Arto superiore

La rieducazione motoria dell’arto superiore è un approccio terapeutico volto a ripristinare, mantenere o migliorare le funzioni motorie dei seguenti distretti spalle, braccia, gomiti, polsi e mani. Attraverso un piano personalizzato di esercizi terapeutici e guidati online da professionisti qualificati, miriamo a restaurare la mobilità, aumentare la forza, migliorare la coordinazione e ridurre la sintomatologia dolorosa, facendoti ritrovare il controllo e la libertà di movimento. Che si tratti di un infortunio, intervento chirurgico o semplicemente di dolori dovuti a posture scorrette, Ri-Hub ti aiuta a ritrovare la libertà di movimento e a svolgere le tue attività quotidiane senza difficoltà.

Spalla

La spalla è l’articolazione più mobile del corpo umano: ci permette di sollevare, ruotare e muovere il braccio in tante direzioni diverse. Grazie alla sua struttura complessa, possiamo compiere gesti quotidiani come prendere oggetti, vestirci o sollevare pesi.

Tuttavia, questa grande mobilità la rende anche più vulnerabile a infortuni, dolori e rigidità. Problemi alla spalla possono derivare da movimenti ripetuti, traumi, interventi chirurgici o semplicemente da una postura scorretta mantenuta nel tempo.

La rieducazione motoria della spalla è fondamentale per recuperare forza, mobilità e funzionalità, aiutandoti a ritrovare il tuo benessere giorno dopo giorno.

Ecco un elenco delle principali patologie muscolo-scheletriche della spalla che possono trarre beneficio dall’esercizio terapeutico:

Che cos’è la tendinite?

La tendinite della spalla è un’infiammazione dei tendini che collegano i muscoli alle ossa e permettono il movimento della spalla. È una condizione molto comune, soprattutto in chi svolge movimenti ripetitivi, sportivi o lavorativi, o in chi mantiene posture scorrette per lungo tempo.

Ecco le principali tendiniti che si possono verificare nell’articolazione della spalla:

Tendinite del muscolo sovraspinato

La tendinite del muscolo sovraspinato è un’infiammazione del tendine di uno dei principali muscoli della cuffia dei rotatori. Questo muscolo è fondamentale per i movimenti di sollevamento e abduzione del braccio (portare il braccio verso l’esterno). La condizione può causare dolore e limitazione dei movimenti, spesso legati a sforzi ripetitivi, traumi o usura del tendine. È una delle cause più comuni di dolore alla spalla.

Cause

Le cause più comuni includono:

  • Movimenti ripetitivi della spalla, spesso legati a sport come il tennis o il nuoto, o a lavori manuali.
  • Traumi o microlesioni, come cadute o sforzi improvvisi.
  • Usura del tendine dovuta all’età, che può provocare degenerazione e infiammazione.
  • Postura scorretta mantenuta a lungo, che sovraccarica il tendine.
  • Conflitto subacromiale, una condizione in cui il tendine viene compresso tra l’acromion (parte della scapola) e la testa dell’omero durante i movimenti.

Sintomi

La tendinite del muscolo sovraspinato si manifesta principalmente con:

  • Dolore alla spalla nella parte superiore, soprattutto durante il sollevamento del braccio.
  • Difficoltà nei movimenti sopra la testa, come pettinarsi, asciugarsi i capelli o prendere oggetti da un ripiano alto.
  • Dolore notturno, che peggiora se si dorme sul lato interessato.
  • Debolezza muscolare, che rende difficile mantenere il braccio sollevato.

Come curare la tendinite del muscolo sovraspinato:

Il trattamento della tendinite del muscolo sovraspinato varia in base alla gravità e alla fase della condizione:

Fase acuta

La fase acuta è il momento iniziale di una lesione o infiammazione, in cui il dolore è intenso e continuo, spesso accompagnato da gonfiore e difficoltà nei movimenti.

Durante la fase acuta, l’obiettivo principale è ridurre il dolore e l’infiammazione:

  • Riposo funzionale: Evitare movimenti che sovraccaricano il tendine, limitando le attività che causano dolore.
  • Applicazione di ghiaccio: Effettuare impacchi freddi sulla spalla per 15-20 minuti ogni 2-3 ore per diminuire l’infiammazione.
  • Terapie farmacologiche: Uso di antinfiammatori non steroidei (FANS), se prescritti dal medico, per ridurre il dolore e il gonfiore.
  • Trattamenti a lettino: In presenza di un fisioterapista, vengono eseguiti trattamenti manuali e mobilizzazioni mirate per alleviare il dolore e favorire il recupero del tendine.

Fase subacuta

La fase subacuta è il periodo di transizione dopo la fase acuta, in cui il dolore e l’infiammazione iniziano a diminuire. In questa fase si può gradualmente riprendere la mobilità e introdurre esercizi leggeri per favorire il recupero.

  • Esercizi di mobilità: Movimenti mirati per recuperare la flessibilità dell’articolazione.
  • Rinforzo muscolare: Esercizi progressivi per rafforzare i muscoli e migliorare la stabilità della spalla.
  • Correzione posturale: Migliorare la postura per ridurre il sovraccarico del tendine, soprattutto in caso di conflitto subacromiale.

Durante questa fase, l’obiettivo è ripristinare la mobilità e la forza della spalla per prevenire ricadute. Ri-Hub diventa il partner ideale per il tuo percorso di riabilitazione grazie al suo approccio personalizzato e flessibile.

  • Esercizi guidati online: I fisioterapisti qualificati di Ri-Hub ti guideranno in un programma mirato per migliorare la mobilità e rinforzare i muscoli della spalla.
  • Progressione graduale: Gli esercizi saranno adattati al tuo livello di recupero, per garantire un miglioramento costante senza rischi di sovraccarico.
  • Monitoraggio continuo: Attraverso la piattaforma, i professionisti possono osservare e correggere i tuoi movimenti, assicurandosi che tu esegua ogni esercizio in modo corretto e sicuro.
  • Supporto personalizzato: Il tuo percorso sarà costruito su misura per le tue esigenze, garantendo risultati efficaci e duraturi.

Con Ri-Hub, la riabilitazione della spalla diventa più semplice, accessibile e comoda, permettendoti di progredire verso il pieno recupero direttamente da casa tua.

La tendinite del muscolo bicipite brachiale è un’infiammazione che colpisce il tendine del capo lungo del bicipite, situato nella parte anteriore della spalla. Questo tendine è essenziale per i movimenti di flessione e supinazione dell’avambraccio, oltre a contribuire alla stabilità dell’articolazione della spalla. La condizione può causare dolore, rigidità e difficoltà nei movimenti quotidiani, ed è spesso legata a sforzi ripetitivi o sovraccarichi funzionali.

Cause

Le cause più comuni includono:

  • Movimenti ripetitivi: Attività sportive come il sollevamento pesi, il nuoto o il tennis possono sovraccaricare il tendine.
  • Traumi o microtraumi: Cadute o movimenti improvvisi che provocano stress al tendine.
  • Degenerazione del tendine: Usura naturale legata all’età, che indebolisce la struttura tendinea.
  • Conflitto subacromiale: Compressione del tendine tra la testa dell’omero e l’acromion, che genera infiammazione.
  • Postura scorretta: Posizioni mantenute a lungo che sovraccaricano la spalla.

Sintomi

La tendinite del muscolo bicipite brachiale si manifesta principalmente con:

  • Dolore nella parte anteriore della spalla, che può irradiarsi lungo il braccio.
  • Dolore durante la flessione del gomito o il sollevamento di oggetti pesanti.
  • Rigidità e fastidio nei movimenti di rotazione interna o esterna della spalla.
  • Debolezza muscolare, soprattutto nei movimenti che coinvolgono il bicipite.
  • Senso di scatto o attrito nella spalla durante certi movimenti.

Come curare la tendinite del muscolo bicipite brachiale:

Il trattamento della tendinite del muscolo bicipite brachiale dipende dalla gravità e dalla fase della condizione:

Fase acuta

La fase acuta è caratterizzata da dolore intenso e difficoltà nei movimenti. Durante questa fase, l’obiettivo è ridurre l’infiammazione e il dolore:

  • Riposo funzionale: Evitare i movimenti che aggravano il dolore, riducendo il carico sulla spalla e sul tendine.
  • Applicazione di ghiaccio: Impacchi freddi per 15-20 minuti ogni 2-3 ore per diminuire il gonfiore e l’infiammazione.
  • Terapie farmacologiche: Antinfiammatori non steroidei (FANS) prescritti dal medico per alleviare il dolore.
  • Trattamenti a lettino: Sedute con un fisioterapista per eseguire mobilizzazioni mirate e trattamenti manuali, favorendo il rilassamento dei tessuti e riducendo il dolore.

Fase subacuta o cronica

Durante questa fase, il dolore diminuisce, e l’obiettivo è recuperare forza e funzionalità:

  • Esercizi di mobilità: Movimenti mirati per recuperare la flessibilità e migliorare il range di movimento della spalla.
  • Rinforzo muscolare: Esercizi progressivi per rafforzare il bicipite e i muscoli circostanti, migliorando la stabilità della spalla.
  • Correzione posturale: Interventi per ottimizzare la postura e ridurre lo stress sul tendine.

Durante questa fase, l’obiettivo è ripristinare la mobilità e la forza della spalla per prevenire ricadute. Ri-Hub diventa il partner ideale per il tuo percorso di riabilitazione grazie al suo approccio personalizzato e flessibile.

  • Esercizi guidati online: I fisioterapisti qualificati di Ri-Hub ti guideranno in un programma mirato per migliorare la mobilità e rinforzare i muscoli della spalla.
  • Progressione graduale: Gli esercizi saranno adattati al tuo livello di recupero, per garantire un miglioramento costante senza rischi di sovraccarico.
  • Monitoraggio continuo: Attraverso la piattaforma, i professionisti possono osservare e correggere i tuoi movimenti, assicurandosi che tu esegua ogni esercizio in modo corretto e sicuro.
  • Supporto personalizzato: Il tuo percorso sarà costruito su misura per le tue esigenze, garantendo risultati efficaci e duraturi.

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La tendinite della cuffia dei rotatori è un’infiammazione che colpisce i tendini di un gruppo di muscoli fondamentali per la stabilità e i movimenti della spalla: sovraspinato, sottospinato, sottoscapolare e piccolo rotondo. Questa condizione è una delle cause più comuni di dolore alla spalla e può limitare notevolmente i movimenti, soprattutto nei gesti sopra la testa.

Cause

Le cause principali includono:

  • Movimenti ripetitivi: Attività che richiedono sforzi continui sopra la testa, come sport (nuoto, tennis) o lavori manuali.
  • Traumi o microtraumi: Cadute o movimenti improvvisi che danneggiano i tendini.
  • Usura legata all’età: Con il tempo, i tendini possono degenerarsi, aumentando il rischio di infiammazione.
  • Conflitto subacromiale: Compressione dei tendini tra l’acromion e la testa dell’omero.
  • Posture scorrette: Posizioni mantenute a lungo che sovraccaricano i tendini della spalla.

Sintomi

La tendinite della cuffia dei rotatori si manifesta con:

  • Dolore alla spalla che può irradiarsi lungo il braccio, peggiorando durante i movimenti o di notte.
  • Rigidità e limitazione nei movimenti, in particolare durante il sollevamento o la rotazione del braccio.
  • Debolezza muscolare, che rende difficili gesti semplici come pettinarsi o sollevare oggetti.
  • Sensazione di scatto o attrito nella spalla durante certi movimenti.

Come curare la tendinite della cuffia dei rotatori:

Il trattamento varia in base alla gravità e alla fase della tendinite:

Fase acuta

La fase acuta è caratterizzata da dolore intenso e difficoltà nei movimenti. L’obiettivo è ridurre il dolore e l’infiammazione:

  • Riposo funzionale: Evitare i movimenti che peggiorano i sintomi e sovraccaricano i tendini.
  • Applicazione di ghiaccio: Utilizzare impacchi freddi per 15-20 minuti ogni 2-3 ore per ridurre il gonfiore.
  • Terapie farmacologiche: Uso di antinfiammatori non steroidei (FANS) prescritti dal medico per alleviare il dolore.
  • Trattamenti a lettino: In presenza di un fisioterapista, vengono eseguiti trattamenti manuali e mobilizzazioni mirate per alleviare il dolore e favorire il rilassamento dei tessuti.

Fase subacuta o cronica

In questa fase, si lavora per ripristinare la mobilità e la forza della spalla. Ri-Hub è il partner ideale per un trattamento mirato e personalizzato:

  • Esercizi guidati online: I fisioterapisti qualificati ti guideranno in un programma su misura per migliorare la mobilità e rinforzare i muscoli della cuffia dei rotatori.
  • Progressione graduale: Gli esercizi vengono adattati alle tue condizioni, garantendo un miglioramento continuo senza sovraccarichi.
  • Monitoraggio continuo: La piattaforma permette ai fisioterapisti di correggere i tuoi movimenti e seguire i tuoi progressi.
  • Supporto personalizzato: Ogni programma è pensato per le tue esigenze specifiche, garantendo un recupero completo e sicuro.

Con il supporto di Ri-Hub, la tendinite della cuffia dei rotatori può essere trattata in modo efficace, aiutandoti a ritrovare la mobilità e il benessere direttamente da casa tua.

La tendinite del muscolo sottoscapolare è un’infiammazione che colpisce il tendine del muscolo sottoscapolare, uno dei quattro muscoli della cuffia dei rotatori. Situato nella parte anteriore della scapola, questo muscolo è fondamentale per i movimenti di rotazione interna della spalla e per la sua stabilità. La condizione può causare dolore e limitazione funzionale, specialmente nei movimenti quotidiani che richiedono forza o rotazioni interne.

Cause

Le cause più comuni includono:

  • Movimenti ripetitivi: Attività che sovraccaricano il tendine, come sollevamento pesi o lavori manuali intensi.
  • Traumi o microtraumi: Movimenti improvvisi o cadute che provocano lesioni al tendine.
  • Usura e degenerazione: Età e sovraccarichi cronici possono indebolire il tendine.
  • Conflitto subcoracoideo: Compressione del tendine tra la coracoide (una protuberanza della scapola) e la testa dell’omero.
  • Postura scorretta: Una postura alterata può contribuire al sovraccarico del tendine.

Sintomi

La tendinite del muscolo sottoscapolare si manifesta con:

  • Dolore nella parte anteriore della spalla, che può irradiarsi lungo il braccio.
  • Difficoltà nei movimenti di rotazione interna, come abbottonarsi una camicia o infilarsi una giacca.
  • Rigidità e sensazione di blocco nei movimenti del braccio.
  • Debolezza muscolare, soprattutto durante sforzi che richiedono la rotazione interna o il sollevamento.

Come curare la tendinite del muscolo sottoscapolare:

Il trattamento dipende dalla gravità e dalla fase della condizione:

Fase acuta

Nella fase acuta, il trattamento mira a ridurre il dolore e l’infiammazione:

  • Riposo funzionale: Evitare attività che peggiorano il dolore, dando al tendine il tempo di recuperare.
  • Applicazione di ghiaccio: Effettuare impacchi freddi per 15-20 minuti ogni 2-3 ore per alleviare l’infiammazione.
  • Terapie farmacologiche: Uso di antinfiammatori non steroidei (FANS) prescritti dal medico.
  • Trattamenti a lettino: In presenza di un fisioterapista, vengono eseguiti trattamenti manuali e mobilizzazioni mirate per rilassare i muscoli e alleviare il dolore.

Fase subacuta o cronica

Durante questa fase, il focus è sulla riabilitazione e sul recupero della funzionalità. Con Ri-hub, puoi seguire un percorso personalizzato per trattare la tendinite in modo efficace:

  • Esercizi guidati online: Programmi specifici per migliorare la mobilità e rinforzare i muscoli coinvolti.
  • Progressione graduale: Gli esercizi sono adattati al livello di recupero, evitando sovraccarichi.
  • Correzione posturale: Miglioramento della postura per prevenire ulteriori sovraccarichi.
  • Monitoraggio continuo: I fisioterapisti monitorano i tuoi movimenti e ti forniscono feedback in tempo reale.

Con il supporto di Ri-hub, la tendinite del muscolo sottoscapolare può essere trattata in modo comodo e sicuro, permettendoti di tornare alle tue attività quotidiane senza dolore.

La spalla congelata, nota anche come capsulite adesiva o frozen shoulder, è una condizione caratterizzata dal progressivo irrigidimento e dolore dell’articolazione della spalla. Il tessuto intorno alla spalla, chiamato capsula articolare, diventa infiammato e rigido, limitando il movimento e causando un dolore spesso grave.

La spalla congelata si sviluppa gradualmente e attraversa tre fasi principali, ognuna con sintomi specifici:

  1. Fase di congelamento: Nella prima fase, si verifica il “congelamento”, ossia la progressiva perdita di movimento della spalla e un’acutizzazione del dolore localizzato nella parte esterna della spalla e spesso irradiato al braccio. Questo dolore tende a peggiorare con il movimento e può disturbare il sonno, specialmente nelle fasi iniziali.
  2. Fase congelata: Nella seconda fase, il dolore diminuisce leggermente ma la spalla diventa sempre più rigida, rendendo difficile compiere movimenti come sollevare il braccio o portarlo dietro la schiena. Nei casi più gravi si può verificare anche l’intorpidimento della mano. La rigidità raggiunge il massimo durante la fase centrale della condizione, quando i gesti quotidiani diventano molto limitati.
  3. Fase di scongelamento o recupero: La terza fase è quella di “scongelamento”, il dolore diminuisce gradualmente e la mobilità comincia a migliorare, anche se il recupero completo può richiedere diversi mesi.

Le cause della spalla congelata:

Le cause esatte della spalla congelata non sono sempre chiare, ma ci sono alcuni fattori di rischio comuni:

  • Immobilità prolungata: A seguito di interventi chirurgici, traumi o fratture che impediscono il movimento della spalla.
  • Patologie metaboliche: Condizioni come diabete, ipotiroidismo o ipertiroidismo possono aumentare il rischio.
  • Infiammazioni o lesioni precedenti: Tendiniti, lesioni della cuffia dei rotatori o artrite possono predisporre alla capsulite adesiva.
  • Età e genere: Colpisce più frequentemente persone tra i 40 e i 60 anni, con una maggiore incidenza nelle donne.

Come curare la spalla congelata:

Il trattamento varia a seconda della fase della condizione e mira a ridurre il dolore, migliorare la mobilità e accelerare il recupero:

Fase di congelamento

L’obiettivo in questa fase è ridurre il dolore e prevenire ulteriore rigidità:

  • Terapie farmacologiche: Uso di antinfiammatori non steroidei (FANS) per alleviare il dolore e l’infiammazione sempre sotto prescrizione del medico
  • Iniezioni di corticosteroidi. Il cortisone è una potente medicina anti-infiammatoria che viene iniettato direttamente nella spalla.
  • Trattamenti a lettino: Mobilizzazioni delicate eseguite da un fisioterapista per ridurre il dolore senza stressare l’articolazione.
  • Applicazione di calore o ghiaccio: Per ridurre il dolore e migliorare il comfort.

Fase congelata

Durante questa fase, il focus è sul miglioramento graduale della mobilità:

  • Esercizi di stretching: Movimenti delicati e controllati per iniziare a sciogliere la rigidità articolare.
  • Esercizi terapeutici
  • Mobilizzazioni passive: Trattamenti manuali da parte di un fisioterapista per ampliare il range di movimento.
  • Terapie fisiche: Tecniche come ultrasuoni o elettroterapia per migliorare la circolazione e favorire la guarigione.

Il conflitto subacromiale o sindrome da impingement della spalla è una condizione dolorosa in cui il tessuto molle della spalla viene compresso, o “impingement”, tra le ossa dell’articolazione durante il movimento del braccio. I sintomi tipici includono dolore acuto quando si solleva il braccio e dolore che può estendersi dal lato della spalla fino al braccio.

Le cause del conflitto subacromiale della spalla

La sindrome da impingement è causata da una compressione anomala dei tendini della cuffia dei rotatori e della borsa subacromiale. Tra le cause principali troviamo:

  • Posture scorrette: Una postura scorretta, mantenuta a lungo, può alterare l’allineamento dell’articolazione della spalla, causando un conflitto durante i movimenti.
  • Movimenti ripetitivi: Attività sportive o lavorative che richiedono movimenti ripetuti sopra la testa, come il nuoto, il tennis o il sollevamento di pesi, possono sovraccaricare i tendini.
  • Sovraccarichi funzionali: L’uso eccessivo della spalla, senza un adeguato riposo, può portare a microtraumi e infiammazione dei tessuti.
  • Usura dei tendini: Con l’età, i tendini della cuffia dei rotatori possono degenerarsi, aumentando il rischio di compressione.
  • Varianti anatomiche: L’anatomia dell’acromion, una parte della scapola che sovrasta l’articolazione della spalla, gioca un ruolo fondamentale nella sindrome da impingement. In condizioni normali, lo spazio subacromiale è sufficiente per permettere il passaggio e il movimento dei tendini della cuffia dei rotatori e della borsa subacromiale senza attriti. Tuttavia, alcune varianti anatomiche dell’acromion possono ridurre questo spazio, aumentando il rischio di compressione e infiammazione. Le principali varianti dell’acromion sono:
  1. Acromion piatto (tipo I): Ha una forma piatta e offre il massimo spazio subacromiale, con minor rischio di conflitto.
  2. Acromion curvo (tipo II): Presenta una curvatura che può ridurre lo spazio subacromiale e aumentare il rischio di impingement.
  3. Acromion uncinato (tipo III): Ha una forma a uncino che restringe significativamente lo spazio, predisponendo i tendini della cuffia dei rotatori e la borsa subacromiale a un maggiore rischio di compressione. Queste anomalie sono congenite, ma l’usura dei tessuti e i microtraumi ripetuti possono peggiorare gli effetti di una conformazione sfavorevole. In presenza di un’anatomia anomala, il conflitto subacromiale può svilupparsi più facilmente durante movimenti ripetitivi o sovraccarichi, rendendo indispensabile un trattamento mirato per ridurre l’infiammazione e migliorare la funzionalità della spalla.

