

Nelle prime fasi, si avverte un fastidio alla base dell’alluce, che può diventare un dolore più intenso con l’uso di scarpe strette o rigide. Con il tempo, la deformità diventa più evidente, causando infiammazione, arrossamento e rigidità articolare. Nei casi più gravi, il dolore può essere presente anche a riposo e influire sulla capacità di camminare normalmente.

Come si cura?

Il trattamento dell’alluce valgo dipende dalla gravità della deformità e dall’impatto sui movimenti quotidiani. L’obiettivo principale è ridurre il dolore, correggere gli squilibri muscolari e rallentare la progressione della deviazione.

L’esercizio terapeutico può essere molto utile per migliorare la mobilità articolare e rinforzare i muscoli del piede e della caviglia, contribuendo a stabilizzare l’alluce. Ri-Hub propone un percorso personalizzato di esercizi per alleviare il dolore, migliorare la biomeccanica del piede e prevenire il peggioramento della deformità.

Anche le abitudini quotidiane giocano un ruolo fondamentale: l’uso di calzature comode e adeguate, plantari su misura e strategie per migliorare la postura del piede possono ridurre il sovraccarico sull’alluce e alleviare i sintomi. Nei casi più avanzati, il medico può consigliare trattamenti manuali per migliorare la mobilità articolare o terapie antinfiammatorie per ridurre il dolore. Se la deformità è molto pronunciata e limita fortemente la funzionalità del piede, può essere necessario un intervento chirurgico per riallineare l’alluce.

Riabilitazione con Ri-Hub

Con Ri-Hub, potrai seguire un programma di esercizi progressivi per migliorare la forza e la mobilità del piede, ridurre il dolore e ottimizzare l’appoggio durante la camminata, permettendoti di svolgere le tue attività quotidiane senza fastidi.

In alcuni casi, può essere utile affiancare ai nostri esercizi dei trattamenti manuali con un fisioterapista, per migliorare la mobilità dell’alluce e ridurre le tensioni muscolari associate alla deformità. Tuttavia, il percorso attivo resta il punto centrale per ottenere un recupero efficace e duraturo.

Che cos’è?

Sindrome del tunnel tarsale: cos’è e come trattarla

La sindrome del tunnel tarsale è una neuropatia da compressione del nervo tibiale posteriore mentre passa attraverso il tunnel tarsale, una struttura situata nella parte interna della caviglia. Questa condizione provoca dolore, formicolio e alterazioni della sensibilità nel piede, rendendo difficile camminare o stare in piedi a lungo. Se non trattata, può portare a una debolezza muscolare e a una riduzione della funzionalità del piede.

Perché si sviluppa?

La sindrome del tunnel tarsale si verifica quando il nervo tibiale posteriore viene compresso o irritato a causa di infiammazione, traumi o alterazioni biomeccaniche. Può essere causata da piedi piatti, che aumentano la tensione sul nervo, o da patologie come artrite, tendiniti o cisti gangliari che riducono lo spazio all’interno del tunnel tarsale. Anche traumi diretti, come distorsioni della caviglia, possono scatenare l’infiammazione e la compressione del nervo.

Quali sono i sintomi?

I pazienti con sindrome del tunnel tarsale riferiscono dolore, formicolio e bruciore lungo il lato interno della caviglia e del piede, che può irradiarsi fino alle dita. Il fastidio può peggiorare durante la camminata o con il mantenimento prolungato della posizione eretta. Nei casi più avanzati, possono verificarsi perdita di sensibilità e debolezza muscolare, rendendo difficile muovere correttamente il piede.

Come si cura?

Il trattamento della sindrome del tunnel tarsale ha tre obiettivi principali: ridurre la compressione del nervo, migliorare la mobilità del piede e rafforzare i muscoli per prevenire ricadute.

