Protesi d’anca: cos’è, quando serve e come affrontare il recupero

La protesi d’anca è uno degli interventi più eseguiti e più efficaci nella chirurgia ortopedica moderna.

Ma è anche uno di quelli che genera più domande, dubbi e timori.

In questo articolo ti spieghiamo in modo semplice cos’è una protesi d’anca, quando è indicata, e cosa aspettarsi nel post-operatorio.

🏥 Cos’è una protesi d’anca?

Una protesi d’anca (o PTA – protesi totale d’anca) è un impianto artificiale che sostituisce l’articolazione dell’anca quando questa è troppo danneggiata o usurata per funzionare correttamente.

Viene utilizzata in caso di:

  • artrosi avanzata (coxartrosi),
  • fratture (come quelle del collo del femore),
  • artriti infiammatorie,
  • necrosi della testa femorale.

❓Quando si arriva all’intervento?

La chirurgia viene proposta quando:

  • il dolore è continuo e limita la vita quotidiana;
  • la fisioterapia non è sufficiente;
  • l’articolazione ha perso la sua funzionalità.

Non è una scelta da prendere alla leggera, ma in molti casi è l’unica soluzione per tornare a una vita attiva e senza dolore.

⚙️ Come funziona l’intervento?

L’intervento viene eseguito in anestesia spinale o generale.

A seconda del tipo di accesso chirurgico (anteriore, laterale, postero-laterale), i tempi e le modalità di recupero possono variare leggermente.

La degenza in ospedale dura generalmente 3-7 giorni.

Già dal giorno successivo si inizia con la fisioterapia e la mobilizzazione, sotto controllo medico e fisioterapico

🕓 E il recupero? Quanto ci vuole?

Il recupero dopo un intervento di protesi d’anca è un percorso graduale, che dura diversi mesi, a seconda dei casi.

Le fasi principali sono:

  1. Fase iniziale (0-4 settimane): gestione del dolore, movimento sicuro, esercizi in scarico.
  2. Fase intermedia (4-8 settimane): aumento del carico, miglioramento della camminata.
  3. Fase avanzata (dopo 8 settimane): rinforzo muscolare, equilibrio, iniziale ritorno alle attività quotidiane.

Il supporto di un fisioterapista è fondamentale in ogni fase, per:

  • evitare movimenti sbagliati,
  • lavorare sulla cicatrice,
  • impostare un percorso efficace e personalizzato.

🧠 E la paura?

È normale avere dubbi: “tornerò a camminare come prima?”, “potrò guidare?”, “e se qualcosa va storto?”

Proprio per questo, avere un punto di riferimento professionale e umano è importante quanto l’intervento stesso.

Una buona riabilitazione non è solo fisica: è anche mentale e relazionale.

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