Sintomi

La sindrome da impingement subacromiale si sviluppa gradualmente e i suoi sintomi principali includono:

  • Dolore durante i movimenti sopra la testa: Il dolore si manifesta soprattutto quando si sollevano le braccia, si eseguono gesti come pettinarsi, raggiungere un ripiano alto o indossare una giacca.
  • Dolore notturno: Il disagio peggiora quando si dorme sul lato della spalla colpita, interferendo con il riposo.
  • Rigidità e limitazione nei movimenti: I movimenti della spalla diventano più difficili e limitati, soprattutto nelle attività che richiedono sollevamenti o rotazioni.
  • Debolezza muscolare: Il braccio può sembrare debole, rendendo difficile sollevare oggetti o eseguire attività che richiedono forza.
  • Sensazione di scatto o attrito: Alcuni movimenti possono causare una sensazione di scatto o una percezione di attrito nella spalla.

I sintomi tendono a peggiorare con il tempo se non trattati, passando da un dolore occasionale a una condizione più cronica che limita le attività quotidiane.

Come trattare la sindrome da impingement della spalla

Il trattamento del conflitto subacromiale varia a seconda della gravità della condizione e mira a ridurre il dolore, migliorare la funzionalità e prevenire ulteriori danni ai tendini della cuffia dei rotatori. Ecco le strategie principali:

Fase acuta iniziale (riduzione del dolore e infiammazione)

La fase acuta è il momento iniziale di una lesione o infiammazione, in cui il dolore è intenso e continuo, spesso accompagnato da gonfiore e difficoltà nei movimenti.

  • Riposo funzionale: Evitare i movimenti che aggravano il dolore, come quelli ripetitivi sopra la testa, per consentire ai tessuti infiammati di recuperare.
  • Terapie farmacologiche: Uso di antinfiammatori non steroidei (FANS) prescritti dal medico per alleviare dolore e infiammazione.
  • Applicazione di ghiaccio: Effettuare impacchi freddi sulla spalla per 15-20 minuti ogni 2-3 ore, specialmente dopo attività che peggiorano i sintomi.
  • Trattamenti a lettino: Mobilizzazioni articolari e tecniche manuali eseguite da un fisioterapista per ridurre la compressione subacromiale e migliorare la mobilità.

Riabilitazione attiva (fase subacuta)

La fase subacuta è il periodo di transizione dopo la fase acuta, in cui il dolore e l’infiammazione iniziano a diminuire. In questa fase si può gradualmente riprendere la mobilità e introdurre esercizi leggeri per favorire il recupero.

  • Esercizi di mobilità: Movimenti specifici e controllati per ripristinare il range di movimento della spalla.
  • Rinforzo muscolare: Esercizi progressivi per rafforzare i muscoli della cuffia dei rotatori e migliorare la stabilità dell’articolazione.
  • Correzione posturale: Miglioramento della postura per ridurre lo stress sull’articolazione e aumentare lo spazio subacromiale.

Il trattamento del conflitto subacromiale con Ri-hub

Ri-hub offre un approccio innovativo e personalizzato per il trattamento del conflitto subacromiale, integrando la tecnologia e il supporto di fisioterapisti qualificati per garantire un percorso riabilitativo efficace e accessibile direttamente da casa tua.

Perché scegliere Ri-hub per la riabilitazione del conflitto subacromiale?

  • Esercizi personalizzati: Ogni programma di esercizi è costruito su misura per il paziente, tenendo conto della fase della condizione (iniziale, subacuta o cronica) e delle esigenze specifiche.
  • Monitoraggio continuo: I fisioterapisti di Ri-hub osservano e valutano l’esecuzione degli esercizi in tempo reale attraverso la piattaforma, correggendo eventuali errori per evitare sovraccarichi o movimenti scorretti.
  • Progressione graduale: Gli esercizi vengono adattati man mano che il paziente recupera forza e mobilità, garantendo un miglioramento costante e sicuro.
  • Accessibilità totale: Con Ri-hub, non hai bisogno di recarti in una struttura sanitaria. Puoi ricevere un trattamento professionale comodamente da casa tua, riducendo costi e tempi di spostamento.

Trattamento chirurgico del conflitto subacromiale

Quando il trattamento conservativo e la riabilitazione non sono sufficienti a risolvere i sintomi del conflitto subacromiale, o se il dolore e la limitazione funzionale persistono per mesi, può essere necessario ricorrere alla chirurgia. Le opzioni includono:

  • Acromioplastica: Un intervento in artroscopia in cui il chirurgo rimodella o rimuove parte dell’acromion per aumentare lo spazio subacromiale e ridurre la compressione sui tendini della cuffia dei rotatori.
  • Rimozione della borsa infiammata (bursectomia): Se la borsa subacromiale è gravemente infiammata e non risponde al trattamento, può essere rimossa per alleviare i sintomi.
  • Riparazione dei tendini: Nei casi in cui il conflitto ha causato lesioni ai tendini della cuffia dei rotatori, è possibile ripararli chirurgicamente per ripristinare la funzionalità della spalla.
  • Resezione di osteofiti: Se sono presenti escrescenze ossee (osteofiti) che contribuiscono al conflitto, possono essere rimosse durante l’intervento.

Post-operatorio e riabilitazione

Dopo l’intervento chirurgico, la riabilitazione gioca un ruolo fondamentale per recuperare mobilità e forza. Ri-hub può supportare il paziente nella fase post-operatoria.

  • Esercizi di mobilità iniziale per evitare rigidità.
  • Programmi di rinforzo muscolare progressivo.
  • Monitoraggio continuo per garantire un recupero sicuro e personalizzato.

La lussazione della spalla è una condizione in cui la testa dell’omero fuoriesce dalla sua sede naturale ovvero la cavità glenoidea della scapola. Questa articolazione, la più mobile del corpo umano, è predisposta a instabilità proprio a causa della sua ampia libertà di movimento, che sacrifica parte della stabilità.

L’instabilità della spalla si manifesta quando l’articolazione non è più in grado di mantenere la testa dell’omero in posizione, causando episodi di sublussazione (parziale fuoriuscita) o lussazione completa. Può derivare da traumi acuti, lassità legamentosa o movimenti ripetitivi che indeboliscono le strutture di supporto.

Le cause della lussazione della spalla

La lussazione e l’instabilità della spalla possono essere causate da diversi fattori, che compromettono le strutture di supporto dell’articolazione:

  • Traumi acuti: Un colpo diretto, una caduta o un movimento brusco (ad esempio, durante attività sportive) può causare la fuoriuscita della testa dell’omero dalla cavità glenoidea.
  • Lassità legamentosa: Una condizione congenita o acquisita in cui i legamenti della spalla sono troppo elastici, riducendo la stabilità articolare.
  • Movimenti ripetitivi: Attività che richiedono movimenti sopra la testa possono indebolire i legamenti, i tendini e i muscoli, predisponendo a episodi di instabilità.
  • Precedenti episodi di lussazione: Dopo una prima lussazione, l’articolazione della spalla può rimanere più vulnerabile a causa di danni ai legamenti, alla capsula articolare o alla cartilagine.
  • Difetti strutturali: Alterazioni anatomiche, come una cavità glenoidea troppo piatta o una testa dell’omero troppo grande rispetto alla cavità, possono aumentare il rischio di instabilità.
  • Debolezza muscolare: Un indebolimento dei muscoli della cuffia dei rotatori o dei muscoli scapolari di supporto può ridurre la capacità della spalla di mantenersi stabile durante i movimenti.

I sintomi della lussazione della spalla

La lussazione della spalla e l’instabilità articolare si manifestano con sintomi variabili a seconda della gravità della condizione e della frequenza degli episodi. Ecco i sintomi principali:

  • Dolore intenso e improvviso: Durante una lussazione acuta, il dolore può essere molto forte e si localizza nella parte anteriore o superiore della spalla.
  • Deformità visibile: La testa dell’omero può spostarsi, causando una forma anomala della spalla.
  • Impossibilità di muovere la spalla: Dopo una lussazione, la spalla diventa rigida e dolorante, rendendo impossibili i movimenti del braccio.
  • Sensazione di instabilità: Nei casi di instabilità cronica, si avverte la sensazione che la spalla possa “uscire dalla sua sede” durante certi movimenti, come sollevare, ruotare il braccio o addirittura starnutendo nei casi di grave lassità legamentosa.
  • Debolezza muscolare: Nei movimenti del braccio, soprattutto sopra la testa, si può percepire una perdita di forza.
  • Formicolio o intorpidimento: In alcuni casi, i nervi vicini possono essere compressi, causando sensazioni di intorpidimento o formicolio lungo il braccio.

I sintomi possono peggiorare con movimenti ripetitivi o sforzi e possono variare tra episodi di lussazione completa e sublussazione.

Trattamento della lussazione della spalla

Il trattamento della lussazione della spalla dipende dalla gravità della condizione, dalla frequenza degli episodi di instabilità e dal livello di danno alle strutture articolari. Si articola in diverse fasi che mirano a ridurre il dolore, ripristinare la stabilità e prevenire ulteriori episodi di lussazione.

Trattamento iniziale (fase acuta)

La fase acuta è il momento iniziale di una lesione o infiammazione, in cui il dolore è intenso e continuo, spesso accompagnato da gonfiore e difficoltà nei movimenti.

Nelle prime fasi, il trattamento si concentra sul riposizionamento e sulla riduzione dell’infiammazione:

  • Riduzione della lussazione: La testa dell’omero deve essere riportata nella sua posizione naturale. Questo intervento deve essere eseguito da un medico qualificato per evitare ulteriori danni.
  • Immobilizzazione: Dopo la riduzione, il braccio viene immobilizzato con un tutore o una fascia per ridurre il dolore e favorire la guarigione dei tessuti per un periodo che può andare dalle 2 alle 4 settimane in base alla gravità della lussazione.
  • Terapie farmacologiche: Uso di antinfiammatori non steroidei (FANS) prescritti dal medico curante per alleviare dolore e gonfiore.
  • Applicazione di ghiaccio: Effettuare impacchi freddi per 15-20 minuti ogni 2-3 ore per ridurre l’infiammazione.

Riabilitazione attiva (fase subacuta e cronica)

Una volta superata la fase acuta, inizia la riabilitazione attiva, fondamentale per recuperare la forza, la stabilità e prevenire future lussazioni. È qui che Ri-hub diventa la soluzione ideale:

  • Esercizi di mobilità: Grazie al supporto di Ri-hub, i fisioterapisti qualificati ti guideranno in esercizi mirati durante videosedute live per ripristinare la gamma di movimento senza compromettere la stabilità articolare.
  • Rinforzo muscolare: Un programma personalizzato aiuterà a rafforzare i muscoli della cuffia dei rotatori e i muscoli scapolari, fondamentali per stabilizzare la spalla durante i movimenti quotidiani e sportivi.
  • Progressione graduale: Ri-hub adatta il tuo programma in base al livello di recupero, permettendoti di migliorare gradualmente senza rischi di sovraccarico.
  • Correzione della postura: Attraverso esercizi specifici e indicazioni pratiche, il programma Ri-hub ti aiuta a migliorare la postura, riducendo lo stress sull’articolazione e prevenendo ulteriori episodi di instabilità.
  • Monitoraggio continuo: Grazie alla piattaforma online, i fisioterapisti possono osservare i tuoi progressi, correggere in tempo reale eventuali errori e modificare il piano di trattamento in base alle tue esigenze.

Con Ri-hub, la riabilitazione attiva diventa più comoda e accessibile: puoi lavorare sulla tua spalla direttamente da casa, senza doverti spostare in una struttura fisica. La piattaforma garantisce un supporto continuo, esercizi mirati e la possibilità di monitorare costantemente i tuoi miglioramenti.

Con il supporto di Ri-hub, puoi affrontare la riabilitazione della lussazione della spalla in modo efficace e personalizzato, tornando a una vita attiva e senza dolore.

Se l’instabilità è cronica e gli episodi di lussazione persistono nonostante la riabilitazione, potrebbe essere necessario un intervento chirurgico. La chirurgia mira a riparare i danni strutturali, come legamenti lacerati o cartilagine danneggiata, e a stabilizzare l’articolazione.

L’artrosi della spalla è una patologia degenerativa che coinvolge l’articolazione tra la testa dell’omero e la cavità glenoidea della scapola. Con il tempo, la cartilagine che riveste le superfici articolari si consuma, causando attrito tra le ossa e portando a dolore, rigidità e perdita di mobilità.

Questa condizione è più comune nelle persone sopra i 50 anni, ma può colpire anche individui più giovani a seguito di traumi, usura precoce o condizioni come l’artrite reumatoide.

Cause

L’artrosi della spalla può avere diverse origini, che portano progressivamente al deterioramento della cartilagine articolare. Ecco le cause principali:

  • Usura e invecchiamento: È la causa più comune. Con il passare degli anni, la cartilagine si consuma naturalmente, riducendo la capacità dell’articolazione di muoversi senza attrito.
  • Traumi: Fratture, lussazioni o lesioni alla spalla possono danneggiare la cartilagine e accelerare il processo artrosico.
  • Uso ripetitivo: Attività lavorative o sportive che coinvolgono movimenti ripetitivi della spalla possono sovraccaricare l’articolazione, favorendo l’usura.
  • Artrite reumatoide: Questa patologia autoimmune provoca infiammazione cronica che può danneggiare la cartilagine e le strutture articolari della spalla.
  • Malformazioni congenite: Alterazioni strutturali dell’articolazione possono predisporre a un’usura precoce della cartilagine.
  • Infezioni articolari (artrite settica): Infezioni non trattate possono compromettere la salute della cartilagine e delle ossa, portando all’artrosi.

Sintomi

L’artrosi della spalla si sviluppa gradualmente e i suoi sintomi peggiorano con il tempo. Ecco i principali segnali della condizione:

  • Dolore persistente: Localizzato nella parte posteriore o superiore della spalla, il dolore è inizialmente lieve, peggiora con il movimento e può diventare costante, anche a riposo.
  • Rigidità articolare: La spalla perde progressivamente la sua mobilità, rendendo difficili i movimenti come alzare il braccio, vestirsi o sollevare oggetti.
  • Sensazione di scroscio o attrito: Si avverte un rumore o una sensazione di sfregamento durante i movimenti, dovuti al contatto diretto tra le ossa.
  • Debolezza muscolare: La spalla può risultare debole, rendendo faticose le attività quotidiane.
  • Infiammazione e gonfiore: Nei casi avanzati, l’articolazione può apparire gonfia a causa dell’infiammazione dei tessuti circostanti.
  • Dolore notturno: Nei casi più gravi, il dolore può disturbare il sonno, soprattutto se si dorme sul lato interessato.

Come trattare l’artrosi della spalla

Il trattamento dell’artrosi della spalla si concentra sulla riduzione del dolore, il miglioramento della mobilità e il rallentamento della progressione della patologia. Le opzioni variano in base alla gravità della condizione e includono approcci conservativi, riabilitativi e, in casi estremi, chirurgici.

Trattamento conservativo

Si riferisce a un approccio non invasivo per gestire una patologia o una condizione medica, evitando interventi chirurgici o procedure invasive. Questo tipo di trattamento si concentra sul sollievo dei sintomi, sul miglioramento della funzionalità e sulla prevenzione del peggioramento della condizione attraverso tecniche meno rischiose e più naturali.

  • Terapie farmacologiche: Uso di antinfiammatori non steroidei (FANS) e antidolorifici per alleviare il dolore e ridurre l’infiammazione. Nei casi più gravi, possono essere prescritte infiltrazioni di corticosteroidi direttamente nell’articolazione.
  • Applicazioni di calore e freddo: Il calore può aiutare a rilassare i muscoli e migliorare la mobilità, mentre il freddo riduce l’infiammazione e il dolore acuto.
  • Riposo funzionale: Evitare movimenti o attività che sovraccaricano l’articolazione.
  • Trattamenti a lettino: Mobilizzazioni articolari e tecniche manuali eseguite da un fisioterapista per ridurre la tensione muscolare e migliorare la mobilità.

Riabilitazione attiva con Ri-hub

La riabilitazione è essenziale per rallentare la progressione dell’artrosi e migliorare la qualità della vita del paziente. Ri-hub offre un approccio personalizzato e pratico, ideale per il trattamento dell’artrosi della spalla:

  • Esercizi di mobilità articolare: I fisioterapisti di Ri-hub ti guideranno in movimenti specifici per preservare e migliorare il range di movimento della spalla, evitando la rigidità.
  • Rinforzo muscolare: Programmi mirati per rafforzare i muscoli della cuffia dei rotatori e della scapola, fondamentali per sostenere l’articolazione e ridurre il carico sulla cartilagine danneggiata.
  • Progressione graduale: Gli esercizi vengono adattati in base alla gravità della condizione, permettendo un recupero costante senza rischi di sovraccarico.
  • Correzione della postura e consigli ergonomici: Migliorare la postura e apprendere movimenti corretti per ridurre lo stress sull’articolazione durante le attività quotidiane.
  • Monitoraggio continuo: I fisioterapisti di Ri-hub monitorano i tuoi progressi online, fornendo feedback costante e regolando il piano di trattamento in base alle tue necessità.

Con Ri-hub, puoi seguire un programma riabilitativo completo e accessibile direttamente da casa tua, riducendo il dolore e migliorando la funzionalità della spalla.

Trattamento chirurgico (nei casi avanzati)

Quando il dolore è persistente e l’artrosi limita gravemente le attività quotidiane, può essere necessario un intervento chirurgico:

  • Artroscopia: Rimozione di frammenti ossei o tessuti infiammati per migliorare il movimento.
  • Protesi di spalla: Sostituzione totale o parziale dell’articolazione nei casi di grave degenerazione cartilaginea.

Dopo un intervento chirurgico per l’artrosi della spalla, la fase di riabilitazione è fondamentale per recuperare mobilità, forza e funzionalità dell’articolazione. Inizialmente, il percorso riabilitativo prevede trattamenti a lettino sotto la guida di un fisioterapista, che si occupa di mobilizzazioni passive e tecniche manuali per ridurre la rigidità e prevenire aderenze.

Successivamente, Ri-hub entra in gioco, accompagnando il paziente nella fase attiva della riabilitazione attraverso un programma personalizzato di esercizi mirati:

  • Esercizi di mobilità: Movimenti graduali per recuperare l’intera gamma di movimento della spalla.
  • Rinforzo muscolare progressivo: Programmi per rafforzare i muscoli della spalla, migliorare la stabilità articolare e prevenire sovraccarichi.
  • Monitoraggio continuo: Attraverso la piattaforma di Ri-hub, i fisioterapisti osservano e correggono gli esercizi in tempo reale, garantendo la corretta esecuzione e la sicurezza del paziente.
  • Adattabilità e flessibilità: Gli esercizi sono modulati in base al progresso del paziente, assicurando un recupero efficace e personalizzato.

Grazie a Ri-hub, il paziente può proseguire la riabilitazione comodamente da casa, senza rinunciare al supporto di esperti, accelerando il ritorno alle normali attività quotidiane in modo sicuro ed efficace.

La borsite della spalla è un’infiammazione della borsa subacromiale, una piccola sacca piena di liquido situata tra la testa dell’omero e l’acromion. Questa struttura riduce l’attrito tra i tendini della cuffia dei rotatori e le ossa durante i movimenti della spalla. Quando la borsa si infiamma, provoca dolore, gonfiore e difficoltà nei movimenti.

La borsite della spalla è una delle cause più comuni di dolore alla spalla, spesso associata a movimenti ripetitivi, sovraccarichi o condizioni come il conflitto subacromiale.

Cause

La borsite della spalla può derivare da molteplici fattori che irritano o sovraccaricano la borsa subacromiale, portando all’infiammazione. Ecco le principali cause:

  • Movimenti ripetitivi: Attività che richiedono movimenti frequenti sopra la testa possono sovraccaricare la borsa.
  • Conflitto subacromiale: La compressione della borsa tra l’acromion e i tendini della cuffia dei rotatori durante i movimenti della spalla è una causa comune di irritazione.
  • Traumi: Un urto diretto o una caduta sulla spalla possono danneggiare la borsa e causare infiammazione.
  • Sovraccarico funzionale: Sforzi intensi, come sollevare oggetti pesanti o attività fisiche senza adeguato allenamento, possono irritare la borsa.
  • Artrite o altre patologie infiammatorie: Condizioni come l’artrite reumatoide o la gotta possono contribuire all’infiammazione della borsa.
  • Infezioni: In rari casi, un’infezione batterica può causare una borsite settica, che richiede trattamento medico immediato.