L’esercizio terapeutico è fondamentale per migliorare la biomeccanica del piede e ridurre la tensione sul nervo tibiale posteriore. Un lavoro mirato sulla mobilità della caviglia, il rinforzo dei muscoli del piede e la correzione degli squilibri posturali aiuta a ridurre i sintomi e prevenire il peggioramento. Ri-Hub propone un programma di esercizi specifici per alleviare il dolore e migliorare la funzionalità del piede in modo sicuro ed efficace.

Anche le abitudini quotidiane devono essere adattate: l’uso di calzature adeguate, plantari personalizzati e strategie per ridurre il sovraccarico sul piede può contribuire al miglioramento dei sintomi. Nei casi più gravi, il medico può valutare l’utilizzo di trattamenti manuali, farmaci antinfiammatori o infiltrazioni per ridurre la compressione del nervo. Se la compressione è severa e persistente, si può ricorrere a un intervento chirurgico per liberare il nervo.

Riabilitazione con Ri-Hub

Con Ri-Hub, potrai seguire un programma di esercizi progressivi per migliorare la mobilità della caviglia, rafforzare i muscoli del piede e ridurre la compressione del nervo, permettendoti di tornare a camminare senza dolore e con maggiore stabilità.

In alcuni casi, può essere utile affiancare ai nostri esercizi dei trattamenti manuali con un fisioterapista, per ridurre eventuali tensioni muscolari e migliorare la mobilità articolare. Tuttavia, il percorso attivo resta il punto centrale per un recupero efficace e duraturo.

Che cos’è?

Le fratture della caviglia e del piede coinvolgono una o più ossa che compongono queste strutture fondamentali per la mobilità e il sostegno del corpo. Possono interessare la tibia, il perone, le ossa tarsali, metatarsali o le falangi e compromettere la capacità di camminare e sostenere il peso. Dopo una frattura, è essenziale un percorso riabilitativo per recuperare la mobilità, la forza muscolare e la stabilità articolare.

Perché si sviluppano?

Le fratture della caviglia e del piede sono generalmente causate da traumi diretti o torsioni improvvise, come incidenti sportivi, cadute, incidenti stradali o movimenti scorretti che sovraccaricano l’articolazione. Nei soggetti con osteoporosi, anche traumi di lieve entità possono portare a una frattura.

Quali sono i sintomi?

Una frattura della caviglia o del piede provoca dolore intenso, gonfiore, impossibilità a caricare peso sull’arto e, nei casi più gravi, deformità visibili. Possono essere presenti anche lividi e una sensazione di instabilità o cedimento dell’articolazione.

Come si curano?

Il trattamento dipende dalla gravità della frattura. Nei casi più lievi e stabili, il medico può optare per un trattamento conservativo, immobilizzando l’arto con un gesso o un tutore. Nei casi più complessi, con fratture scomposte o instabili, può essere necessario un intervento chirurgico, con l’applicazione di placche, viti o fissatori esterni per riallineare correttamente le ossa e favorire la guarigione.

Riabilitazione con Ri-Hub

Con Ri-Hub, potrai seguire un programma di esercizi progressivi per ripristinare la forza e la mobilità della caviglia e del piede, migliorare la stabilità articolare e tornare a camminare in sicurezza, riducendo il rischio di rigidità e compensi posturali.

Dopo la rimozione del gesso o dopo un intervento chirurgico, in alcuni casi può essere utile affiancare ai nostri esercizi dei trattamenti manuali con un fisioterapista, per migliorare la mobilità articolare, trattare la cicatrice chirurgica (se presente) e ridurre le tensioni muscolari. Tuttavia, il percorso attivo resta il punto centrale per un recupero efficace e duraturo.

Che cos’è?

Il neuroma di Morton è un’infiammazione di un nervo del piede, solitamente tra il terzo e il quarto dito, causata dalla compressione o dall’irritazione ripetuta. Questa condizione provoca una sensazione di dolore, bruciore o scossa elettrica nella parte anteriore del piede, spesso accentuata dall’uso di scarpe strette o dall’attività fisica.

Perché si sviluppa?