Sintomi

La borsite della spalla si manifesta con una combinazione di dolore, limitazione dei movimenti e segni di infiammazione. Ecco i sintomi principali:

  • Dolore localizzato: Si avverte nella parte superiore o anteriore della spalla, spesso irradiato lungo il braccio. Il dolore peggiora con i movimenti sopra la testa o con la pressione sulla spalla.
  • Rigidità articolare: La spalla può sembrare “bloccata”, con difficoltà nei movimenti come sollevare il braccio o raggiungere un oggetto in alto.
  • Gonfiore: Nei casi più evidenti, la zona può apparire gonfia a causa dell’infiammazione della borsa.
  • Dolore notturno: Peggiora quando si dorme sul lato colpito, interferendo con il sonno.
  • Sensazione di attrito: In alcuni casi, durante i movimenti, si può percepire una sensazione di sfregamento o scatto nella spalla.

Questi sintomi possono peggiorare con l’attività fisica e migliorare con il riposo, ma senza trattamento, l’infiammazione può diventare cronica.

Come trattare la borsite della spalla

Il trattamento della borsite della spalla mira a ridurre il dolore e l’infiammazione, preservare la mobilità e prevenire recidive. Le opzioni variano a seconda della gravità della condizione e includono approcci conservativi, riabilitativi e, in rari casi, interventi più invasivi.

Trattamento conservativo

Si riferisce a un approccio non invasivo per gestire una patologia o una condizione medica, evitando interventi chirurgici o procedure invasive. Questo tipo di trattamento si concentra sul sollievo dei sintomi, sul miglioramento della funzionalità e sulla prevenzione del peggioramento della condizione attraverso tecniche meno rischiose e più naturali.

Fase acuta: E’ il periodo iniziale di una lesione o infiammazione, caratterizzato da dolore intenso, gonfiore e ridotta funzionalità dell’area colpita. Durante questa fase, il focus è sulla gestione dell’infiammazione e sul sollievo del dolore, evitando ulteriori danni.

  • Riposo funzionale: Evitare movimenti ripetitivi o sforzi che aggravano il dolore, dando alla borsa il tempo di guarire.
  • Applicazione di ghiaccio: Ridurre il gonfiore e l’infiammazione con impacchi freddi per 15-20 minuti ogni 2-3 ore.
  • Terapie farmacologiche: Uso di antinfiammatori non steroidei (FANS) prescritti dal medico per alleviare dolore e infiammazione.
  • Infiltrazioni di corticosteroidi: In casi più gravi, il medico può raccomandare iniezioni per ridurre rapidamente l’infiammazione.

Fase subacuta: E’ il periodo di transizione dopo la fase acuta, in cui il dolore e l’infiammazione iniziano a diminuire, ma i tessuti non sono ancora completamente guariti. Durante questo periodo, si introduce gradualmente il movimento per favorire il recupero della funzionalità e prevenire rigidità o debolezza.

Riabilitazione attiva con Ri-hub

La riabilitazione è essenziale per trattare la borsite e prevenire recidive. Ri-hub offre un approccio innovativo e personalizzato per supportarti nel recupero:

  • Esercizi di mobilità articolare: I fisioterapisti di Ri-hub ti guideranno in esercizi mirati per ripristinare la mobilità e ridurre la rigidità senza aggravare l’infiammazione.
  • Rinforzo muscolare: Programmi progressivi per rafforzare i muscoli della cuffia dei rotatori e migliorare la stabilità dell’articolazione, riducendo lo stress sulla borsa.
  • Progressione controllata: Grazie alla piattaforma Ri-hub, il programma viene adattato in base alla gravità della tua condizione e ai tuoi progressi, garantendo un miglioramento sicuro e continuo.
  • Correzione della postura: Migliorare la postura e apprendere movimenti corretti per ridurre il rischio di ricadute.
  • Monitoraggio continuo: Attraverso Ri-hub, i fisioterapisti possono osservare i tuoi esercizi in tempo reale, correggendo eventuali errori e ottimizzando il piano di trattamento.

Con Ri-hub, puoi affrontare la riabilitazione comodamente da casa tua, con il supporto di professionisti qualificati e un programma personalizzato per il recupero completo.

Trattamento chirurgico (nei casi avanzati)

In situazioni molto gravi o croniche, quando i trattamenti conservativi non risultano efficaci, può essere necessario un intervento chirurgico per rimuovere la borsa infiammata o trattare la causa sottostante, come un conflitto subacromiale.

Dopo un intervento chirurgico per borsite della spalla, come una bursectomia, è essenziale seguire un percorso riabilitativo ben strutturato per ripristinare la mobilità e la forza dell’articolazione. In una prima fase, il trattamento prevede sessioni a lettino sotto la supervisione di un fisioterapista, con tecniche manuali e mobilizzazioni passive per alleviare il dolore e prevenire rigidità.

Successivamente, Ri-hub diventa protagonista della riabilitazione attiva, fornendo al paziente un programma di esercizi personalizzati e mirati.

Con Ri-hub, la riabilitazione post-operatoria è comoda, sicura e personalizzata, permettendo al paziente di recuperare al meglio direttamente da casa, senza rinunciare al supporto professionale.

Fratture dell’omero

Le fratture dell’omero coinvolgono l’osso lungo del braccio e possono interessare diverse porzioni: la testa omerale (parte superiore vicino alla spalla), il corpo (diafisi) o la porzione distale vicino al gomito. Queste fratture si verificano comunemente in seguito a traumi diretti, cadute o incidenti e possono causare dolore intenso, deformità e limitazione funzionale.

La gravità della frattura dipende dalla posizione, dall’estensione e dalla presenza di eventuali spostamenti dei frammenti ossei. Le fratture dell’omero possono essere:

  • Composte: I frammenti ossei rimangono allineati.
  • Scomposte: I frammenti ossei si spostano dalla loro posizione naturale.
  • Comminute: L’osso si frattura in più parti.

Cause

Le fratture dell’omero possono essere provocate da vari tipi di traumi o condizioni che indeboliscono la struttura dell’osso. Le cause principali includono:

  • Traumi diretti: Incidenti stradali, cadute o urti violenti che applicano una forza intensa direttamente sull’omero.
  • Cadute sul braccio teso: Un meccanismo comune, soprattutto negli anziani, in cui la forza dell’impatto si trasferisce lungo il braccio, causando la frattura.
  • Incidenti sportivi: Traumi durante attività ad alto impatto, come il calcio, il rugby o gli sport di contatto.
  • Fragilità ossea: Condizioni come l’osteoporosi, che rendono l’osso più debole e incline a fratture anche con traumi minori.
  • Patologie ossee: Tumori ossei o infezioni (come l’osteomielite) possono compromettere la resistenza dell’omero e aumentare il rischio di fratture.
  • Movimenti improvvisi o torsioni: In alcuni casi, una forza eccessiva applicata con un movimento brusco o rotatorio può causare una frattura, soprattutto nelle porzioni più sottili dell’omero.

Sintomi

Le fratture dell’omero si manifestano con sintomi evidenti, che variano a seconda della gravità e della posizione della frattura. Ecco i segni principali:

  • Dolore intenso: Localizzato nel punto della frattura, il dolore è immediato e peggiora con il movimento del braccio.
  • Gonfiore e lividi: L’area colpita può apparire gonfia e presentare ematomi, che si estendono spesso lungo il braccio.
  • Deformità visibile: Nei casi di fratture scomposte, l’osso può apparire fuori posizione, con una forma anomala del braccio.
  • Difficoltà o impossibilità di muovere il braccio: Il movimento diventa molto limitato o impossibile a causa del dolore e della perdita di continuità ossea.
  • Crepitio osseo: Sensazione o suono di “scricchiolio” quando si tenta di muovere il braccio o si esercita pressione sulla zona.
  • Formicolio o intorpidimento: Nei casi in cui i nervi vicini alla frattura vengono compressi o danneggiati, possono verificarsi alterazioni della sensibilità.

Nei casi più gravi, come le fratture scomposte o associate a traumi importanti, possono comparire anche sintomi sistemici come pallore o shock.

Come trattare le fratture dell’omero

Il trattamento delle fratture dell’omero dipende dalla posizione, dalla gravità e dalla presenza di eventuali complicazioni come spostamenti dei frammenti ossei o danni a nervi e vasi sanguigni. Si distingue tra approcci conservativi e interventi chirurgici, seguiti da un’importante fase di riabilitazione.

Trattamento conservativo

Si riferisce a un approccio non invasivo per gestire una patologia o una condizione medica, evitando interventi chirurgici o procedure invasive. Questo tipo di trattamento si concentra sul sollievo dei sintomi, sul miglioramento della funzionalità e sulla prevenzione del peggioramento della condizione attraverso tecniche meno rischiose e più naturali.

  • Immobilizzazione: Utilizzo di un tutore, fasciatura o bendaggio a otto per mantenere i frammenti ossei in posizione e favorire la guarigione. Questo approccio è più comune nelle fratture composte o parzialmente scomposte.
  • Terapie farmacologiche: Antidolorifici e antinfiammatori per controllare il dolore e ridurre il gonfiore prescritti dal medico
  • Monitoraggio radiografico: Controlli periodici con radiografie per verificare il corretto allineamento e il processo di guarigione dell’osso.

Riabilitazione con Ri-hub

Dopo il trattamento iniziale, la riabilitazione è essenziale per recuperare la funzionalità del braccio e prevenire complicazioni come rigidità o perdita di forza. Ri-hub offre un approccio personalizzato e pratico per supportarti nel percorso riabilitativo:

  • Esercizi di mobilità articolare: Movimenti mirati per recuperare gradualmente il range di movimento dell’omero, soprattutto dopo periodi di immobilizzazione.
  • Rinforzo muscolare: Programmi progressivi per rafforzare i muscoli della spalla, del braccio e della scapola, migliorando la stabilità e il controllo del movimento.
  • Progressione graduale: Il programma Ri-hub è adattato alle tue condizioni e ai tuoi progressi, garantendo una ripresa costante e sicura.
  • Correzione della postura: Tecniche per migliorare la postura e ridurre il rischio di sovraccarico durante le attività quotidiane.
  • Monitoraggio continuo: Con Ri-hub, i fisioterapisti monitorano i tuoi esercizi in tempo reale, fornendo feedback e regolando il piano di trattamento secondo le tue necessità.

La riabilitazione con Ri-hub ti permette di affrontare il recupero in modo efficace e comodo, direttamente da casa tua, con il supporto di esperti e un piano su misura per le tue esigenze.

Trattamento chirurgico

Quando la frattura è scomposta, comminuta o coinvolge strutture critiche, può essere necessario un intervento chirurgico:

  • Osteosintesi: Utilizzo di placche, viti o chiodi endomidollari per fissare i frammenti ossei in posizione.
  • Protesi parziale o totale: In caso di gravi danni alla testa omerale, soprattutto negli anziani, può essere necessaria una sostituzione con una protesi articolare.

Ri-hub: il tuo alleato post-operatorio per la frattura dell’omero

Dopo un intervento chirurgico per la frattura dell’omero, la riabilitazione gioca un ruolo fondamentale per recuperare la funzionalità del braccio. Inizialmente, il percorso prevede trattamenti a lettino, con mobilizzazioni passive e tecniche manuali eseguite da un fisioterapista per ridurre la rigidità e favorire una corretta guarigione senza sovraccaricare i tessuti.

Quando il paziente è pronto per la fase attiva, Ri-hub diventa il partner ideale per continuare il percorso riabilitativo. Attraverso un approccio personalizzato, Ri-hub permette di eseguire esercizi mirati per recuperare la mobilità e rafforzare i muscoli, adattandosi ai progressi individuali. La piattaforma garantisce un monitoraggio continuo da parte di fisioterapisti esperti, che forniscono supporto e correzioni per ottimizzare ogni esercizio.

Grazie alla flessibilità di Ri-hub, il paziente può progredire comodamente da casa, seguendo un programma pensato per migliorare gradualmente la forza e la stabilità, assicurando un recupero completo e duraturo.

Le fratture della clavicola sono tra le lesioni ossee più comuni, soprattutto a seguito di traumi diretti. La clavicola è l’osso lungo e sottile che collega lo sterno alla scapola, contribuendo alla stabilità della spalla e del braccio. Una frattura di questo osso può causare dolore intenso, difficoltà di movimento e deformità visibile.

Queste fratture sono più frequenti negli sport di contatto, nelle cadute o in incidenti stradali. Possono coinvolgere la parte centrale (più comune), l’estremità laterale (verso la spalla) o quella mediale (verso lo sterno).

Cause

Le fratture della clavicola sono generalmente il risultato di traumi diretti o forze applicate attraverso il braccio. Le cause principali includono:

  • Cadute sul braccio teso: Un meccanismo molto comune, in cui l’impatto si trasmette lungo il braccio fino alla clavicola, causando la frattura.
  • Traumi diretti alla spalla: Urti violenti, come quelli subiti durante sport di contatto o cadute dalla bicicletta.
  • Incidenti stradali: Impatti durante incidenti in auto o moto possono esercitare una forza significativa sulla clavicola.
  • Parto traumatico: Nei neonati, la frattura della clavicola può verificarsi durante un parto difficile, soprattutto in caso di distocia di spalla.
  • Osteoporosi o fragilità ossea: Condizioni che indeboliscono le ossa possono aumentare il rischio di fratture anche con traumi minori.

Sintomi

La frattura della clavicola si manifesta con sintomi evidenti, che spesso rendono facile riconoscere la condizione. Ecco i principali:

  • Dolore acuto e immediato: Localizzato sulla clavicola, il dolore peggiora con i movimenti della spalla o del braccio.
  • Deformità visibile: La clavicola può apparire fuori allineamento, con una protuberanza evidente o un “affossamento” nella zona della frattura.
  • Gonfiore e lividi: L’area della clavicola può essere gonfia e presentare ematoma, che si estendono al torace o alla spalla.
  • Limitazione funzionale: Difficoltà o impossibilità di muovere il braccio dal lato della frattura, a causa del dolore e dell’instabilità.
  • Sensazione di crepitio: Si può percepire uno “scricchiolio” o una sensazione di sfregamento osseo quando si tenta di muovere il braccio.
  • Dolore al tocco: La zona della frattura è estremamente sensibile alla palpazione.

Nei casi più gravi, se i frammenti ossei danneggiano i nervi o i vasi sanguigni vicini, possono comparire formicolio, intorpidimento o pallore del braccio.

Come trattare le fratture della clavicola

Il trattamento delle fratture della clavicola dipende dalla posizione della frattura, dalla gravità e dalla presenza di complicazioni. Nella maggior parte dei casi, il trattamento è conservativo, ma le fratture scomposte o con complicazioni richiedono un intervento chirurgico.

Trattamento conservativo

Si riferisce a un approccio non invasivo per gestire una patologia o una condizione medica, evitando interventi chirurgici o procedure invasive. Questo tipo di trattamento si concentra sul sollievo dei sintomi, sul miglioramento della funzionalità e sulla prevenzione del peggioramento della condizione attraverso tecniche meno rischiose e più naturali.

  • Immobilizzazione: Utilizzo di un tutore a “otto” o una fascia immobilizzante per mantenere la clavicola in posizione e favorire la guarigione. Questo trattamento è comune per le fratture composte o parzialmente scomposte.
  • Terapie farmacologiche: Antidolorifici e antinfiammatori (come i FANS) per alleviare il dolore e ridurre l’infiammazione sotto prescrizione del medico curante
  • Riposo funzionale: Evitare movimenti della spalla e del braccio fino a quando la frattura non è guarita.
  • Monitoraggio radiografico: Controlli regolari con radiografie per verificare il corretto allineamento dell’osso e la formazione del callo osseo.

Riabilitazione con Ri-hub

Dopo la guarigione iniziale, la riabilitazione è essenziale per recuperare la mobilità e la forza della spalla e del braccio. Ri-hub offre un programma di riabilitazione personalizzato per un recupero sicuro ed efficace:

  • Esercizi di mobilità articolare: Movimenti delicati per recuperare gradualmente la mobilità della spalla e della clavicola dopo il periodo di immobilizzazione.
  • Rinforzo muscolare: Programmi mirati per rafforzare i muscoli della spalla e del braccio, migliorando la stabilità e la funzionalità.
  • Progressione graduale: I fisioterapisti di Ri-hub adattano il programma di esercizi al tuo livello di recupero, garantendo un miglioramento costante senza rischi.
  • Correzione della postura: Tecniche e consigli per migliorare la postura, riducendo lo stress sulla clavicola durante le attività quotidiane.
  • Monitoraggio continuo: Grazie alla piattaforma Ri-hub, i fisioterapisti possono osservare i tuoi progressi, correggere eventuali errori e ottimizzare il piano riabilitativo.

Con Ri-hub, puoi affrontare la riabilitazione comodamente da casa tua, con il supporto di esperti e un piano personalizzato per tornare a una vita attiva.

Trattamento chirurgico

Le fratture scomposte, comminute o associate a complicazioni come danni a nervi o vasi sanguigni richiedono un intervento chirurgico:

  • Osteosintesi con placche e viti: I frammenti ossei vengono fissati con una placca di metallo e viti per garantire un allineamento stabile.
  • Fissazione con chiodi endomidollari: Inserimento di un chiodo nella clavicola per stabilizzare la frattura.

Ri-hub: il tuo supporto post-operatorio per la frattura della clavicola

Dopo un intervento chirurgico per la frattura della clavicola, come la fissazione con placche e viti, il percorso di riabilitazione è fondamentale per recuperare la funzionalità della spalla e dell’arto superiore. Nella fase iniziale, il trattamento si concentra su tecniche manuali e mobilizzazioni passive eseguite dal fisioterapista, per favorire la guarigione, ridurre il dolore e prevenire rigidità articolare.

Nella fase successiva, Ri-hub si inserisce come soluzione ideale per accompagnare il paziente verso un recupero completo. La piattaforma permette di seguire un programma di esercizi personalizzati, studiati per migliorare progressivamente la mobilità della spalla e rafforzare i muscoli coinvolti. Grazie al monitoraggio continuo da parte di fisioterapisti qualificati, Ri-hub garantisce la corretta esecuzione degli esercizi e un adattamento costante del piano riabilitativo in base ai progressi ottenuti.

Con Ri-hub, il paziente può affrontare la fase attiva della riabilitazione direttamente da casa, in modo comodo e sicuro, accelerando il ritorno alle normali attività quotidiane senza dolore o limitazioni.

Le fratture della scapola sono lesioni relativamente rare, che coinvolgono uno dei principali ossi della spalla. La scapola è un osso piatto e robusto situato nella parte posteriore del torace, che fornisce supporto e mobilità all’articolazione della spalla.

Le fratture della scapola sono solitamente causate da traumi ad alta energia, come incidenti stradali o cadute violente, e possono interessare diverse aree dell’osso: il corpo scapolare, l’acromion, la spina della scapola, la cavità glenoidea o il processo coracoideo.

Cause

Le fratture della scapola si verificano principalmente in seguito a traumi ad alta energia, dato che l’osso è protetto dai muscoli circostanti e dalla gabbia toracica. Le cause principali includono:

  • Incidenti stradali: Gli urti violenti durante collisioni in auto o moto rappresentano una delle cause più comuni.
  • Cadute dall’alto: Traumi da impatto, come cadute da una scala o da un’altezza significativa, possono esercitare una forza sufficiente a fratturare la scapola.
  • Traumi diretti: Colpi intensi alla schiena o alla spalla, ad esempio durante attività sportive ad alto contatto o lavori pesanti.
  • Fratture da stress: Rare, ma possibili in seguito a sforzi ripetitivi che sovraccaricano specifiche aree della scapola, come l’acromion, in atleti o lavoratori manuali.
  • Infortuni multipli: La frattura della scapola può essere associata a lesioni multiple in traumi maggiori, come fratture costali o lesioni alla colonna vertebrale.

Sintomi

Le fratture della scapola si manifestano con sintomi evidenti, che possono variare a seconda della gravità e della posizione della frattura. Ecco i principali:

  • Dolore intenso nella parte posteriore della spalla: Il dolore è localizzato intorno alla scapola e peggiora con i movimenti del braccio o della spalla.
  • Gonfiore e lividi: L’area intorno alla scapola può apparire gonfia e livida, estendendosi talvolta alla spalla o alla schiena.
  • Difficoltà nei movimenti: Muovere la spalla o il braccio diventa difficile e doloroso, con una limitazione funzionale significativa.
  • Deformità visibile: Nei casi più gravi, la scapola può apparire fuori allineamento o con una forma alterata.
  • Dolore alla respirazione profonda: Se la frattura è associata a lesioni costali, può essere doloroso espandere la gabbia toracica durante l’inspirazione.
  • Crepitio osseo: Una sensazione di scricchiolio o sfregamento può essere avvertita quando si tenta di muovere la spalla.

Nei traumi maggiori, i sintomi possono essere accompagnati da segni di altre lesioni, come formicolio o intorpidimento, se i nervi circostanti sono coinvolti.

Come Trattare le fratture della scapola

Il trattamento delle fratture della scapola dipende dalla posizione della frattura, dalla gravità e dalla presenza di complicazioni come spostamenti ossei o lesioni associate. Nella maggior parte dei casi, il trattamento è conservativo, ma alcune situazioni richiedono un intervento chirurgico.

Trattamento conservativo

Si riferisce a un approccio non invasivo per gestire una patologia o una condizione medica, evitando interventi chirurgici o procedure invasive. Questo tipo di trattamento si concentra sul sollievo dei sintomi, sul miglioramento della funzionalità e sulla prevenzione del peggioramento della condizione attraverso tecniche meno rischiose e più naturali.

Le fratture composte o con minimo spostamento dei frammenti ossei sono solitamente trattate in modo non chirurgico:

  • Immobilizzazione: La spalla viene immobilizzata con un tutore o una fascia per alcune settimane per favorire la guarigione e ridurre il dolore.
  • Terapie farmacologiche: Antidolorifici e antinfiammatori (FANS) prescritti dal medico sono utilizzati per gestire il dolore e ridurre l’infiammazione.
  • Riposo funzionale: Evitare movimenti che possano stressare la scapola durante il periodo di guarigione.
  • Monitoraggio radiografico: Controlli regolari con radiografie per verificare il corretto allineamento e la formazione del callo osseo.

Riabilitazione con Ri-hub

Dopo il trattamento iniziale, la riabilitazione è essenziale per recuperare la funzionalità della spalla e prevenire complicazioni come rigidità o perdita di forza. Con Ri-hub, puoi seguire un percorso di recupero personalizzato e sicuro:

  • Esercizi di mobilità articolare: Movimenti delicati e progressivi per ripristinare la gamma di movimento della spalla e della scapola.
  • Rinforzo muscolare: Programmi mirati per rafforzare i muscoli scapolari e della cuffia dei rotatori, fondamentali per stabilizzare e sostenere l’articolazione.
  • Progressione graduale: Gli esercizi vengono adattati in base al tuo livello di recupero, garantendo miglioramenti costanti senza rischi di sovraccarico.
  • Correzione della postura: Tecniche e consigli per migliorare la postura e prevenire ulteriori stress sulla scapola durante le attività quotidiane.
  • Monitoraggio continuo: Attraverso la piattaforma Ri-hub, i fisioterapisti possono osservare i tuoi progressi, correggere eventuali errori e ottimizzare il piano di trattamento.

Con Ri-hub, puoi affrontare la riabilitazione comodamente da casa tua, avendo accesso a fisioterapisti qualificati e a un programma pensato per le tue esigenze.

Trattamento chirurgico

Le fratture scomposte, comminute o quelle che coinvolgono la cavità glenoidea (la parte che articola con l’omero) possono richiedere un intervento chirurgico:

  • Fissazione con placche e viti: I frammenti ossei vengono fissati in posizione stabile per garantire un corretto allineamento e ripristinare la funzionalità articolare.
  • Riparazione delle lesioni associate: Durante la chirurgia, si trattano eventuali danni a legamenti, muscoli o altre strutture circostanti.

Ri-hub: il tuo alleato post-operatorio per la frattura della scapola

Dopo un intervento chirurgico per la frattura della scapola, come la fissazione con placche e viti nei casi più complessi, la riabilitazione è indispensabile per recuperare la funzionalità della spalla e della schiena. Inizialmente, il percorso prevede trattamenti a lettino con tecniche manuali e mobilizzazioni passive da parte di un fisioterapista, per ridurre la rigidità, favorire la guarigione e minimizzare il dolore.

Nella fase attiva della riabilitazione, Ri-hub offre un programma su misura per ogni paziente. Attraverso esercizi guidati, il recupero della mobilità e della forza muscolare avviene in modo graduale e sicuro, sempre sotto il monitoraggio continuo dei fisioterapisti della piattaforma. Ri-hub permette inoltre di adattare il percorso riabilitativo in base ai progressi personali, assicurando che ogni esercizio sia eseguito correttamente e senza rischi.

Grazie a Ri-hub, il paziente può proseguire comodamente la riabilitazione da casa, accelerando il recupero e tornando alle attività quotidiane in modo efficace e sicuro, con il supporto costante di professionisti qualificati.

La lesione della cuffia dei rotatori è un danno ai tendini o ai muscoli che compongono la cuffia dei rotatori, un gruppo di quattro muscoli fondamentali per i movimenti e la stabilità della spalla: sovraspinato, sottospinato, piccolo rotondo e sottoscapolare.

Queste lesioni possono variare da una semplice infiammazione o usura dei tendini (tendinopatia) a rotture parziali o complete. Sono comuni negli atleti, nei lavoratori manuali e nelle persone anziane, con un impatto significativo sulla funzionalità della spalla.

Cause

Le lesioni della cuffia dei rotatori possono essere causate da diversi fattori, che portano a danni graduali o improvvisi ai tendini e ai muscoli della spalla. Ecco le principali cause:

  • Usura e degenerazione: Con il passare degli anni, i tendini della cuffia dei rotatori si indeboliscono a causa dell’usura naturale, rendendo più probabili lesioni, soprattutto nelle persone sopra i 50 anni.
  • Movimenti ripetitivi: Attività che richiedono movimenti frequenti sopra la testa, come il nuoto, il tennis o il sollevamento di pesi, possono sovraccaricare i tendini e causarli microtraumi.
  • Conflitto subacromiale: Una compressione cronica dei tendini sotto l’acromion può portare a infiammazioni o lesioni tendinee.
  • Traumi improvvisi: Una caduta, un colpo diretto o uno sforzo improvviso possono provocare rotture parziali o complete dei tendini.
  • Sovraccarico funzionale: Esecuzione di sforzi eccessivi, come il sollevamento di oggetti pesanti, senza un’adeguata preparazione muscolare.
  • Patologie associate: Condizioni come l’artrite reumatoide o la calcificazione dei tendini possono aumentare il rischio di lesioni.

Sintomi

Le lesioni della cuffia dei rotatori si manifestano con sintomi che possono variare in base alla gravità del danno e alla durata della condizione. Ecco i principali:

  • Dolore localizzato nella spalla: Il dolore è spesso presente nella parte superiore o laterale della spalla e peggiora con movimenti come sollevare il braccio o ruotarlo.
  • Dolore notturno: È comune che il dolore si accentui di notte, specialmente quando si dorme sul lato colpito, disturbando il sonno.
  • Debolezza muscolare: La spalla può sembrare debole, rendendo difficili movimenti come sollevare oggetti, vestirsi o eseguire attività quotidiane.
  • Rigidità e limitazione dei movimenti: Si possono avere difficoltà a eseguire movimenti sopra la testa o a portare il braccio dietro la schiena.
  • Sensazione di scatto o attrito: Durante i movimenti, si può percepire un rumore o una sensazione di sfregamento nella spalla.
  • Dolore persistente anche a riposo: Nelle lesioni più gravi, il dolore può essere costante, anche senza muovere la spalla.

Questi sintomi tendono a peggiorare senza trattamento e possono portare a una significativa limitazione funzionale della spalla.

Come trattare le lesioni della cuffia dei rotatori

Il trattamento delle lesioni della cuffia dei rotatori dipende dalla gravità del danno (infiammazione, rottura parziale o completa), dall’età del paziente e dalle esigenze funzionali. Si articola in approcci conservativi, riabilitativi e, nei casi più gravi, chirurgici.

Trattamento conservativo

Si riferisce a un approccio non invasivo per gestire una patologia o una condizione medica, evitando interventi chirurgici o procedure invasive. Questo tipo di trattamento si concentra sul sollievo dei sintomi, sul miglioramento della funzionalità e sulla prevenzione del peggioramento della condizione attraverso tecniche meno rischiose e più naturali.

  • Riposo funzionale: Ridurre o evitare i movimenti che aggravano i sintomi, per consentire ai tendini di guarire.
  • Terapie farmacologiche: Uso di antinfiammatori non steroidei (FANS) prescritti dal medico per ridurre dolore e infiammazione.
  • Applicazione di ghiaccio o calore: Ghiaccio per ridurre l’infiammazione nelle fasi acute e calore per rilassare i muscoli e migliorare la circolazione nelle fasi subacute.
  • Infiltrazioni di corticosteroidi: Nei casi di dolore intenso e persistente, possono essere utili per ridurre rapidamente l’infiammazione.

Riabilitazione con Ri-hub

La riabilitazione è il pilastro del trattamento delle lesioni della cuffia dei rotatori, aiutando a ripristinare la mobilità, la forza e la funzionalità della spalla. Ri-hub rappresenta una soluzione ideale per un approccio personalizzato e innovativo:

  • Esercizi di mobilità articolare: Movimenti mirati per ridurre la rigidità e migliorare gradualmente il range di movimento della spalla.
  • Rinforzo muscolare: Programmi progressivi per rafforzare i muscoli della cuffia dei rotatori e della scapola, migliorando la stabilità dell’articolazione.
  • Progressione controllata: Il programma di Ri-hub è adattato al livello di recupero del paziente, garantendo un miglioramento sicuro e graduale.
  • Correzione posturale: Tecniche e esercizi per migliorare la postura e ridurre il sovraccarico dei tendini durante le attività quotidiane.
  • Monitoraggio continuo: Attraverso la piattaforma, i fisioterapisti di Ri-hub osservano i tuoi esercizi, forniscono feedback in tempo reale e ottimizzano il piano riabilitativo in base ai progressi.

Con Ri-hub, puoi affrontare la riabilitazione in modo comodo ed efficace, direttamente da casa tua, beneficiando di un programma personalizzato per il tuo recupero.

Trattamento chirurgico

Quando la lesione è grave (rottura completa o degenerativa) e non risponde al trattamento conservativo, può essere necessario un intervento chirurgico:

  • Riparazione artroscopica: I tendini lesionati vengono riparati attraverso piccole incisioni, utilizzando strumenti minimamente invasivi.
  • Riparazione aperta: Per lesioni più complesse, il chirurgo può intervenire direttamente sui tendini lesionati.
  • Protesi di spalla: Nei casi di lesioni irreparabili con artrosi associata, può essere necessaria una sostituzione totale o parziale dell’articolazione.

Ri-hub: il tuo supporto post-operatorio per le lesioni della cuffia dei rotatori

Dopo un intervento chirurgico per le lesioni della cuffia dei rotatori, come la riparazione dei tendini o l’acromioplastica, il percorso di riabilitazione è essenziale per recuperare la mobilità, la forza e la funzionalità della spalla. La fase iniziale prevede trattamenti a lettino con mobilizzazioni passive eseguite dal fisioterapista, per favorire la guarigione dei tessuti senza stressare l’articolazione e prevenire rigidità.

Quando si passa alla fase attiva, Ri-hub diventa il partner ideale per proseguire il recupero. La piattaforma offre un programma di esercizi personalizzati per migliorare gradualmente la mobilità della spalla, rinforzare i muscoli della cuffia dei rotatori e stabilizzare l’articolazione. Il monitoraggio continuo da parte dei fisioterapisti garantisce la corretta esecuzione degli esercizi e permette di adattare il piano di trattamento in base ai progressi del paziente.

Grazie a Ri-hub, il paziente può affrontare questa fase cruciale della riabilitazione direttamente da casa, in modo sicuro ed efficace, assicurandosi un recupero completo e duraturo con il supporto costante di esperti.

Gomito

Il gomito è un’articolazione complessa che consente al braccio di muoversi in modo preciso e flessibile. Collega l’osso superiore del braccio, l’omero, con le due ossa dell’avambraccio, il radio e l’ulna. Grazie a questa struttura, permette due movimenti principali: piegare e raddrizzare il braccio, e ruotare la mano per orientarla verso l’alto o il basso.

L’articolazione è sostenuta da muscoli, tendini e legamenti che la rendono stabile e funzionale, essenziale per attività quotidiane come sollevare, spingere o ruotare oggetti. Il gomito è un esempio perfetto di equilibrio tra forza e precisione.

La rieducazione motoria del gomito è fondamentale per recuperare forza, mobilità e funzionalità, aiutandoti a ritrovare il tuo benessere giorno dopo giorno.

Ecco un elenco delle principali patologie muscolo-scheletriche del gomito che possono trarre beneficio dall’esercizio terapeutico:

L’epicondilite, comunemente nota come gomito del tennista, è un’infiammazione o una degenerazione dei tendini che si inseriscono sull’epicondilo, una prominenza ossea situata nella parte esterna del gomito. Questa condizione è spesso causata da sforzi ripetitivi o sovraccarico dei muscoli estensori dell’avambraccio, che si utilizzano per movimenti come afferrare, sollevare o ruotare oggetti.

Cause

L’epicondilite è causata da uno stress eccessivo o ripetitivo sui tendini che si inseriscono sull’epicondilo, spesso associato a movimenti specifici. Ecco le principali cause:

  • Movimenti ripetitivi: Attività che richiedono movimenti continui di estensione e rotazione dell’avambraccio, come giocare a tennis, utilizzare attrezzi manuali o digitare per lunghi periodi.
  • Sovraccarico funzionale: Sforzi intensi o sollevamenti frequenti, specialmente con il polso in estensione, possono provocare microtraumi ai tendini.
  • Scarsa tecnica sportiva o lavorativa: Una tecnica errata negli sport come il tennis o nell’uso di strumenti manuali può aumentare la tensione sui tendini dell’avambraccio.
  • Invecchiamento e degenerazione tendinea: Con l’età, i tendini perdono elasticità e diventano più suscettibili a microlesioni, anche con sforzi moderati.
  • Traumi acuti o microtraumi ripetuti: Anche piccoli traumi ripetuti nel tempo possono portare all’insorgenza dell’infiammazione tendinea.

Sintomi

L’epicondilite si manifesta con una serie di sintomi che possono variare in intensità a seconda della gravità della condizione. ecco i principali:

  • Dolore localizzato: il dolore è avvertito nella parte esterna del gomito, spesso irradiato lungo l’avambraccio fino al polso.
  • Dolore durante i movimenti: il disagio aumenta con attività che richiedono presa o sollevamento, come stringere la mano, afferrare oggetti o ruotare il polso.
  • Debolezza nella presa: difficoltà a stringere oggetti, come una racchetta, una tazza o strumenti da lavoro.
  • Dolore a riposo: nei casi più avanzati, il dolore può persistere anche senza attività, interferendo con il riposo.
  • Sensibilità al tatto: l’epicondilo del gomito è spesso dolente alla digitopressione.

questi sintomi possono peggiorare senza un trattamento adeguato, limitando progressivamente le attività quotidiane.

Come trattare l’epicondilite

Il trattamento dell’epicondilite si concentra sulla riduzione del dolore e dell’infiammazione, sul miglioramento della funzionalità e sulla prevenzione di ulteriori episodi. Le opzioni variano a seconda della gravità e della fase della condizione, includendo approcci conservativi, riabilitativi e, raramente, interventi invasivi.

Trattamento conservativo

Si riferisce a un approccio non invasivo per gestire una patologia o una condizione medica, evitando interventi chirurgici o procedure invasive. Questo tipo di trattamento si concentra sul sollievo dei sintomi, sul miglioramento della funzionalità e sulla prevenzione del peggioramento della condizione attraverso tecniche meno rischiose e più naturali.

  • Riposo funzionale: Ridurre o evitare attività che aggravano i sintomi, per consentire ai tendini di recuperare.
  • Applicazione di ghiaccio: Utilizzare impacchi freddi sulla zona dolorante per 15-20 minuti ogni 2-3 ore, per ridurre dolore e infiammazione.
  • Terapie farmacologiche: Antinfiammatori non steroidei (FANS), prescritti dal medico, per alleviare il dolore e ridurre l’infiammazione.
  • Tutori o fasciature: L’uso di bracciali specifici può ridurre la tensione sui tendini coinvolti, alleviando il dolore durante le attività quotidiane.

Riabilitazione con Ri-hub

La riabilitazione è essenziale per un recupero completo e per prevenire ricadute. Con Ri-hub, il paziente può seguire un programma personalizzato e mirato, guidato da fisioterapisti esperti:

  • Esercizi di mobilità e stretching: Movimenti specifici per ridurre la tensione sui tendini e migliorare la flessibilità dell’avambraccio e del polso.
  • Rinforzo muscolare: Esercizi progressivi per rafforzare i muscoli dell’avambraccio, migliorando la stabilità e riducendo lo stress sui tendini durante le attività.
  • Correzione della postura: Con Ri-hub, il paziente riceve indicazioni per ottimizzare i movimenti quotidiani e sportivi, prevenendo ulteriori sovraccarichi.
  • Progressione graduale: Il programma di Ri-hub è adattato al livello di recupero del paziente, garantendo un miglioramento sicuro e costante.
  • Monitoraggio continuo: Grazie alla piattaforma, i fisioterapisti di Ri-hub osservano e valutano in tempo reale gli esercizi, fornendo feedback e modificando il piano di trattamento in base ai progressi.

Ri-hub rappresenta la soluzione ideale per chi desidera un percorso riabilitativo accessibile, efficace e personalizzato, direttamente da casa propria.

Trattamento invasivo

Nei casi più gravi o resistenti al trattamento conservativo, possono essere prese in considerazione opzioni più invasive:

  • Infiltrazioni di corticosteroidi o terapie rigenerative: Per ridurre l’infiammazione o favorire la rigenerazione tendinea.
  • Intervento chirurgico: In rari casi, è necessario riparare i tendini lesionati attraverso una procedura chirurgica.

Ri-hub: il tuo supporto post-trattamento invasivo per l’epicondilite

Dopo un trattamento invasivo per l’epicondilite, come infiltrazioni di corticosteroidi, terapie rigenerative (ad esempio il PRP – plasma ricco di piastrine) o intervento chirurgico, la fase di riabilitazione è cruciale per garantire un recupero completo e prevenire recidive. Inizialmente, il percorso prevede un periodo di riposo e trattamenti manuali guidati da un fisioterapista per favorire la guarigione dei tessuti.

Successivamente, Ri-hub diventa il partner ideale per accompagnare il paziente nella fase attiva della riabilitazione. La piattaforma offre un programma di esercizi personalizzati, studiati per migliorare la mobilità del gomito, rinforzare i muscoli dell’avambraccio e ridurre lo stress sui tendini trattati. I fisioterapisti di Ri-hub monitorano il paziente in tempo reale, garantendo la corretta esecuzione degli esercizi e adattando il piano riabilitativo ai progressi individuali.

Con Ri-hub, il paziente può affrontare la riabilitazione post-trattamento invasivo in modo sicuro ed efficace, direttamente da casa, accelerando il recupero e riprendendo le attività quotidiane senza dolore o limitazioni.

L’epitrocleite, è un’infiammazione o una degenerazione dei tendini che si inseriscono sull’epitroclea, una prominenza ossea situata nella parte interna del gomito. Questa condizione è causata da sovraccarichi o movimenti ripetitivi che coinvolgono i muscoli flessori dell’avambraccio e del polso.

Cause

L’epitrocleite è causata da un sovraccarico funzionale o da movimenti ripetitivi che provocano stress e microtraumi ai tendini flessori dell’avambraccio. Le principali cause includono:

  • Movimenti ripetitivi: Attività che richiedono flessione del polso o presa ripetitiva, come il golf, il tennis o l’utilizzo di strumenti manuali.
  • Sovraccarico funzionale: Sollevamento di oggetti pesanti o uso eccessivo dei muscoli flessori senza un adeguato riposo.
  • Postura scorretta: Una postura o un movimento errato durante attività sportive o lavorative può aumentare lo stress sui tendini.
  • Invecchiamento e degenerazione tendinea: Con l’età, i tendini perdono elasticità, diventando più vulnerabili ai microtraumi.

Sintomi

L’epitrocleite si manifesta con sintomi che si sviluppano gradualmente, peggiorando con il tempo se non trattata. Ecco i principali:

  • Dolore localizzato: Si avverte nella parte interna del gomito, spesso irradiato lungo l’avambraccio fino al polso.
  • Dolore durante i movimenti: Il disagio aumenta con attività come stringere la mano, sollevare oggetti, ruotare il polso o afferrare strumenti.
  • Debolezza muscolare: Si percepisce una riduzione della forza, in particolare nella presa o nei movimenti di flessione del polso.
  • Sensibilità al tatto: L’epitroclea è dolorante alla pressione.
  • Rigidità e fastidio a riposo: Nei casi avanzati, il dolore può persistere anche a riposo, influenzando le attività quotidiane.

Questi sintomi, se trascurati, possono limitare progressivamente la funzionalità del braccio e del gomito.

Come trattare l’epitrocleite

Il trattamento dell’epitrocleite si concentra sulla riduzione del dolore, sul recupero della funzionalità e sulla prevenzione di ulteriori danni ai tendini. Le opzioni comprendono approcci conservativi, riabilitativi e, nei casi più gravi, interventi invasivi.

Trattamento conservativo

Si riferisce a un approccio non invasivo per gestire una patologia o una condizione medica, evitando interventi chirurgici o procedure invasive. Questo tipo di trattamento si concentra sul sollievo dei sintomi, sul miglioramento della funzionalità e sulla prevenzione del peggioramento della condizione attraverso tecniche meno rischiose e più naturali.

  • Riposo funzionale: Ridurre o evitare le attività che aggravano i sintomi, consentendo ai tendini di ridurre l’infiammazione.
  • Applicazione di ghiaccio: Utilizzare impacchi freddi sulla parte interna del gomito per 15-20 minuti ogni 2-3 ore per ridurre dolore e infiammazione.
  • Terapie farmacologiche: Antinfiammatori non steroidei (FANS) prescritti dal medico per alleviare il dolore e diminuire l’infiammazione.
  • Tutori o fasciature: L’uso di fasce specifiche per il gomito può ridurre la tensione sui tendini e alleviare il dolore durante le attività quotidiane.