Il neuroma di Morton si sviluppa a causa della compressione cronica di un nervo interdigitale, che porta a un ispessimento del tessuto circostante e all’irritazione della struttura nervosa. I fattori di rischio includono scarpe con punta stretta o tacchi alti, che comprimono la parte anteriore del piede, alterazioni biomeccaniche come il piede piatto o cavo, e attività sportive che comportano ripetute sollecitazioni sull’avampiede, come corsa e sport di salto.

Quali sono i sintomi?

Il sintomo principale è un dolore acuto e urente nell’avampiede, spesso descritto come una scossa elettrica o una sensazione di corpo estraneo sotto le dita. Il fastidio peggiora con l’uso di scarpe strette e migliora a piedi nudi o con il massaggio. Nei casi più avanzati, il dolore può diventare costante e influire sulla camminata.

Come si cura?

Il trattamento del neuroma di Morton si concentra su tre obiettivi principali: ridurre la compressione del nervo, migliorare la biomeccanica del piede e prevenire la ricomparsa dei sintomi.

L’esercizio terapeutico aiuta a riequilibrare la muscolatura del piede, migliorare la mobilità articolare e ridurre il carico sulla zona irritataRi-Hub propone un percorso personalizzato per alleviare il dolore e migliorare la distribuzione del peso sull’avampiede, prevenendo il peggioramento della condizione.

Anche le abitudini quotidiane devono essere adattate: usare calzature più larghe e con una buona ammortizzazione, evitare scarpe con tacchi alti e lavorare sulla postura del piede sono strategie essenziali per ridurre la compressione sul nervo. Nei casi più avanzati, il medico può valutare l’utilizzo di trattamenti manuali, terapia antinfiammatoria o infiltrazioni per alleviare temporaneamente il dolore. Se i sintomi persistono, si può ricorrere a un intervento chirurgico per rimuovere il neuroma o decomprimere il nervo.

Riabilitazione con Ri-Hub

Con Ri-Hub, potrai seguire un programma di esercizi progressivi per rinforzare i muscoli del piede, migliorare la mobilità e ridurre la pressione sul nervo, permettendoti di tornare a camminare senza dolore.

In alcuni casi, può essere utile affiancare ai nostri esercizi dei trattamenti manuali con un fisioterapista, per migliorare la mobilità dell’avampiede e ridurre eventuali tensioni muscolari. Tuttavia, il percorso attivo resta il punto centrale per un recupero efficace e duraturo.

Che cos’è?

La metatarsalgia è una condizione dolorosa che colpisce la parte anteriore del piede, nella zona dei metatarsi, le ossa che supportano il peso corporeo durante la camminata. Questa problematica è causata da un eccessivo sovraccarico sull’avampiede, che può portare a dolore, infiammazione e difficoltà nell’appoggio del piede.

Perché si sviluppa?

La metatarsalgia si sviluppa a causa di un errato scarico del peso sull’avampiede, spesso dovuto a calzature inadeguate, sovrappeso o alterazioni biomeccaniche del piede, come il piede cavo o l’alluce valgo. Anche attività sportive ad alto impatto, come la corsa e il salto, possono contribuire alla comparsa del disturbo.

Quali sono i sintomi?

Il sintomo principale è un dolore localizzato sotto la pianta del piede, che può peggiorare durante la camminata o con l’uso di scarpe non adatte. Alcuni pazienti descrivono la sensazione di avere un sassolino sotto il piede, accompagnata da bruciore e infiammazione. Nei casi più avanzati, il dolore può essere costante e limitare la mobilità.

Come si cura?

Il trattamento della metatarsalgia ha tre obiettivi principali: ridurre il sovraccarico sull’avampiede, migliorare la biomeccanica del piede e prevenire recidive.

L’esercizio terapeutico aiuta a riequilibrare il carico sul piede, migliorare la forza e la mobilità delle dita e potenziare i muscoli stabilizzatori della cavigliaRi-Hub offre un percorso riabilitativo specifico per ridurre il dolore e prevenire il peggioramento della condizione.