Riabilitazione con Ri-hub

La riabilitazione è fondamentale per un recupero completo e per prevenire ricadute. Con Ri-hub, il paziente può seguire un percorso personalizzato e mirato, guidato da fisioterapisti esperti:

  • Esercizi di mobilità e stretching: Movimenti mirati per allungare delicatamente i tendini e migliorare la flessibilità dell’avambraccio.
  • Rinforzo muscolare: Programmi progressivi per rafforzare i muscoli flessori e stabilizzatori del gomito, riducendo lo stress sui tendini.
  • Correzione della postura: Ri-hub fornisce indicazioni pratiche per migliorare i movimenti durante attività sportive o lavorative, prevenendo ulteriori sovraccarichi.
  • Progressione graduale: Gli esercizi vengono adattati al livello di recupero del paziente, garantendo un miglioramento costante e sicuro.
  • Monitoraggio continuo: Grazie alla piattaforma, i fisioterapisti di Ri-hub possono osservare e correggere gli esercizi in tempo reale, fornendo feedback per ottimizzare il trattamento.

Con Ri-hub, il paziente può affrontare la riabilitazione in modo comodo ed efficace, direttamente da casa, con un programma su misura per le proprie esigenze.

Trattamento invasivo

Nei casi più gravi o cronici, quando il trattamento conservativo non è sufficiente, possono essere considerate opzioni più invasive:

  • Infiltrazioni di corticosteroidi: Per ridurre rapidamente l’infiammazione.
  • Terapie rigenerative: Come il plasma ricco di piastrine (PRP), per favorire la rigenerazione dei tessuti.
  • Intervento chirurgico: In rari casi, può essere necessario per rimuovere il tessuto danneggiato o riparare i tendini lesionati.

Ri-hub: il tuo supporto post-trattamento invasivo per l’epitrocleite

Dopo un trattamento invasivo per l’epitrocleite, come infiltrazioni di corticosteroidi, terapie rigenerative (ad esempio PRP) o intervento chirurgico, la riabilitazione gioca un ruolo fondamentale per recuperare la funzionalità del gomito e prevenire recidive. Nella fase iniziale, il percorso prevede un periodo di riposo combinato con trattamenti manuali, come mobilizzazioni e tecniche di rilassamento muscolare guidate da un fisioterapista, per favorire il recupero senza sovraccarichi.

Quando il paziente è pronto per la fase attiva, Ri-hub entra in azione con un programma personalizzato di esercizi mirati. Attraverso la piattaforma, i pazienti possono lavorare sul recupero della forza dei muscoli flessori dell’avambraccio, migliorare la flessibilità e ottimizzare la biomeccanica del gomito. I fisioterapisti di Ri-hub monitorano il progresso del paziente in tempo reale, fornendo feedback e modificando il piano riabilitativo in base alle necessità individuali.

Con Ri-hub, il paziente può gestire la riabilitazione in modo pratico e sicuro direttamente da casa, accelerando il recupero e riprendendo le normali attività quotidiane con maggiore sicurezza e senza dolore.

La borsite olecranica è un’infiammazione della borsa olecranica, una piccola sacca piena di liquido situata nella parte posteriore del gomito, sopra l’olecrano (la punta ossea del gomito). La borsa funge da cuscinetto per ridurre l’attrito tra la pelle e l’osso durante i movimenti. Quando si infiamma, può causare dolore, gonfiore e limitazione dei movimenti del gomito.

Cause

La borsite olecranica può essere provocata da diversi fattori che irritano o danneggiano la borsa situata nella parte posteriore del gomito. Ecco le cause principali:

  • Traumi diretti: Un colpo o una caduta sul gomito può irritare la borsa e causarne l’infiammazione.
  • Pressione ripetuta: Attività che comportano l’appoggio prolungato del gomito su superfici dure, possono irritare la borsa.
  • Movimenti ripetitivi: Azioni ripetute che coinvolgono il gomito possono sovraccaricare la borsa, portando a infiammazione cronica.
  • Infezioni (borsite settica): Batteri possono infettare la borsa attraverso una ferita o una lesione cutanea vicina, causando gonfiore e dolore.
  • Condizioni infiammatorie: Malattie come la gotta o l’artrite reumatoide possono aumentare il rischio di borsite a causa della deposizione di cristalli o dell’infiammazione sistemica.
  • Postumi di interventi o fratture: Un trauma o un intervento chirurgico vicino al gomito può predisporre all’infiammazione della borsa.

Sintomi

La borsite olecranica si manifesta con sintomi evidenti, che possono variare a seconda della gravità e della causa della condizione. Ecco i principali:

  • Gonfiore evidente: La parte posteriore del gomito appare gonfia, con una protuberanza morbida che può variare da lieve a marcata.
  • Dolore al gomito: Il dolore può essere lieve o intenso, peggiorando con la pressione sulla zona o i movimenti del gomito.
  • Rossore e calore: In caso di infezione (borsite settica), la pelle sopra il gomito può diventare arrossata e calda al tatto.
  • Ridotta mobilità: Nei casi più gravi, il gonfiore e il dolore possono limitare i movimenti del gomito.
  • Sensibilità al tatto: La zona è spesso dolente quando viene toccata o compressa.
  • Segni sistemici: Se l’infiammazione è causata da un’infezione, possono comparire febbre, stanchezza e malessere generale.

Questi sintomi possono peggiorare senza un trattamento adeguato, specialmente nei casi di borsite settica, che richiede un intervento tempestivo.

Come trattare la borsite olecranica

Il trattamento della borsite olecranica mira a ridurre il dolore, il gonfiore e a prevenire complicazioni come infezioni o recidive. Le opzioni di trattamento dipendono dalla gravità della condizione e dalla presenza di infezioni.

Trattamento conservativo

Si riferisce a un approccio non invasivo per gestire una patologia o una condizione medica, evitando interventi chirurgici o procedure invasive. Questo tipo di trattamento si concentra sul sollievo dei sintomi, sul miglioramento della funzionalità e sulla prevenzione del peggioramento della condizione attraverso tecniche meno rischiose e più naturali.

  • Riposo funzionale: Ridurre la pressione sul gomito evitando movimenti ripetitivi e posizioni che aggravano i sintomi.
  • Applicazione di ghiaccio: Utilizzare impacchi freddi per 15-20 minuti ogni 2-3 ore per ridurre gonfiore e dolore.
  • Terapie farmacologiche: Uso di antinfiammatori non steroidei (FANS), prescritti dal medico, per alleviare dolore e infiammazione.
  • Tutori o cuscinetti protettivi: Utilizzare protezioni specifiche per il gomito durante le attività quotidiane o lavorative, per ridurre la pressione sulla borsa.

Trattamento della borsite settica

Se la borsite è causata da un’infezione, possono essere necessarie ulteriori misure:

  • Antibiotici: Prescritti per trattare l’infezione batterica.
  • Aspirazione del liquido: Il medico può rimuovere il liquido in eccesso dalla borsa con un ago per ridurre la pressione e analizzarlo per identificare l’infezione.
  • Drenaggio chirurgico: Nei casi più gravi o persistenti, potrebbe essere necessario un piccolo intervento per drenare il liquido e pulire la borsa infetta.

Riabilitazione con Ri-hub

La riabilitazione è fondamentale per prevenire ricadute e recuperare pienamente la funzionalità del gomito. Con Ri-hub, il paziente può seguire un programma personalizzato per rinforzare il gomito e riprendere le attività quotidiane senza dolore:

  • Esercizi di mobilità: Movimenti controllati per migliorare la flessibilità e ridurre la rigidità del gomito.
  • Rinforzo muscolare: Programmi mirati per rafforzare i muscoli che sostengono il gomito, prevenendo ulteriori stress sulla borsa.
  • Progressione graduale: Ri-hub offre un piano di esercizi adattato al livello di recupero, garantendo un miglioramento sicuro e costante.
  • Correzione posturale: Consigli ed esercizi per ottimizzare la postura e ridurre lo stress sul gomito durante le attività.
  • Monitoraggio continuo: I fisioterapisti di Ri-hub osservano e correggono gli esercizi in tempo reale, adattando il piano di trattamento in base ai progressi del paziente.

Grazie a Ri-hub, il percorso riabilitativo è comodo ed efficace, accessibile direttamente da casa con il supporto di fisioterapisti esperti.

Trattamento invasivo

In casi molto gravi o cronici, potrebbe essere necessario un intervento chirurgico per rimuovere completamente la borsa infiammata (bursectomia).

Ri-hub: il tuo supporto post-trattamento invasivo per la borsite olecranica

Dopo un trattamento invasivo per la borsite olecranica, come aspirazioni del liquido, infiltrazioni di corticosteroidi o interventi chirurgici (ad esempio la rimozione della borsa infiammata), la riabilitazione è un passo cruciale per favorire il recupero completo e prevenire complicazioni. In una prima fase, il percorso prevede riposo funzionale e trattamenti manuali eseguiti da un fisioterapista per ridurre il dolore e migliorare la mobilità iniziale del gomito.

Quando il paziente è pronto per la fase attiva, Ri-hub offre un programma di esercizi personalizzati pensato per:

  • Recuperare progressivamente la mobilità del gomito, in particolare l’estensione
  • Rinforzare i muscoli dell’avambraccio e della spalla per migliorare la stabilità dell’articolazione.
  • Prevenire ulteriori infiammazioni attraverso un’ottimizzazione della postura e dei movimenti quotidiani.

La piattaforma garantisce un monitoraggio continuo da parte di fisioterapisti esperti, che seguono il paziente in tempo reale e adattano il piano riabilitativo in base ai progressi individuali.

Con Ri-hub, il paziente può affrontare questa fase di riabilitazione in modo sicuro ed efficace, direttamente da casa, accelerando il ritorno alle attività quotidiane senza dolore e con una migliore funzionalità del gomito.

L’artrosi del gomito è una condizione degenerativa in cui la cartilagine articolare, che riveste le superfici ossee del gomito, si consuma gradualmente. Questo provoca attrito tra le ossa, causando dolore, rigidità e difficoltà nei movimenti.

Nonostante sia meno comune rispetto all’artrosi di altre articolazioni, come il ginocchio o l’anca, l’artrosi del gomito può insorgere a causa di traumi, sovraccarichi o malattie che compromettono la salute delle articolazioni.

Cause

L’artrosi del gomito può essere provocata da diversi fattori che danneggiano la cartilagine e compromettono la funzionalità dell’articolazione. Ecco le principali cause:

  • Traumi pregressi: Fratture, lussazioni o lesioni che coinvolgono il gomito possono alterare l’anatomia dell’articolazione, favorendo l’usura della cartilagine.
  • Sovraccarico funzionale: Movimenti ripetitivi o carichi pesanti sul gomito, tipici di alcuni lavori manuali o sport, possono accelerare il deterioramento della cartilagine.
  • Artrite reumatoide: Questa malattia autoimmune provoca infiammazione cronica delle articolazioni, che può danneggiare la cartilagine e favorire lo sviluppo dell’artrosi.
  • Usura naturale: Con il passare degli anni, la cartilagine può consumarsi naturalmente, soprattutto nelle persone oltre i 50 anni.
  • Infezioni articolari: Infezioni non trattate adeguatamente possono compromettere la salute della cartilagine e delle strutture del gomito.
  • Malformazioni congenite o alterazioni anatomiche: Difetti strutturali possono aumentare il rischio di usura precoce dell’articolazione.

Sintomi

L’artrosi del gomito si manifesta con sintomi che peggiorano progressivamente nel tempo. Ecco i principali:

  • Dolore al gomito: È il sintomo più comune, spesso evocato durante i movimenti e che peggiora con l’uso dell’articolazione. Nei casi avanzati, il dolore può essere presente anche a riposo.
  • Rigidità articolare: La mobilità del gomito diminuisce, rendendo difficili gesti quotidiani come piegare o estendere completamente il braccio.
  • Scrosci o rumori articolari: Durante i movimenti, si può percepire un rumore di sfregamento o “scricchiolio”, causato dall’attrito tra le superfici ossee.
  • Gonfiore: Nei casi più gravi, l’infiammazione può causare gonfiore visibile intorno al gomito.
  • Perdita di forza: Il braccio può apparire debole, rendendo difficile sollevare oggetti o eseguire attività che richiedono forza.
  • Deformità articolare: Nei casi avanzati, possono comparire cambiamenti nella forma del gomito, a causa di escrescenze ossee (osteofiti) o di un allineamento alterato.

Questi sintomi, se non trattati, possono limitare notevolmente la funzionalità del gomito e la qualità della vita.

Come trattare l’artrosi del gomito

Il trattamento dell’artrosi del gomito mira a ridurre il dolore, migliorare la mobilità e prevenire il peggioramento della condizione. Le opzioni includono approcci conservativi, riabilitativi e, nei casi avanzati, interventi chirurgici.

Trattamento conservativo

Si riferisce a un approccio non invasivo per gestire una patologia o una condizione medica, evitando interventi chirurgici o procedure invasive. Questo tipo di trattamento si concentra sul sollievo dei sintomi, sul miglioramento della funzionalità e sulla prevenzione del peggioramento della condizione attraverso tecniche meno rischiose e più naturali.

  • Riposo funzionale: Evitare movimenti o attività che aggravano i sintomi, consentendo all’articolazione di recuperare.
  • Terapie farmacologiche: Uso di antinfiammatori non steroidei (FANS) per ridurre dolore e infiammazione. Nei casi più gravi, infiltrazioni di corticosteroidi possono alleviare i sintomi.
  • Applicazioni di calore o freddo: Il calore aiuta a rilassare i muscoli e migliorare la mobilità, mentre il ghiaccio può ridurre il gonfiore e il dolore acuto.
  • Tutori o supporti per il gomito: Dispositivi ortopedici possono stabilizzare l’articolazione e ridurre lo stress durante i movimenti.

Riabilitazione con Ri-hub

La riabilitazione è un elemento centrale per gestire l’artrosi del gomito e migliorare la qualità della vita. Con Ri-hub, il paziente può intraprendere un percorso personalizzato di esercizi mirati:

  • Esercizi di mobilità articolare: Movimenti controllati per recuperare la flessibilità del gomito e ridurre la rigidità.
  • Rinforzo muscolare: Programmi progressivi per rafforzare i muscoli circostanti e migliorare la stabilità dell’articolazione.
  • Adattamento e personalizzazione: Gli esercizi vengono costantemente aggiornati in base ai progressi del paziente, garantendo un miglioramento sicuro e costante.
  • Correzione della postura: Strategie per ridurre il carico sull’articolazione durante le attività quotidiane, prevenendo ulteriori danni.

Grazie al monitoraggio continuo dei fisioterapisti, Ri-hub assicura una riabilitazione sicura ed efficace, direttamente da casa.

Trattamento chirurgico

Nei casi avanzati, quando i trattamenti conservativi e riabilitativi non sono sufficienti, può essere necessario un intervento chirurgico:

  • Artroscopia del gomito: Una procedura minimamente invasiva per rimuovere tessuti danneggiati o frammenti ossei che ostacolano il movimento.
  • Protesi totale o parziale del gomito: Nei casi più gravi, la sostituzione dell’articolazione con una protesi consente di ridurre il dolore e ripristinare la funzionalità.

Ri-hub: il tuo supporto post-operatorio per l’artrosi del gomito

Dopo un intervento chirurgico per l’artrosi del gomito, come l’artroscopia o la sostituzione protesica, la riabilitazione è una fase cruciale per ripristinare la funzionalità dell’articolazione. Nella fase iniziale, il trattamento prevede sedute a lettino con mobilizzazioni passive e tecniche manuali, eseguite da un fisioterapista, per ridurre la rigidità e favorire una guarigione corretta.

Quando il paziente è pronto per la fase attiva, Ri-hub si presenta come la soluzione ideale. Attraverso un programma personalizzato di esercizi, il paziente lavora per migliorare la mobilità del gomito, rinforzare i muscoli circostanti e ottimizzare i movimenti quotidiani. Grazie al monitoraggio continuo da parte di fisioterapisti esperti, ogni esercizio è controllato e adattato ai progressi del paziente, garantendo un recupero graduale e sicuro.

Con Ri-hub, la riabilitazione post-operatoria diventa comoda ed efficace, permettendo al paziente di affrontare questa fase delicata direttamente da casa, con un supporto professionale costante e un piano studiato per ottenere risultati duraturi.

Le fratture del gomito sono lesioni che interessano una o più delle tre ossa che formano questa articolazione complessa: omero, ulna e radio. Il gomito è fondamentale per i movimenti di flessione, estensione e rotazione dell’avambraccio. Quando una frattura si verifica, la funzionalità dell’articolazione può essere compromessa, causando dolore, gonfiore e difficoltà nei movimenti.

Queste fratture possono essere:

  • Composte, dove i frammenti ossei rimangono allineati.
  • Scomposte, con spostamento dei frammenti.
  • Comminute, dove l’osso si rompe in più frammenti.

Spesso, le fratture del gomito si associano a traumi significativi, come cadute o incidenti, e possono coinvolgere altre strutture, come legamenti, nervi o vasi sanguigni, complicando il quadro clinico.

Cause

Le fratture del gomito si verificano in seguito a traumi che superano la capacità dell’osso di sopportare il carico. Le principali cause includono:

  • Cadute sul braccio teso: Una delle cause più comuni, specialmente in attività sportive o durante incidenti domestici, dove il peso del corpo si scarica sul gomito.
  • Traumi diretti: Urti violenti al gomito, come durante incidenti stradali, di lavoro o sport di contatto, possono causare fratture ossee.
  • Fratture patologiche: In alcune condizioni come l’osteoporosi o tumori ossei, l’osso è indebolito e può fratturarsi anche con traumi minori.

Sintomi

Le fratture del gomito si manifestano con sintomi chiari e spesso immediati, che variano a seconda della gravità della lesione. Ecco i principali:

  • Dolore intenso e localizzato: Il dolore si avverte nella zona del gomito, peggiora con il movimento o il tocco e può irradiarsi verso l’avambraccio o la parte superiore del braccio.
  • Gonfiore evidente: L’area intorno al gomito si gonfia rapidamente a causa dell’infiammazione o di eventuali ematomi interni.
  • Deformità visibile: In caso di fratture scomposte, il gomito può apparire disallineato o con una forma anomala.
  • Limitazione dei movimenti: Piegare, estendere o ruotare l’avambraccio diventa difficile o impossibile a causa del dolore o del blocco meccanico.
  • Lividi ed ematomi: Possono comparire attorno al gomito o lungo il braccio, indicando un danno ai tessuti o ai vasi sanguigni vicini.
  • Intorpidimento o formicolio: Se i nervi vicini sono coinvolti, il paziente può avvertire alterazioni della sensibilità nell’avambraccio o nelle dita.

Trattamento delle fratture del gomito

Il trattamento delle fratture del gomito varia a seconda della gravità, del tipo di frattura (composta, scomposta o comminuta) e delle condizioni del paziente. Si distingue tra approcci conservativi, riabilitativi e chirurgici.

Trattamento conservativo

Si riferisce a un approccio non invasivo per gestire una patologia o una condizione medica, evitando interventi chirurgici o procedure invasive. Questo tipo di trattamento si concentra sul sollievo dei sintomi, sul miglioramento della funzionalità e sulla prevenzione del peggioramento della condizione attraverso tecniche meno rischiose e più naturali.

  • Immobilizzazione: Utilizzo di gessi, tutori o bendaggi rigidi per mantenere l’allineamento osseo e favorire la guarigione. Questo approccio è adatto a fratture composte o stabili.
  • Terapie farmacologiche: Antinfiammatori e antidolorifici per alleviare il dolore e controllare l’infiammazione prescritti dal medico
  • Riposo funzionale: Evitare movimenti che possano sovraccaricare l’articolazione durante il processo di guarigione.

Dopo la rimozione del gesso o del bendaggio, è fondamentale affrontare una prima fase di trattamenti manuali con un fisioterapista per allentare la tensione fasciale e muscolare accumulata durante il periodo di immobilizzazione. Queste sedute a lettino sono indispensabili per ridurre la rigidità, migliorare la circolazione locale e favorire un recupero ottimale del range di mobilità del gomito.

Una volta ripristinata la base di movimento, Ri-hub entra in gioco per accompagnare il paziente nella fase attiva della riabilitazione. Attraverso un programma personalizzato di esercizi mirati, il paziente lavorerà per recuperare forza, flessibilità e stabilità dell’articolazione, con il supporto continuo dei fisioterapisti della piattaforma. Grazie al monitoraggio costante e all’adattamento progressivo del piano riabilitativo, Ri-hub offre una soluzione comoda ed efficace per completare il percorso di recupero direttamente da casa.

Riabilitazione con Ri-hub

E’ fondamentale intraprendere un percorso di riabilitazione per recuperare la funzionalità del gomito. È qui che Ri-hub diventa un supporto essenziale:

  • Esercizi di mobilità articolare: Movimenti mirati per ripristinare gradualmente la flessibilità del gomito, prevenendo rigidità.
  • Rinforzo muscolare: Programmi personalizzati per rafforzare i muscoli del braccio e stabilizzare l’articolazione.
  • Monitoraggio continuo: Grazie alla piattaforma di Ri-hub, i fisioterapisti possono osservare in tempo reale il paziente, correggendo eventuali errori nell’esecuzione degli esercizi.
  • Supporto personalizzato: Ogni programma è adattato al livello di recupero del paziente, garantendo un miglioramento sicuro e progressivo.

Con Ri-hub, il paziente può affrontare la riabilitazione in modo comodo ed efficace direttamente da casa, senza rinunciare alla guida di esperti.

Trattamento chirurgico

Nei casi di fratture scomposte, comminute o associate a danni articolari, si ricorre a interventi chirurgici:

  • Osteosintesi: Riparazione della frattura con placche, viti o fili metallici per stabilizzare i frammenti ossei.
  • Artroplastica del gomito: Nei casi più gravi, può essere necessaria la sostituzione protesica parziale o totale dell’articolazione.
  • Fissazione esterna: Utilizzata per stabilizzare la frattura in situazioni complesse o con lesioni associate ai tessuti molli.

Ri-hub: il tuo supporto post-intervento chirurgico per il gomito

Dopo un intervento chirurgico al gomito, come osteosintesi, artroplastica o fissazione esterna, la riabilitazione è essenziale per garantire un recupero completo e prevenire rigidità o perdita di funzionalità. Nella fase iniziale, il fisioterapista eseguirà trattamenti manuali e mobilizzazioni passive per favorire la guarigione dei tessuti, ridurre il dolore e recuperare gradualmente il range di movimento.

Quando il paziente è pronto per la fase attiva, Ri-hub si inserisce come soluzione ideale per proseguire il percorso riabilitativo. Attraverso un programma personalizzato di esercizi, Ri-hub permette di lavorare sulla mobilità articolare, sul rinforzo muscolare e sulla stabilità del gomito, sempre con il monitoraggio continuo dei fisioterapisti. Ogni esercizio è adattato al livello di recupero del paziente, garantendo un miglioramento progressivo e sicuro.

Grazie alla flessibilità di Ri-hub, il paziente può affrontare la riabilitazione direttamente da casa, senza rinunciare al supporto professionale, accelerando il ritorno alle normali attività quotidiane con maggiore sicurezza e comfort.

La sindrome del tunnel cubitale è una condizione causata dalla compressione del nervo ulnare mentre passa attraverso il tunnel cubitale, un canale situato nella parte interna del gomito. Questo nervo è responsabile della sensibilità del quarto e quinto dito della mano e del controllo motorio di alcuni muscoli della mano e dell’avambraccio. Quando viene compresso, possono insorgere dolore, intorpidimento e debolezza muscolare.

Questa patologia è una delle neuropatie da compressione più comuni, seconda solo alla sindrome del tunnel carpale, e può essere scatenata da movimenti ripetitivi, posture prolungate del gomito in flessione o traumi diretti.

Cause

La sindrome del tunnel cubitale si verifica quando il nervo ulnare è sottoposto a compressione o irritazione all’interno del tunnel cubitale. Le principali cause includono:

  • Movimenti ripetitivi del gomito: Attività che comportano la flessione e l’estensione ripetuta del gomito possono sollecitare il nervo ulnare e provocare compressione.
  • Postura prolungata in flessione: Tenere il gomito piegato per lungo tempo, ad esempio durante il lavoro al computer o mentre si dorme con il gomito piegato, aumenta la pressione sul nervo.
  • Traumi diretti: Colpi o pressioni continue sull’area interna del gomito possono irritare il nervo ulnare e causare l’insorgenza della sindrome.
  • Anomalie anatomiche o patologiche: Malformazioni congenite, tessuti cicatriziali o la presenza di osteofiti (escrescenze ossee) possono restringere lo spazio nel tunnel cubitale, aumentando la pressione sul nervo.
  • Artrite o infiammazioni croniche: Patologie articolari che interessano il gomito possono contribuire alla compressione del nervo ulnare.

Questi fattori, singolarmente o in combinazione, possono portare a una compressione progressiva del nervo, scatenando i sintomi tipici della sindrome.

Sintomi

La sindrome del tunnel cubitale si manifesta con sintomi che interessano il gomito, l’avambraccio, la mano e in particolare il quarto e quinto dito. I principali segni includono:

  • Intorpidimento e formicolio: Sensazione di “spilli o formicolio” nella parte interna dell’avambraccio, nel quarto e quinto dito della mano, spesso più intensa di notte o dopo movimenti ripetitivi del gomito.
  • Dolore al gomito: Dolore localizzato nella parte interna del gomito, che può irradiarsi verso l’avambraccio o la mano.
  • Debolezza muscolare: Difficoltà a compiere movimenti precisi, come stringere un oggetto o afferrare piccoli oggetti, dovuta alla debolezza dei muscoli controllati dal nervo ulnare.
  • Ridotta sensibilità: Perdita parziale o totale della sensibilità al tatto nel quarto e quinto dito.
  • Difficoltà nei movimenti della mano: Nei casi più avanzati, può comparire una difficoltà a muovere correttamente le dita, soprattutto per il movimento di presa e di pinza.

I sintomi possono peggiorare con il tempo se non trattati, rendendo difficile svolgere attività quotidiane che richiedono forza o precisione manuale.

Trattamento

Il trattamento della sindrome del tunnel cubitale mira a ridurre la compressione del nervo ulnare, alleviare i sintomi e prevenire complicazioni a lungo termine. Si suddivide in approcci conservativi, riabilitativi e chirurgici, in base alla gravità della condizione.

Trattamento conservativo

Si riferisce a un approccio non invasivo per gestire una patologia o una condizione medica, evitando interventi chirurgici o procedure invasive. Questo tipo di trattamento si concentra sul sollievo dei sintomi, sul miglioramento della funzionalità e sulla prevenzione del peggioramento della condizione attraverso tecniche meno rischiose e più naturali.

  • Riposo funzionale: Ridurre o evitare i movimenti ripetitivi e le posizioni che aggravano i sintomi, come mantenere il gomito piegato a lungo.
  • Tutore o supporto notturno: Utilizzo di un tutore per mantenere il gomito in posizione estesa durante la notte, riducendo la pressione sul nervo.
  • Terapie farmacologiche: Uso di antinfiammatori non steroidei (FANS) per alleviare dolore e infiammazione prescritto dal medico.
  • Applicazioni di ghiaccio: Per ridurre il gonfiore e l’irritazione nella zona del gomito.

Riabilitazione con Ri-hub

Dopo la fase conservativa, la riabilitazione gioca un ruolo cruciale nel recupero della funzionalità e nella prevenzione di ricadute. Con Ri-hub, il paziente può seguire un programma personalizzato per:

  • Esercizi di mobilità: Movimenti specifici per migliorare la flessibilità del gomito e ridurre la compressione sul nervo.
  • Rinforzo muscolare: Programmi mirati a rafforzare i muscoli della mano e dell’avambraccio per migliorare la stabilità e la funzionalità.
  • Correzione posturale: Consigli ed esercizi per ottimizzare la postura e prevenire sovraccarichi sul nervo.
  • Progressione graduale: Gli esercizi sono adattati al livello di recupero del paziente, garantendo miglioramenti costanti e sicuri.

Grazie al monitoraggio continuo dei fisioterapisti di Ri-hub, il paziente può eseguire la riabilitazione direttamente da casa, con la sicurezza di un supporto professionale.

Trattamento chirurgico

Nei casi più gravi, quando i sintomi non migliorano con il trattamento conservativo o la compressione del nervo è significativa, si può ricorrere alla chirurgia:

  • Decompressione del tunnel cubitale: Rimozione delle strutture che comprimono il nervo ulnare.
  • Trasposizione del nervo ulnare: Spostamento del nervo in una posizione più protetta per ridurre la pressione e l’irritazione.
  • Rimozione di tessuti anomali: Eliminazione di escrescenze ossee, tessuti cicatriziali o altre anomalie che contribuiscono alla compressione.

Ri-hub: il tuo supporto post-intervento chirurgico per la sindrome del tunnel cubitale

Dopo un intervento chirurgico per la sindrome del tunnel cubitale, come la decompressione o la trasposizione del nervo ulnare, la riabilitazione è fondamentale per recuperare la mobilità del gomito, ridurre il dolore residuo e prevenire recidive. La fase iniziale del recupero prevede sedute con un fisioterapista che eseguirà mobilizzazioni passive e trattamenti manuali per favorire la guarigione dei tessuti e ridurre eventuali aderenze.

Quando il paziente è pronto per la fase attiva, Ri-hub diventa la soluzione ideale per proseguire la riabilitazione comodamente da casa. Attraverso un programma di esercizi personalizzati, Ri-hub aiuta il paziente a recuperare forza nei muscoli dell’avambraccio e della mano, migliorare la flessibilità del gomito e ottimizzare la postura per ridurre il rischio di nuove compressioni. Grazie al monitoraggio continuo dei fisioterapisti, il piano riabilitativo viene adattato ai progressi individuali, garantendo un recupero sicuro ed efficace.

Con Ri-hub, la riabilitazione post-operatoria diventa accessibile e comoda, offrendo al paziente il supporto professionale necessario per tornare alle normali attività quotidiane in modo completo e duraturo.

Polso e Mano

L’articolazione del polso e della mano è una struttura complessa e altamente specializzata, fondamentale per la funzionalità dell’arto superiore. Il polso collega l’avambraccio alla mano e permette una vasta gamma di movimenti essenziali per la manipolazione e la presa degli oggetti. È formato da otto ossa carpali, disposte in due file, che si articolano con il radio e l’ulna (ossa dell’avambraccio) e con i metacarpi (ossa della mano).

Questa articolazione consente movimenti di flessioneestensionedeviazione radiale e ulnare (spostamento laterale della mano) e rotazione, rendendola cruciale per azioni quotidiane come scrivere, afferrare oggetti o svolgere attività di precisione. La stabilità del polso è garantita da una complessa rete di legamenti, tendini e muscoli, che lavorano in sinergia per controllare i movimenti e resistere ai carichi.

La mano, composta da 27 ossa, tra cui le falangi e i metacarpi, è una delle strutture più sofisticate del corpo umano. Grazie alla presenza di muscoli estrinseci (provenienti dall’avambraccio) e intrinseci (localizzati nella mano stessa), questa regione è in grado di eseguire movimenti di grande precisione, come la scrittura e la manipolazione fine, oltre a quelli più grossolani, come la presa e il sollevamento di oggetti.

A causa della sua complessità e del continuo utilizzo, l’area polso-mano è particolarmente soggetta a patologie muscolo-scheletriche che possono compromettere la mobilità, la forza e la funzionalità generale della mano. Tra le condizioni più comuni troviamo fratture, tendiniti, sindromi da compressione nervosa e artrosi, che possono causare dolore, rigidità e difficoltà nei movimenti quotidiani.

Ecco un elenco delle principali patologie muscolo-scheletriche del polso e della mano che possono trarre beneficio dall’esercizio terapeutico:

Il dito a scatto, noto anche come tenosinovite stenosante, è una condizione in cui un dito della mano rimane bloccato in posizione piegata e poi si raddrizza improvvisamente, come se “scattasse”. Questo avviene a causa di un’infiammazione o ispessimento della guaina tendinea che circonda i tendini flessori delle dita, rendendo difficile il loro scorrimento all’interno della puleggia di riferimento. Nei casi più gravi, il dito può rimanere bloccato in flessione, causando dolore e limitando la funzionalità della mano.

Cause

Il dito a scatto è causato da un’irritazione cronica della guaina tendinea, che porta a un restringimento dello spazio in cui scorrono i tendini flessori. Le principali cause includono:

  • Movimenti ripetitivi e sovraccarico: Attività che coinvolgono una presa prolungata o ripetitiva, come l’uso di strumenti manuali, il giardinaggio o la digitazione.
  • Infiammazioni croniche: Patologie come l’artrite reumatoide, la diabete mellito o la gotta possono favorire il processo infiammatorio nei tendini e nelle loro guaine.
  • Microtraumi ripetuti: Piccole lesioni frequenti alla mano possono contribuire all’ispessimento della guaina tendinea.
  • Predisposizione genetica: Alcune persone sono più soggette a sviluppare questa condizione a causa di fattori ereditari.

Sintomi

I sintomi del dito a scatto possono manifestarsi gradualmente e peggiorare con il tempo. Tra i più comuni troviamo:

  • Scatto improvviso del dito durante la flessione ed estensione, che può essere accompagnato da un suono o una sensazione di blocco.
  • Dolore alla base del dito o nel palmo della mano, soprattutto al mattino o dopo periodi di inattività.
  • Rigidità articolare, con difficoltà a piegare o estendere completamente il dito.
  • Presenza di un piccolo nodulo palpabile alla base del dito, dovuto all’ispessimento della guaina tendinea.
  • Blocco completo del dito in posizione piegata, nei casi più avanzati.

Trattamento

Il trattamento del dito a scatto dipende dalla gravità dei sintomi e dall’impatto sulla funzionalità della mano.

Trattamento conservativo

  • Riposo e modifica delle attività: Evitare movimenti ripetitivi e ridurre il sovraccarico sulla mano.
  • Tutori: Immobilizzare il dito interessato in posizione neutra per ridurre l’irritazione tendinea.
  • Terapie locali: Applicazione di ghiaccio per ridurre il gonfiore e pomate antinfiammatorie per alleviare il dolore.
  • Terapie farmacologiche: Antinfiammatori non steroidei (FANS) prescritti dal medico per controllare l’infiammazione.
  • Infiltrazioni: Iniezioni di corticosteroidi nella guaina tendinea per ridurre il gonfiore e facilitare lo scorrimento del tendine.

Trattamento chirurgico

Se i sintomi persistono o peggiorano, si può ricorrere a un intervento chirurgico, che prevede:

  • Liberazione del tendine (tenolisi), tramite un’incisione nella puleggia tendinea per aumentare lo spazio a disposizione del tendine.
  • Chirurgia percutanea, che utilizza un ago per liberare il tendine senza necessità di incisioni.

Trattamenti a lettino e riabilitazione con Ri-Hub

Dopo l’intervento chirurgico o nelle fasi più avanzate della patologia, è essenziale un percorso riabilitativo ben strutturato.

Trattamenti a lettino

In questa prima fase, che deve essere eseguita in presenza da un fisioterapista, vengono effettuati:

  • Trattamenti manuali per ridurre la tensione fasciale e muscolare intorno al tendine.
  • Lavoro sulla cicatrice chirurgica, nel caso di intervento, per evitare aderenze che potrebbero limitare il movimento del dito.
  • Mobilizzazioni passive per ripristinare la fluidità del movimento senza sovraccaricare l’articolazione.
  • Stimolazione della circolazione locale, per ridurre il gonfiore e accelerare la guarigione.

Riabilitazione con Ri-Hub

Dopo questa fase iniziale, Ri-Hub entra in gioco per guidare il paziente nel percorso di esercizio terapeutico. Attraverso un programma personalizzato, Ri-Hub aiuta a:

  • Migliorare la mobilità del dito con esercizi progressivi per evitare rigidità post-operatoria o dovuta all’inattività.
  • Rinforzare i muscoli della mano per migliorare la presa e ridurre il rischio di recidive.
  • Recuperare la coordinazione e la destrezza della mano nelle attività quotidiane.
  • Prevenire future ricadute, grazie a esercizi specifici e consigli posturali per ridurre il sovraccarico tendineo.

Grazie alla possibilità di eseguire il programma riabilitativo comodamente da casa, con il monitoraggio costante di fisioterapisti esperti, Ri-Hub rappresenta la soluzione ideale per un recupero efficace, sicuro e personalizzato, aiutando il paziente a ritrovare la piena funzionalità della mano.

La sindrome di De Quervain è una condizione infiammatoria che interessa i tendini del pollice, in particolare il tendine abduttore lungo e il estensore breve del pollice, e le loro guaine tendinee. Questi tendini attraversano un tunnel stretto situato nella parte laterale del polso. Quando si verifica un’infiammazione, il passaggio dei tendini diventa difficile, causando dolore e limitazione nei movimenti del pollice e del polso.

Cause

La sindrome di De Quervain è causata da un’infiammazione dei tendini e delle guaine tendinee del pollice. Questa infiammazione può essere scatenata da diversi fattori, spesso legati a movimenti ripetitivi o posture scorrette. Ecco le principali cause:

  • Movimenti ripetitivi del pollice: Attività che comportano una continua estensione e flessione del pollice, come scrivere tanto al computer o svolgere lavori manuali ripetitivi.
  • Sovraccarico funzionale: Sforzi eccessivi durante il sollevamento di oggetti pesanti o nel tenere strettamente oggetti con il pollice.
  • Traumi diretti o microtraumi ripetuti: Contusioni o piccole lesioni che irritano i tendini e le guaine tendinee.
  • Postura scorretta: Mantenere il polso in posizioni scomode o stressanti durante attività lavorative o sportive.
  • Gravidanza o ritenzione idrica: I cambiamenti ormonali e la ritenzione di liquidi possono contribuire al restringimento delle guaine tendinee, aumentando il rischio di infiammazione.
  • Artrite reumatoide o altre malattie infiammatorie: Condizioni sistemiche che causano infiammazione cronica delle articolazioni e dei tendini.

Questi fattori possono agire singolarmente o in combinazione, causando l’irritazione e l’infiammazione tipiche della sindrome di De Quervain.

Sintomi

La sindrome di De Quervain si manifesta con sintomi che interessano il pollice e la parte laterale del polso, compromettendo le attività quotidiane. Ecco i principali segni:

  • Dolore sul lato del polso: Localizzato alla base del pollice, che può irradiarsi verso l’avambraccio o il pollice stesso. Il dolore peggiora con i movimenti del polso e del pollice, come afferrare, stringere o ruotare.
  • Gonfiore nella zona interessata: Un rigonfiamento visibile e doloroso può comparire lungo il lato del polso.
  • Difficoltà nei movimenti del pollice: Azioni come scrivere, utilizzare lo smartphone o sollevare oggetti diventano difficili e dolorose.
  • Ridotta forza nella presa: Diminuzione della capacità di afferrare o stringere oggetti.
  • Sensazione di attrito: Durante i movimenti del pollice, alcune persone riferiscono una sensazione di “scricchiolio” o attrito nei tendini infiammati.

Nei casi avanzati, il dolore può diventare costante, anche a riposo, e compromettere in modo significativo la funzionalità della mano.

Trattamento

Il trattamento della sindrome di De Quervain si concentra sull’alleviare l’infiammazione, ridurre il dolore e ripristinare la funzionalità del pollice e del polso. Le opzioni variano in base alla gravità della condizione e includono approcci conservativi, riabilitativi e, nei casi più gravi, chirurgici.

Trattamento conservativo

E’ un approccio terapeutico che mira a gestire una patologia o una condizione senza ricorrere a procedure invasive come la chirurgia. Questo tipo di trattamento si concentra sull’alleviare i sintomi, migliorare la funzionalità e promuovere la guarigione naturale del corpo.

Il trattamento conservativo è spesso il primo approccio adottato per molte patologie muscolo-scheletriche e neurologiche, soprattutto quando la condizione è in fase iniziale o non è grave.

  • Modifica delle attività: Evitare o ridurre i movimenti ripetitivi e le attività che aggravano i sintomi.
  • Tutore per il pollice: Utilizzo di un tutore che immobilizza il polso e il pollice, favorendo il riposo e riducendo l’irritazione dei tendini.
  • Terapie farmacologiche: Antinfiammatori non steroidei (FANS) per alleviare il dolore e l’infiammazione prescritti dal medico.
  • Applicazioni di ghiaccio: Ridurre il gonfiore applicando impacchi freddi sulla zona dolente per 15-20 minuti più volte al giorno.

Riabilitazione con Ri-hub: il tuo percorso verso la guarigione

Quando la fase acuta si attenua, entra in gioco Ri-hub, una piattaforma progettata per accompagnarti nel recupero completo dalla sindrome di De Quervain. Ri-hub non è solo un supporto, è la soluzione ideale per affrontare la riabilitazione grazie a un approccio personalizzato e professionale, che combina competenza medica e innovazione tecnologica.

Perché Ri-hub è la scelta perfetta in questa fase?

  • Esercizi mirati per il tuo polso e il tuo pollice: Attraverso programmi specifici e progressivi, Ri-hub ti aiuta a recuperare la flessibilità e la mobilità, lavorando in modo graduale per ridurre rigidità e dolore residuo.
  • Rinforzo muscolare sicuro ed efficace: I fisioterapisti di Ri-hub strutturano esercizi studiati per rafforzare i muscoli coinvolti nei movimenti del pollice, migliorando la stabilità e riducendo lo stress sui tendini.
  • Prevenzione delle ricadute: Non solo recupero, ma anche prevenzione. Ri-hub ti guida nell’adottare abitudini e posture corrette per evitare di sovraccaricare nuovamente i tendini, proteggendo i risultati raggiunti.
  • Monitoraggio continuo e supporto professionale: La piattaforma consente un’interazione costante con fisioterapisti esperti, che seguono i tuoi progressi, correggono eventuali errori e aggiornano il programma in base alle tue esigenze.

Tutto questo con la comodità di poter seguire il percorso riabilitativo direttamente da casa, rendendo la tua guarigione non solo efficace ma anche accessibile e su misura per te.

Trattamento chirurgico

Nei casi in cui i sintomi non migliorano con il trattamento conservativo, si può ricorrere alla chirurgia:

  • Decompressione dei tendini: L’intervento prevede il rilascio del tendine tramite il taglio della guaina tendinea, aumentando lo spazio disponibile e riducendo la pressione.

Ri-hub: il tuo supporto post-intervento chirurgico per la sindrome di De Quervain

Dopo l’intervento chirurgico per la sindrome di De Quervain, il percorso di riabilitazione inizia con una fase essenziale di trattamenti a lettino, in cui il fisioterapista lavora per ridurre le tensioni fasciali e muscolari, prevenire rigidità e favorire una guarigione ottimale dei tessuti. Questa prima fase è cruciale per garantire una base solida prima di passare alla riabilitazione attiva.

È proprio in questa fase successiva che Ri-hub si dimostra la soluzione perfetta per accompagnare il paziente nel recupero completo. La piattaforma offre un programma personalizzato di esercizi studiati per ripristinare la mobilità del pollice e del polso in modo graduale e sicuro. Con il supporto costante di fisioterapisti qualificati, il paziente può affrontare esercizi progressivi per rinforzare i muscoli e migliorare la funzionalità della mano.