Anche le abitudini quotidiane vanno modificate: scegliere calzature con un buon supporto plantare, evitare tacchi alti e controllare il peso corporeo sono strategie fondamentali per ridurre lo stress sui metatarsi. Nei casi più avanzati, il medico può consigliare l’uso di plantari su misura, trattamenti manuali o terapie antinfiammatorie per alleviare temporaneamente il dolore.

Riabilitazione con Ri-Hub

Con Ri-Hub, potrai seguire un programma di esercizi progressivi per rinforzare i muscoli del piede, migliorare la distribuzione del carico e ridurre la pressione sui metatarsi, permettendoti di camminare senza dolore e con maggiore stabilità.

In alcuni casi, può essere utile affiancare ai nostri esercizi dei trattamenti manuali con un fisioterapista, per migliorare la mobilità del piede e ridurre eventuali tensioni muscolari. Tuttavia, il percorso attivo resta il punto centrale per ottenere un recupero efficace e duraturo.

Che cos’è?

piede piatto e il piede cavo sono due condizioni strutturali che alterano l’arco plantare, modificando la distribuzione del peso e la biomeccanica del piede. Il piede piatto è caratterizzato da un abbassamento dell’arco plantare, che porta a un’eccessiva pronazione e a una maggiore instabilità. Al contrario, il piede cavo presenta un arco plantare accentuato, che può causare un sovraccarico sulle teste metatarsali e sulle dita, aumentando il rischio di dolore e rigidità.

Perché si sviluppano?

Entrambe le condizioni possono essere congenite o acquisite nel tempo. Il piede piatto può derivare da fattori genetici, lassità legamentosa o debolezza muscolare, mentre il piede cavo può essere legato a patologie neurologiche, squilibri muscolari o adattamenti posturali scorretti. Anche traumi o calzature inadeguate possono influenzare la conformazione dell’arco plantare.

Quali sono i sintomi?

Nel piede piatto, i sintomi più comuni sono dolore nella parte interna del piede e della caviglia, affaticamento durante la camminata e instabilità. Nei casi più gravi, può provocare compensi posturali che coinvolgono ginocchia, anche e schiena.

Nel piede cavo, il peso si concentra sull’avampiede e sul tallone, causando dolore sotto la pianta del piede, callosità, instabilità e rigidità articolare. Possono verificarsi anche problemi come la metatarsalgia o le dita a martello.

Come si curano?

Il trattamento per piede piatto e piede cavo ha tre obiettivi principali: migliorare la biomeccanica del piede, ridurre il dolore e prevenire sovraccarichi articolari.

L’esercizio terapeutico è essenziale per migliorare la stabilità, la forza muscolare e la mobilità dell’arco plantareRi-Hub propone un programma di esercizi personalizzato per correggere gli squilibri posturali e ottimizzare il supporto del piede.

Anche le abitudini quotidiane devono essere adattate: utilizzare calzature adeguate, evitare camminate prolungate su superfici dure e, se necessario, ricorrere a plantari su misura può ridurre il sovraccarico e prevenire il peggioramento della condizione. Nei casi più avanzati, il medico può consigliare trattamenti manuali per migliorare la mobilità del piede o, in rari casi, un intervento chirurgico per correggere deformità importanti.

Riabilitazione con Ri-Hub

Con Ri-Hub, potrai seguire un programma di esercizi progressivi per rinforzare la muscolatura del piede, migliorare la stabilità dell’arco plantare e prevenire dolori e sovraccarichi, permettendoti di camminare con maggiore comfort e sicurezza.

In alcuni casi, può essere utile affiancare ai nostri esercizi dei trattamenti manuali con un fisioterapista, per migliorare la mobilità articolare e ridurre le tensioni muscolari. Tuttavia, il percorso attivo resta il punto centrale per un recupero efficace e duraturo.

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