Ri-hub permette di lavorare anche sulla prevenzione delle ricadute, aiutando a correggere posture e movimenti scorretti che potrebbero compromettere i risultati dell’intervento. Grazie alla flessibilità della piattaforma, il paziente può seguire la riabilitazione comodamente da casa, con il vantaggio di avere un monitoraggio continuo e un piano riabilitativo che si adatta ai progressi individuali.

Con Ri-hub, la riabilitazione post-operatoria non è solo un processo di guarigione, ma un percorso verso il pieno recupero e il ritorno a una vita senza limitazioni.

La sindrome del tunnel cubitale è una condizione dolorosa e debilitante causata dalla compressione del nervo ulnare mentre attraversa il tunnel cubitale, situato nella parte interna del gomito. Questo nervo è responsabile della sensibilità e del controllo motorio del quarto e quinto dito della mano e di alcuni muscoli della mano e dell’avambraccio.

Quando il nervo viene compresso o irritato, possono insorgere dolore, intorpidimento e debolezza, rendendo difficili attività quotidiane che richiedono destrezza manuale. Questa patologia è la seconda neuropatia da compressione più comune degli arti superiori, dopo la sindrome del tunnel carpale.

Cause

La sindrome del tunnel cubitale si verifica quando il nervo ulnare viene compresso o irritato all’interno del tunnel cubitale, una struttura anatomica situata nella parte interna del gomito. Le principali cause includono:

  • Movimenti ripetitivi del gomito: Azioni frequenti di flessione ed estensione del gomito possono irritare o comprimere il nervo ulnare.
  • Posture prolungate: Mantenere il gomito piegato per lungo tempo aumenta la pressione sul nervo.
  • Traumi diretti: Colpi o pressioni ripetute sulla parte interna del gomito possono causare danni al nervo o al tessuto circostante.
  • Instabilità del nervo ulnare: In alcune persone, il nervo ulnare può scivolare fuori dalla sua posizione normale durante i movimenti del gomito, causando irritazione cronica.
  • Artrite o artrosi del gomito: Condizioni degenerative possono restringere lo spazio del tunnel cubitale, aumentando il rischio di compressione nervosa.
  • Presenza di tessuti anomali: Cisti, tumori o tessuti cicatriziali nella regione del tunnel cubitale possono comprimere il nervo.
  • Fratture o deformità ossee: Lesioni pregresse o malformazioni congenite possono alterare la struttura del tunnel e comprimere il nervo ulnare.

Sintomi

La sindrome del tunnel cubitale provoca sintomi che coinvolgono il gomito, l’avambraccio e la mano, in particolare il quarto e il quinto dito. Questi sintomi possono variare in intensità e tendono a peggiorare con il tempo se non trattati.

  • Intorpidimento e formicolio: Sensazione di spilli o intorpidimento che interessa il lato interno dell’avambraccio, il quarto e il quinto dito della mano. Questi sintomi sono spesso più pronunciati durante la notte o in posizioni che mantengono il gomito piegato per lungo tempo.
  • Dolore nella parte interna del gomito: Dolore localizzato che può irradiarsi lungo l’avambraccio o verso la mano.
  • Debolezza della mano: Difficoltà a compiere movimenti di precisione, come afferrare piccoli oggetti o stringere saldamente.
  • Riduzione della sensibilità: Perdita parziale o totale della percezione tattile nel quarto e quinto dito, con difficoltà a percepire il tocco o la pressione.
  • Difficoltà nei movimenti delle dita: Nei casi più gravi, il paziente può sperimentare difficoltà a muovere il mignolo e l’anulare in modo coordinato.
  • Atrofia muscolare: Nei casi avanzati, i muscoli della mano controllati dal nervo ulnare, come quelli della base del mignolo, possono indebolirsi e ridursi di volume, con una perdita significativa di forza e funzionalità.

Trattamento

Il trattamento della sindrome del tunnel cubitale si concentra sull’alleviare la compressione del nervo ulnare, ridurre i sintomi e prevenire danni permanenti. Le opzioni terapeutiche dipendono dalla gravità della condizione e includono approcci conservativi, riabilitativi e, nei casi più gravi, chirurgici.

Trattamento conservativo

E’ un approccio terapeutico che mira a gestire una patologia o una condizione senza ricorrere a procedure invasive come la chirurgia. Questo tipo di trattamento si concentra sull’alleviare i sintomi, migliorare la funzionalità e promuovere la guarigione naturale del corpo.

Il trattamento conservativo è spesso il primo approccio adottato per molte patologie muscolo-scheletriche e neurologiche, soprattutto quando la condizione è in fase iniziale o non è grave.

  • Modifica delle attività: Ridurre o eliminare i movimenti ripetitivi e le posture che aggravano la compressione del nervo, come tenere il gomito piegato per lungo tempo.
  • Tutore o supporto notturno: Indossare un tutore che mantiene il gomito in posizione neutra durante il sonno, riducendo la pressione sul nervo.
  • Terapie farmacologiche: Antinfiammatori non steroidei (FANS) per alleviare dolore e infiammazione.

Riabilitazione con Ri-hub: il tuo alleato per un recupero sicuro

Quando il dolore acuto si riduce e il nervo inizia a guarire, la riabilitazione diventa fondamentale per recuperare la funzionalità e prevenire ricadute. È in questa fase che Ri-hub rappresenta la soluzione ideale per il tuo percorso riabilitativo.

Con Ri-hub, il paziente segue un programma personalizzato di esercizi specifici per:

  • Ripristinare la mobilità: Movimenti guidati per recuperare gradualmente la flessibilità del gomito e delle dita senza stressare il nervo.
  • Rinforzare i muscoli: Esercizi studiati per rafforzare i muscoli della mano e dell’avambraccio, migliorando la stabilità e riducendo il sovraccarico sul nervo ulnare.
  • Prevenire ricadute: Grazie a strategie di correzione dei movimenti quotidiani e a esercizi posturali, Ri-hub aiuta a ridurre il rischio di compressioni future.

I fisioterapisti della piattaforma monitorano costantemente i progressi del paziente, adattando il programma alle sue esigenze e garantendo un recupero efficace e sicuro.

Trattamento chirurgico

Nei casi in cui i sintomi non migliorano con il trattamento conservativo, si può ricorrere alla chirurgia:

  • Decompressione del tunnel cubitale: Un intervento per ampliare lo spazio del tunnel e alleviare la pressione sul nervo ulnare.
  • Trasposizione del nervo ulnare: Spostamento del nervo in una posizione più protetta per evitare compressioni future.
  • Rimozione di tessuti anomali: Escrescenze ossee, cicatrici o altri ostacoli possono essere eliminati per liberare il nervo.

Ri-hub: il tuo partner ideale nel post-operatorio

Dopo l’intervento chirurgico, il recupero richiede un approccio strutturato e progressivo. Inizialmente, il percorso prevede trattamenti a lettino con un fisioterapista per ridurre le tensioni fasciali e muscolari, migliorare la circolazione e prevenire la formazione di aderenze. Una volta che il paziente può iniziare a svolgere esercizi attivi, entra in gioco Ri-hub.

Ri-hub ti accompagna nella fase attiva del recupero, offrendo un programma personalizzato per:

  • Recuperare la forza e la mobilità del gomito e della mano.
  • Ottimizzare i movimenti per prevenire sovraccarichi futuri sul nervo.
  • Monitorare i progressi in tempo reale grazie all’assistenza continua dei fisioterapisti, che adattano il piano di esercizi in base ai miglioramenti del paziente.

Con Ri-hub, il percorso riabilitativo diventa accessibile, comodo ed efficace, aiutandoti a tornare alle tue attività quotidiane senza dolore e con una piena funzionalità dell’arto superiore.

L’artrosi del polso è una condizione degenerativa caratterizzata dalla progressiva usura della cartilagine che riveste le articolazioni del polso. La cartilagine funge da cuscinetto tra le ossa, permettendo movimenti fluidi e senza attrito. Quando si deteriora, le ossa entrano in contatto diretto, provocando dolore, rigidità e una riduzione della mobilità articolare. Questa patologia può influenzare significativamente la qualità della vita, rendendo difficili attività quotidiane come scrivere, cucinare o portare oggetti.

Cause

L’artrosi del polso si sviluppa in seguito a una combinazione di fattori che contribuiscono all’usura della cartilagine e al deterioramento articolare. Le principali cause includono:

  • Invecchiamento: La cartilagine tende a consumarsi naturalmente con il passare degli anni.
  • Traumi: Fratture, lussazioni o lesioni mal consolidate del polso possono alterare l’allineamento delle ossa, accelerando il processo degenerativo.
  • Movimenti ripetitivi: Attività lavorative o sportive che sottopongono il polso a movimenti costanti e sovraccarichi possono favorire l’usura.
  • Instabilità articolare: Lesioni ai legamenti del polso possono causare un movimento anomalo delle ossa, aumentando lo stress sulla cartilagine.
  • Predisposizione genetica: Alcune persone sono geneticamente predisposte a sviluppare artrosi in diverse articolazioni, incluso il polso.

Sintomi

I sintomi dell’artrosi del polso si manifestano progressivamente e possono compromettere le attività quotidiane. I segni più comuni includono:

  • Dolore al polso: Dolore persistente che aumenta durante i movimenti o con l’uso prolungato della mano. Nei casi avanzati, il dolore può essere presente anche a riposo.
  • Rigidità articolare: Sensazione di difficoltà nel muovere il polso, soprattutto al risveglio o dopo lunghi periodi di inattività.
  • Limitazione nei movimenti: Ridotta capacità di flettere, estendere o ruotare il polso, che compromette gesti quotidiani come aprire una bottiglia o scrivere.
  • Gonfiore: Presenza di infiammazione intorno all’articolazione, spesso visibile dopo attività intense.
  • Scricchiolii o crepitii: Sensazioni o rumori di attrito durante i movimenti, causati dal contatto diretto tra le ossa.
  • Debolezza della mano: Ridotta forza nella presa o difficoltà a sollevare oggetti.

Trattamento

Il trattamento per l’artrosi del polso mira a ridurre il dolore, migliorare la mobilità e preservare la funzionalità articolare.

Trattamento conservativo:

Questo approccio si concentra sulla gestione dei sintomi senza ricorrere alla chirurgia, soprattutto nelle fasi iniziali o moderate della patologia. Le strategie includono:

  • Modifica delle attività: Ridurre i movimenti ripetitivi o le attività che sovraccaricano il polso.
  • Tutori e ortesi: Dispositivi che stabilizzano il polso, alleviando la pressione sulle articolazioni e riducendo il dolore.
  • Terapie farmacologiche: Antinfiammatori non steroidei (FANS) prescritti dal medico per alleviare dolore e infiammazione.
  • Infiltrazioni: Iniezioni di corticosteroidi per un sollievo temporaneo o acido ialuronico per migliorare la lubrificazione articolare.
  • Terapie locali: Applicazione di ghiaccio per ridurre dolore e infiammazione, e l’utilizzo di pomate antinfiammatorie per un sollievo mirato.

Trattamento chirurgico:

Nei casi avanzati, quando i trattamenti conservativi non sono più efficaci, si può ricorrere alla chirurgia:

  • Artrodesi (fusione articolare): Blocco dell’articolazione per eliminare il dolore, sacrificando però il movimento.
  • Protesi del polso: Sostituzione dell’articolazione con una protesi per mantenere parte della mobilità.
  • Rimozione di osteofiti: Eliminazione di escrescenze ossee che limitano il movimento o causano dolore.

Riabilitazione con Ri-Hub: il percorso ideale per il tuo polso

La riabilitazione è una parte essenziale del trattamento dell’artrosi del polso, sia dopo la fase acuta che dopo un intervento chirurgico.

Ri-Hub offre un programma personalizzato per aiutarti a recuperare funzionalità e migliorare la qualità della vita.

  • Dopo il trattamento conservativo:

Ri-Hub ti guida attraverso esercizi mirati per ripristinare la mobilità articolare, rafforzare i muscoli circostanti e prevenire ulteriori sovraccarichi. Gli esercizi progressivi migliorano la stabilità del polso e riducono il rischio di peggioramenti futuri.

  • Dopo un intervento chirurgico:

Dopo un primo periodo di trattamenti a lettino con un fisioterapista per ridurre tensioni muscolari e prevenire aderenze, Ri-Hub entra in gioco per farti recuperare la mobilità e la forza. I fisioterapisti della piattaforma monitorano i tuoi progressi e personalizzano il piano riabilitativo in base alle tue esigenze, garantendo un recupero sicuro ed efficace.

Con Ri-Hub, puoi affrontare la riabilitazione direttamente da casa, con il supporto continuo di professionisti esperti. Questo approccio ti permette di tornare alle tue attività quotidiane con un polso più forte e stabile, riducendo al minimo il dolore e le limitazioni.

La tendinite dei muscoli del polso è una condizione infiammatoria che interessa i tendini responsabili dei movimenti di flessione, estensione e deviazione del polso. Questi tendini possono infiammarsi a causa di movimenti ripetitivi, sovraccarichi o posture scorrette, provocando dolore, gonfiore e rigidità nell’articolazione.

Cause

La tendinite dei muscoli del polso è causata dall’infiammazione dei tendini dovuta a movimenti ripetitivi, stress o traumi. Le principali cause includono:

  • Movimenti ripetitivi: Attività lavorative o sportive che richiedono movimenti ripetuti di flessione, estensione o deviazione del polso, come digitare al computer, suonare strumenti musicali o sollevare pesi.
  • Sovraccarico funzionale: L’uso eccessivo o prolungato del polso senza pause adeguate può stressare i tendini, portando all’infiammazione.
  • Traumi acuti: Contusioni, stiramenti o lesioni dirette ai tendini del polso.
  • Posture scorrette: Mantenere il polso in posizioni innaturali o scomode durante le attività quotidiane o lavorative.
  • Artrite o altre condizioni infiammatorie: Malattie come l’artrite reumatoide possono aumentare il rischio di infiammazione tendinea.
  • Debolezza muscolare: Una scarsa forza nei muscoli circostanti può aumentare il carico sui tendini del polso, predisponendoli a lesioni.

Questi fattori possono agire singolarmente o combinarsi, portando a uno stress cronico sui tendini e aumentando il rischio di tendinite.

Sintomi

La tendinite dei muscoli del polso si manifesta con una serie di sintomi che variano in intensità a seconda della gravità dell’infiammazione. I segni più comuni includono:

  • Dolore localizzato: Dolore lungo il polso o l’avambraccio, che può aumentare con i movimenti di flessione, estensione o deviazione del polso.
  • Gonfiore: Il polso può apparire gonfio, soprattutto nella zona interessata dai tendini infiammati.
  • Rigidità: Sensazione di difficoltà a muovere il polso, soprattutto al risveglio o dopo periodi di inattività.
  • Sensibilità al tatto: La zona del polso può essere dolorante o sensibile quando viene premuta.
  • Scricchiolii o crepitii: Sensazione o suono di attrito quando il tendine si muove all’interno della sua guaina.
  • Debolezza del polso: Ridotta capacità di afferrare o sollevare oggetti a causa del dolore o della debolezza muscolare.
  • Dolore irradiato: Nei casi più gravi, il dolore può irradiarsi verso l’avambraccio o la mano, rendendo difficoltose anche le attività più semplici.

Se non trattata, la tendinite può peggiorare, portando a un’infiammazione cronica che limita significativamente la funzionalità del polso e della mano.

Trattamento della tendinite dei muscoli del polso

Il trattamento della tendinite dei muscoli del polso mira a ridurre l’infiammazione, alleviare il dolore e ripristinare la funzionalità. Le opzioni variano in base alla gravità e al decorso della condizione e includono approcci conservativi, riabilitativi e, raramente, interventi chirurgici.

Trattamento conservativo

E’ un approccio terapeutico che mira a gestire una patologia o una condizione senza ricorrere a procedure invasive come la chirurgia. Questo tipo di trattamento si concentra sull’alleviare i sintomi, migliorare la funzionalità e promuovere la guarigione naturale del corpo.

Il trattamento conservativo è spesso il primo approccio adottato per molte patologie muscolo-scheletriche e neurologiche, soprattutto quando la condizione è in fase iniziale o non è grave.

  • Riposo funzionale: Ridurre o eliminare i movimenti che aggravano la tendinite, evitando sovraccarichi sul polso.
  • Tutori o supporti: Utilizzo di tutori per immobilizzare il polso, favorendo il riposo e prevenendo ulteriori stress sui tendini.
  • Terapie farmacologiche: Antinfiammatori non steroidei (FANS) per ridurre il dolore e l’infiammazione prescritti dal medico.
  • Applicazione di ghiaccio: Impacchi freddi per 15-20 minuti più volte al giorno per alleviare il gonfiore e il dolore.

Riabilitazione con Ri-hub: il tuo partner per un recupero efficace

Superata la fase acuta, è fondamentale intraprendere un percorso di riabilitazione per recuperare la funzionalità del polso e prevenire recidive. Qui entra in gioco Ri-Hub, la soluzione ideale per una riabilitazione personalizzata e professionale.

Perché scegliere Ri-Hub?

Ri-hub ti guida attraverso un programma di esercizi mirati per:

  • Recuperare la mobilità: Attraverso movimenti progressivi e controllati, il polso ritrova la sua naturale flessibilità, riducendo rigidità e dolore residuo.
  • Rinforzare i muscoli: Con esercizi specifici, Ri-Hub aiuta a rafforzare i muscoli dell’avambraccio e della mano, migliorando la stabilità del polso e riducendo lo stress sui tendini.
  • Prevenire recidive: Il programma di Ri-Hub include strategie posturali e di movimento per evitare sovraccarichi ripetuti e proteggere i risultati raggiunti.
  • Supporto continuo: I fisioterapisti di Ri-Hub monitorano costantemente i tuoi progressi e adattano il piano riabilitativo alle tue esigenze, offrendoti un’esperienza di recupero sicura ed efficace.

La comodità di seguire il programma direttamente da casa, unita al supporto professionale, rende Ri-Hub il partner ideale per affrontare la tendinite del polso e tornare a svolgere le tue attività quotidiane senza dolore.

Trattamento chirurgico

Nei casi gravi o cronici, quando il trattamento conservativo e riabilitativo non hanno successo, si può ricorrere alla chirurgia:

  • Rimozione della guaina infiammata: Intervento per liberare il tendine dalla compressione e ridurre l’infiammazione.

Ri-Hub: il tuo supporto post-operatorio per la tendinite dei muscoli del polso

Dopo un intervento chirurgico per la tendinite dei muscoli del polso, il percorso di recupero è fondamentale per garantire il ripristino della funzionalità del polso e prevenire complicazioni. La fase iniziale del post-operatorio prevede trattamenti a lettino eseguiti da un fisioterapista, mirati a ridurre le tensioni muscolari, migliorare la circolazione e prevenire la formazione di aderenze nei tendini operati.

Quando il paziente è pronto per iniziare la riabilitazione attiva, Ri-Hub diventa la soluzione ideale per proseguire il recupero. Grazie a un programma personalizzato e studiato da fisioterapisti esperti, Ri-Hub offre:

  • Recupero progressivo della mobilità: Attraverso esercizi guidati, il polso riprende gradualmente flessibilità, riducendo rigidità e migliorando la funzionalità.
  • Rinforzo dei muscoli del polso e dell’avambraccio: Gli esercizi specifici aiutano a ricostruire la forza muscolare necessaria per supportare i movimenti del polso e delle dita.
  • Prevenzione delle ricadute: Ri-Hub insegna strategie per eseguire i movimenti quotidiani in modo corretto, evitando sovraccarichi e proteggendo i tendini.
  • Monitoraggio continuo: Con Ri-Hub, sei costantemente seguito da fisioterapisti che monitorano i tuoi progressi e adattano il programma di esercizi in base alle tue esigenze e alla velocità del tuo recupero.

Grazie alla possibilità di svolgere la riabilitazione direttamente da casa, senza rinunciare al supporto professionale, Ri-Hub rende il percorso post-operatorio più accessibile, comodo e sicuro. L’approccio personalizzato e il costante monitoraggio garantiscono risultati duraturi, permettendoti di tornare alle tue attività quotidiane con un polso forte e privo di dolore.

La frattura del polso è una delle lesioni più comuni e si verifica quando una o più ossa che formano questa articolazione (radio, ulna o ossa carpali) si rompono a seguito di un trauma. La più frequente è la frattura del radio distale, spesso causata da cadute sul palmo della mano durante tentativi di protezione da un impatto.

Le fratture del polso possono essere:

  • Composte: i frammenti ossei rimangono allineati.
  • Scomposte: i frammenti ossei si spostano, richiedendo un intervento per il riallineamento.
  • Comminute: l’osso si rompe in più frammenti, rendendo la frattura più complessa da trattare.

Queste lesioni possono compromettere la funzionalità del polso, causando dolore, gonfiore e difficoltà nei movimenti quotidiani.

Cause

  • Cadute accidentali sul palmo della mano o sul polso esteso.
  • Traumi diretti durante incidenti stradali o sportivi.
  • Condizioni come l’osteoporosi, che indeboliscono le ossa, aumentando il rischio di frattura anche con traumi lievi.
  • Incidenti lavorativi che comportano movimenti bruschi o impatti diretti sul polso.

Sintomi

  • Dolore localizzato nella zona del polso, che peggiora con il movimento.
  • Gonfiore attorno all’articolazione.
  • Deformità visibile: nei casi di frattura scomposta, il polso può apparire storto o con un allineamento anomalo.
  • Difficoltà nei movimenti: impossibilità di piegare o ruotare il polso senza dolore.
  • Sensazione di debolezza o intorpidimento: se sono coinvolti nervi o tessuti circostanti.

Trattamento

La gestione della frattura del polso dipende dalla gravità e dal tipo di lesione.

Trattamento conservativo:

  • Immobilizzazione con gesso o tutore per mantenere i frammenti ossei allineati durante la guarigione.
  • Uso di antidolorifici o antinfiammatori per ridurre il dolore e l’infiammazione prescritti dal medico
  • Riposo funzionale, evitando movimenti o carichi sul polso.

Trattamento chirurgico:

Nei casi di frattura scomposta o instabile, può essere necessario l’intervento chirurgico per riallineare i frammenti e stabilizzarli con placche, viti o fissatori esterni.

Ri-Hub: il tuo alleato nella riabilitazione

Dopo la rimozione del gesso o il completamento della fase chirurgica, il percorso di riabilitazione è fondamentale per recuperare la piena funzionalità del polso. Ri-Hub ti offre un programma personalizzato di esercizi mirati per:

  • Ripristinare gradualmente la mobilità articolare, superando la rigidità causata dall’immobilizzazione.
  • Rafforzare i muscoli dell’avambraccio e della mano per recuperare la forza necessaria alle attività quotidiane.
  • Prevenire complicazioni o recidive attraverso esercizi posturali e movimenti corretti.

Grazie alla possibilità di lavorare comodamente da casa con il supporto continuo di fisioterapisti esperti, Ri-Hub rappresenta la scelta ideale per un recupero sicuro ed efficace. Nei casi post-chirurgici, dopo i trattamenti a lettino per ridurre le tensioni fasciali e muscolari, Ri-Hub entra in gioco con esercizi attivi che ti guideranno verso il ritorno alla normalità in modo progressivo e sicuro.

Con un approccio personalizzato e un monitoraggio costante, Ri-Hub ti accompagnerà nel tuo percorso di recupero, aiutandoti a tornare alle tue attività quotidiane con un polso forte e stabile.

La frattura dello scafoide è una delle lesioni più comuni tra le fratture delle ossa carpali. Lo scafoide è un piccolo osso situato tra il pollice e l’avambraccio, fondamentale per la stabilità e la mobilità del polso. La sua posizione lo rende particolarmente vulnerabile alle fratture, soprattutto in seguito a cadute sul palmo della mano con il polso esteso.

Questa frattura è spesso difficile da diagnosticare perché i sintomi iniziali possono essere lievi e confusi con una semplice distorsione. Tuttavia, una mancata diagnosi o un trattamento inadeguato possono portare a complicazioni come il ritardo di consolidazione o la necrosi avascolare dello scafoide.

Cause

Le fratture dello scafoide sono generalmente causate da traumi diretti. Le principali cause includono:

  • Cadute sul palmo della mano: L’energia dell’impatto viene trasmessa direttamente allo scafoide, causandone la frattura.
  • Incidenti sportivi: Sport come skateboarding, snowboard, ciclismo e motociclismo aumentano il rischio di traumi al polso.
  • Incidenti stradali: Impatti violenti contro il manubrio di una moto o il volante dell’auto possono provocare la frattura.
  • Colpi diretti sul polso: Urti forti contro superfici dure possono generare una lesione allo scafoide.

Sintomi

La frattura dello scafoide può presentare sintomi sfumati, rendendo difficile la diagnosi precoce. I principali segni includono:

  • Dolore nella zona del polso: Localizzato alla base del pollice, nella cosiddetta “tabacchiera anatomica” (depressione visibile tra il tendine dell’estensore lungo e breve del pollice).
  • Gonfiore e lieve edema: La zona intorno allo scafoide può apparire leggermente gonfia.
  • Difficoltà nei movimenti del polso e del pollice: Ruotare la mano, afferrare oggetti o sostenere il peso sul polso può risultare doloroso.
  • Dolore alla palpazione della tabacchiera anatomica: Questo segno è tipico della frattura dello scafoide ed è spesso utilizzato come primo test diagnostico.
  • Assenza di lividi evidenti: A differenza di altre fratture, può non essere presente un evidente ematoma.

Se non trattata correttamente, questa frattura può portare a gravi complicazioni, come la necrosi avascolare, dovuta alla scarsa vascolarizzazione dello scafoide, o a un ritardo di consolidazione, con rischio di artrosi precoce.

Trattamento

Il trattamento della frattura dello scafoide dipende dalla posizione della frattura e dal grado di scomposizione.

Trattamento conservativo

Viene utilizzato per fratture non scomposte e prevede:

  • Immobilizzazione con gesso
  • Terapie locali: Applicazione di ghiaccio per ridurre il gonfiore e utilizzo di pomate antinfiammatorie per alleviare il dolore.
  • Terapie farmacologiche: Uso di antidolorifici e antinfiammatori prescritti dal medico per gestire il dolore.

Trattamento chirurgico

Indicato nei casi di frattura scomposta o instabile, e prevede:

  • Fissazione con viti: L’utilizzo di una vite a compressione per stabilizzare la frattura e accelerare la guarigione.
  • Innesto osseo: Nei casi di ritardo di consolidazione, può essere necessario prelevare un frammento osseo da un’altra zona del corpo per favorire la guarigione dello scafoide.

Riabilitazione con Ri-Hub: il percorso ideale per il tuo recupero

Dopo la guarigione ossea, la riabilitazione è fondamentale per recuperare la piena funzionalità del polso.  Ri-Hub offre un programma personalizzato per guidarti attraverso un recupero progressivo e sicuro.

Dopo l’immobilizzazione

La rimozione del gesso lascia il polso rigido e i muscoli dell’avambraccio indeboliti. Ri-Hub ti aiuta a ritrovare la mobilità attraverso esercizi specifici per:

  • Ripristinare la flessibilità dell’articolazione.
  • Rinforzare i muscoli della mano e dell’avambraccio.
  • Recuperare la coordinazione e la presa della mano.

Post-intervento chirurgico

Dopo un primo periodo di trattamenti a lettino per ridurre le tensioni muscolari e migliorare la circolazione, Ri-Hub interviene con un piano di esercizi progressivi per:

  • Recuperare la mobilità del polso e delle dita.
  • Aumentare la forza della presa senza sovraccaricare l’articolazione.
  • Prevenire rigidità e recidive attraverso esercizi mirati e personalizzati.

Grazie al supporto costante dei fisioterapisti di Ri-Hub, puoi seguire il tuo percorso riabilitativo direttamente da casa, con un monitoraggio continuo e un programma adattato ai tuoi progressi. Con Ri-Hub, il tuo recupero sarà efficace, sicuro e personalizzato, permettendoti di tornare alle tue attività quotidiane senza limitazioni.

La rizoartrosi, o artrosi dell’articolazione trapezio-metacarpale, è una condizione degenerativa che colpisce la base del pollice, tra il primo metacarpo e l’osso trapezio. Questa articolazione è fondamentale per la mobilità del pollice e consente movimenti come la presa, l’opposizione e la pinza fine (ad esempio, afferrare piccoli oggetti o scrivere). L’usura progressiva della cartilagine che riveste questa articolazione porta a dolore, rigidità e perdita di forza nella mano.

Cause

La rizoartrosi è causata dalla degenerazione della cartilagine articolare, che porta a uno sfregamento diretto tra le ossa, causando dolore e infiammazione. Le principali cause includono:

  • Invecchiamento: Il naturale deterioramento della cartilagine con l’età è la causa principale della rizoartrosi.
  • Movimenti ripetitivi e sovraccarico: Attività che sollecitano eccessivamente il pollice, lavori manuali o sport, possono accelerare il consumo della cartilagine.
  • Predisposizione genetica: Alcune persone hanno una maggiore predisposizione a sviluppare artrosi, anche in giovane età.
  • Traumi o microtraumi ripetuti: Fratture, distorsioni o lesioni pregresse dell’articolazione trapezio-metacarpale possono favorire la degenerazione articolare.
  • Alterazioni biomeccaniche: Instabilità o anomalie dell’articolazione possono aumentare lo stress sulla cartilagine.

Sintomi

La rizoartrosi si manifesta progressivamente, con sintomi che peggiorano nel tempo. I segni più comuni includono:

  • Dolore alla base del pollice, che si accentua con i movimenti di presa e con l’uso prolungato della mano.
  • Rigidità articolare, soprattutto al risveglio o dopo periodi di inattività.
  • Riduzione della forza della mano, che rende difficili attività quotidiane come aprire un barattolo, girare una chiave o scrivere.
  • Scricchiolii o crepitii durante il movimento del pollice, segno dell’usura della cartilagine.
  • Gonfiore e infiammazione localizzati alla base del pollice.
  • Deformità articolare, nei casi avanzati, con deviazione del pollice e formazione di protuberanze ossee visibili.

Trattamento

Il trattamento della rizoartrosi dipende dalla gravità dei sintomi e dall’impatto sulla funzionalità della mano.

Trattamento conservativo

  • Modifica delle attività: Evitare movimenti ripetitivi e ridurre il sovraccarico del pollice.
  • Tutori e ortesi: L’uso di un tutore specifico per il pollice aiuta a stabilizzare l’articolazione e ridurre il dolore.
  • Terapie locali: Applicazione di calore per rilassare i muscoli o ghiaccio per ridurre l’infiammazione, oltre all’uso di pomate antinfiammatorie.
  • Terapie farmacologiche: Antinfiammatori non steroidei (FANS) prescritti dal medico per alleviare dolore e infiammazione.
  • Infiltrazioni: Iniezioni di corticosteroidi o acido ialuronico per ridurre temporaneamente il dolore e migliorare la lubrificazione articolare.

Trattamento chirurgico

Se il dolore e la limitazione funzionale non migliorano con i trattamenti conservativi, si può ricorrere alla chirurgia:

  • Trapeziectomia: Rimozione dell’osso trapezio per eliminare il dolore causato dal contatto tra le superfici ossee.
  • Artroplastica: Sostituzione dell’articolazione con un impianto protesico.
  • Artrodesi: Fusione dell’articolazione per bloccare il movimento e ridurre il dolore, sacrificando però la mobilità del pollice.

Riabilitazione con Ri-Hub: il percorso ideale per recuperare la funzionalità della mano

La riabilitazione è un elemento chiave nella gestione della rizoartrosi, sia dopo la fase acuta che dopo un eventuale intervento chirurgico. Ri-Hub offre un percorso riabilitativo personalizzato per migliorare la mobilità, ridurre il dolore e rafforzare i muscoli della mano.

Dopo il trattamento conservativo

Ri-Hub propone esercizi mirati per mantenere la mobilità del pollice senza sovraccaricare l’articolazione. Attraverso programmi di rinforzo muscolare e tecniche di protezione articolare, aiuta a ridurre il dolore e migliorare la funzionalità della mano.

Post-intervento chirurgico

Dopo una prima fase di trattamenti a lettino per ridurre le tensioni muscolari e favorire la cicatrizzazione, Ri-Hub interviene con esercizi progressivi per:

  • Ripristinare gradualmente la mobilità del pollice.
  • Rinforzare i muscoli della mano e dell’avambraccio per compensare eventuali limitazioni articolari.
  • Migliorare la coordinazione e la precisione dei movimenti della mano.

Grazie alla possibilità di seguire il programma riabilitativo direttamente da casa, con il supporto continuo di fisioterapisti esperti, Ri-Hub rappresenta la soluzione ideale per affrontare la rizoartrosi in modo efficace e personalizzato.

Il dito a scatto, noto anche come tenosinovite stenosante, è una condizione in cui un dito della mano rimane bloccato in posizione piegata e poi si raddrizza improvvisamente, come se “scattasse”. Questo avviene a causa di un’infiammazione o ispessimento della guaina tendinea che circonda i tendini flessori delle dita, rendendo difficile il loro scorrimento all’interno della puleggia di riferimento. Nei casi più gravi, il dito può rimanere bloccato in flessione, causando dolore e limitando la funzionalità della mano.

Cause

Il dito a scatto è causato da un’irritazione cronica della guaina tendinea, che porta a un restringimento dello spazio in cui scorrono i tendini flessori. Le principali cause includono:

  • Movimenti ripetitivi e sovraccarico: Attività che coinvolgono una presa prolungata o ripetitiva, come l’uso di strumenti manuali, il giardinaggio o la digitazione.
  • Infiammazioni croniche: Patologie come l’artrite reumatoide, la diabete mellito o la gotta possono favorire il processo infiammatorio nei tendini e nelle loro guaine.
  • Microtraumi ripetuti: Piccole lesioni frequenti alla mano possono contribuire all’ispessimento della guaina tendinea.
  • Predisposizione genetica: Alcune persone sono più soggette a sviluppare questa condizione a causa di fattori ereditari.

Sintomi

I sintomi del dito a scatto possono manifestarsi gradualmente e peggiorare con il tempo. Tra i più comuni troviamo:

  • Scatto improvviso del dito durante la flessione ed estensione, che può essere accompagnato da un suono o una sensazione di blocco.
  • Dolore alla base del dito o nel palmo della mano, soprattutto al mattino o dopo periodi di inattività.
  • Rigidità articolare, con difficoltà a piegare o estendere completamente il dito.
  • Presenza di un piccolo nodulo palpabile alla base del dito, dovuto all’ispessimento della guaina tendinea.
  • Blocco completo del dito in posizione piegata, nei casi più avanzati.

Trattamento

Il trattamento del dito a scatto dipende dalla gravità dei sintomi e dall’impatto sulla funzionalità della mano.

Trattamento conservativo

  • Riposo e modifica delle attività: Evitare movimenti ripetitivi e ridurre il sovraccarico sulla mano.
  • Tutori: Immobilizzare il dito interessato in posizione neutra per ridurre l’irritazione tendinea.
  • Terapie locali: Applicazione di ghiaccio per ridurre il gonfiore e pomate antinfiammatorie per alleviare il dolore.
  • Terapie farmacologiche: Antinfiammatori non steroidei (FANS) prescritti dal medico per controllare l’infiammazione.
  • Infiltrazioni: Iniezioni di corticosteroidi nella guaina tendinea per ridurre il gonfiore e facilitare lo scorrimento del tendine.

Trattamento chirurgico

Se i sintomi persistono o peggiorano, si può ricorrere a un intervento chirurgico, che prevede:

  • Liberazione del tendine (tenolisi), tramite un’incisione nella puleggia tendinea per aumentare lo spazio a disposizione del tendine.
  • Chirurgia percutanea, che utilizza un ago per liberare il tendine senza necessità di incisioni.

Trattamenti a lettino e riabilitazione con Ri-Hub

Dopo l’intervento chirurgico o nelle fasi più avanzate della patologia, è essenziale un percorso riabilitativo ben strutturato.

Trattamenti a lettino

In questa prima fase, che deve essere eseguita in presenza da un fisioterapista, vengono effettuati:

  • Trattamenti manuali per ridurre la tensione fasciale e muscolare intorno al tendine.
  • Lavoro sulla cicatrice chirurgica, nel caso di intervento, per evitare aderenze che potrebbero limitare il movimento del dito.
  • Mobilizzazioni passive per ripristinare la fluidità del movimento senza sovraccaricare l’articolazione.
  • Stimolazione della circolazione locale, per ridurre il gonfiore e accelerare la guarigione.

Riabilitazione con Ri-Hub

Dopo questa fase iniziale, Ri-Hub entra in gioco per guidare il paziente nel percorso di esercizio terapeutico. Attraverso un programma personalizzato, Ri-Hub aiuta a:

  • Migliorare la mobilità del dito con esercizi progressivi per evitare rigidità post-operatoria o dovuta all’inattività.
  • Rinforzare i muscoli della mano per migliorare la presa e ridurre il rischio di recidive.
  • Recuperare la coordinazione e la destrezza della mano nelle attività quotidiane.
  • Prevenire future ricadute, grazie a esercizi specifici e consigli posturali per ridurre il sovraccarico tendineo.

Grazie alla possibilità di eseguire il programma riabilitativo comodamente da casa, con il monitoraggio costante di fisioterapisti esperti, Ri-Hub rappresenta la soluzione ideale per un recupero efficace, sicuro e personalizzato, aiutando il paziente a ritrovare la piena funzionalità della mano.

Il morbo di Dupuytren è una patologia cronica che colpisce il palmo della mano e le dita, causando una progressiva retrazione e ispessimento della fascia palmare. Questo porta alla formazione di noduli e cordoni fibrosi sotto la pelle, che nel tempo possono determinare la flessione permanente di uno o più dita, rendendo difficile l’apertura completa della mano.

Questa condizione colpisce più frequentemente il quarto e il quinto dito (anulare e mignolo), ma può coinvolgere anche altre dita. La progressione della malattia è lenta e spesso indolore, ma nelle fasi avanzate può compromettere la funzionalità della mano, limitando la capacità di afferrare oggetti e svolgere attività quotidiane.

Cause

Le cause precise del morbo di Dupuytren non sono ancora completamente note, ma si ritiene che siano coinvolti fattori genetici e ambientali. Tra le possibili cause e fattori di rischio troviamo:

  • Predisposizione genetica: La patologia è più comune nelle persone con familiarità per il morbo di Dupuytren.
  • Età e sesso: Colpisce più frequentemente gli uomini sopra i 50 anni.
  • Fattori metabolici: Il diabete e l’abuso di alcol sono stati associati a un maggior rischio di sviluppare la malattia.
  • Microtraumi ripetuti: Lavori manuali intensi o attività che sollecitano frequentemente il palmo della mano potrebbero favorire lo sviluppo della patologia.
  • Fumo: Alcuni studi suggeriscono che il tabagismo possa aumentare il rischio di ispessimento della fascia palmare.

Sintomi

Il morbo di Dupuytren ha una progressione lenta e i sintomi possono svilupparsi nell’arco di diversi anni. I più comuni sono:

  • Formazione di noduli duri nel palmo della mano, inizialmente piccoli e indolori.
  • Cordoni fibrosi sotto la pelle, che con il tempo si ispessiscono e si estendono verso le dita.
  • Retrattile progressiva delle dita, con difficoltà ad aprire completamente la mano.
  • Limitazione nei movimenti della mano, che può rendere complicati gesti quotidiani come infilare la mano in tasca, stringere la mano o afferrare oggetti.
  • Assenza di dolore nella maggior parte dei casi, anche se alcuni pazienti possono avvertire fastidio o tensione nella zona colpita.

Trattamento

Il trattamento dipende dalla gravità della retrazione e dal grado di limitazione funzionale della mano.

Trattamento conservativo

Nelle fasi iniziali, quando la retrazione delle dita è minima, il trattamento è mirato a rallentare la progressione della patologia e a mantenere la funzionalità della mano.

  • Terapie locali: Applicazione di calore per migliorare l’elasticità dei tessuti o crioterapia per ridurre eventuali infiammazioni.
  • Esercizi di mobilizzazione: Movimenti guidati per mantenere la flessibilità della mano.
  • Tutori notturni: Possono essere utilizzati per limitare la progressione della retrazione in alcuni casi.
  • Infiltrazioni con collagenasi: Un trattamento che utilizza un enzima per sciogliere i cordoni fibrosi e migliorare la mobilità.

Trattamento chirurgico

Quando la retrazione delle dita diventa significativa e limita le attività quotidiane, si può ricorrere alla chirurgia.

  • Aponeurectomia: Rimozione dei cordoni fibrosi per ripristinare l’estensione delle dita.
  • Fasciectomia selettiva: Rimozione parziale della fascia palmare ispessita.
  • Dermofasciectomia: Nei casi più avanzati, può essere necessaria la sostituzione della pelle retratta con un innesto cutaneo.

Trattamenti a lettino e riabilitazione con Ri-Hub

Dopo un intervento chirurgico, è fondamentale un percorso riabilitativo ben strutturato per ripristinare la funzionalità della mano.

Trattamenti a lettino

In questa prima fase, che deve essere eseguita in presenza da un fisioterapista, vengono effettuati:

  • Trattamenti manuali sui tessuti fasciali e muscolari per ridurre la tensione e migliorare l’elasticità della pelle e della fascia palmare.
  • Lavoro sulla cicatrice chirurgica, per evitare aderenze che potrebbero limitare i movimenti della mano.
  • Mobilizzazioni passive per aiutare a recuperare progressivamente l’estensione delle dita.
  • Stimolazione della circolazione locale, per ridurre gonfiore e favorire la guarigione dei tessuti.

Riabilitazione con Ri-Hub

Dopo la fase iniziale di trattamenti manuali, Ri-Hub entra in gioco per guidare il paziente nella fase di esercizio terapeutico. Attraverso un programma personalizzato, Ri-Hub aiuta a:

  • Recuperare la mobilità delle dita, con esercizi progressivi per migliorare l’estensione della mano.
  • Rinforzare la muscolatura della mano, per supportare i movimenti senza sovraccaricare le strutture operate.
  • Migliorare la destrezza e la coordinazione, favorendo il ritorno a gesti quotidiani come afferrare oggetti, scrivere o stringere la mano.
  • Prevenire recidive, insegnando strategie di protezione articolare e fornendo esercizi di mantenimento.

Grazie alla possibilità di seguire il programma riabilitativo comodamente da casa, con il monitoraggio continuo dei fisioterapisti di Ri-Hub, il paziente può affrontare la riabilitazione in modo sicuro, personalizzato ed efficace, tornando a utilizzare la mano in modo funzionale e senza limitazioni.

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